Green economy: intervista a Patty L’Abbate, una “guerriera di Gaia” al Senato

Nostra intervista a Patty L’Abbate, senatrice neoeletta per il Movimento 5 Stelle. Ambiente, economia circolare, green economy: nuovi modelli di sviluppo

Il Tau che porta al collo da sempre e da cui non si separa mai è la cifra del suo vivere nel segno di San Francesco d’Assisi le battaglie per l’ambiente e le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi al Senato per il Movimento 5 Stelle alle elezioni del 4 marzo scorso.

Patty L’Abbate, 52 anni, nativa di Castellana (Bari), laureata in gestione e sviluppo sostenibile del territorio e ricercatrice universitaria, alle spalle numerosi studi su energie alternative, sostenibilità, indicatori ambientali come l’impronta ecologica, un rapido passaggio in una lista civica, è stata eletta senatrice nel collegio uninominale Puglia 4 (Monopoli-Brindisi); attualmente fa parte della 13° commissione territorio, ambiente, beni ambientali, e della commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza RAI.

Ambient&Ambienti l’ha incontrata nella sua casa di Castellana per conoscere meglio da lei come si sta muovendo concretamente in difesa della sostenibilità ambientale. Attento – e discreto – testimone dell’intervista Monet, un bellissimo micio bianco dall’incredibile coda.

Green economy: tanti maestri per la difesa della natura

Lei non fa mistero della grande influenza che esercita San Francesco: come mai? Cosa le dà questo rapporto con San Francesco?

«Il mio legame con quello che io chiamo “il maestro Francesco” nasce dal fatto che lui ha sempre avuto la padronanza di quello che oggi definiamo approccio sistemico alla natura. Francesco aveva già capito che tutto ciò che è vita è da rispettare e tutelare, aveva capito che l’uomo è parte di un ecosistema più grande e quindi un insieme unico in cui tutte le parti vanno trattate alla pari. Appena posso mi reco ad Assisi, visito l’eremo di San Damiano, ripercorro i suoi passi in modo che possa indicarmi la strada. Per me è un esempio».

Da un Francesco a un altro: come valuta le scelte di papa Francesco per la custodia del creato?

«Se leggete l’enciclica Laudato sì, troverete molti passaggi che sono tipici degli economisti ecologici. C’è anche un passaggio sulla decrescita. Nell’economia ecologica c’è anche una branca che pratica la decrescita, un tema su cui ho anche pubblicato alcuni lavori».

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 Nelle biografie che la riguardano lei viene infatti presentata come “Economista ecologica”: Che vuol dire?

economia circolare
L’Abbate: “Mi sto interessando di economia circolare e sto creando una rete tra il mondo della ricerca applicata le imprese e il governo”.

«L’economia ecologica è una disciplina testata da parecchi anni e cui mi sono avvicinata durante un periodo di studi a Barcellona dopo la laurea a Pisa in sviluppo e gestione sostenibile del territorio, tanto che da una decina d’anni faccio parte dell’associazione internazionale degli economisti ecologici.

Il mio è un background completamente differente sia da quello degli economisti tradizionali sia da quello degli economisti ambientali perché l’economista ecologico ha un approccio che io chiamo sistemico olistico, cioè punta a risolvere la problematiche guardando insieme il sistema economico, quello sociale e l’ecosistema e le loro interazioni. Perchè la natura è qualcosa di complesso e il sistema economico si trova all’interno dell’ecosistema naturale e ne è parte integrante, proprio come dice Nicholas Georgescu-Roegen uno dei miei maestri».

Green economy ed economia circolare: “creare una rete”

Come vive il suo impegno di parlamentare?

«Da quando sono arrivata al senato ho ripreso i contatti con le associazioni che già conoscevo e sto creando una rete tra il mondo della ricerca applicata le imprese e il governo. Mi aiuta in questo il fatto che mi occupo del coordinamento tra la Commissione Ambiente e il Ministero per lo Sviluppo Economico per le tematiche che abbracciano i due ministeri. Sto lavorando sui temi dell’eco-design e dell’economia circolare. Sono in contatto anche con Günter Pauli, il teorico della blue economy, e sto lavorando ad un evento entro il 2018 che lo veda protagonista.»

Quello dell’economia circolare è un tema particolarmente interessante per il futuro: si spieghi meglio.

«Ho seguito fin dal nascere i gruppi di lavoro che rientrano nella Piattaforma dell’Economia Circolare italiana (ICESP – Italian Circular Economy Stakeholder Platform, ndr), che è nata sotto l’impulso della Piattaforma Europea dell’Economia Circolare. A capo di questa piattaforma c’è l’ENEA. In questo progetto sono coinvolti tutti gli attori italiani che vogliono perseguire l’obiettivo dell’economia circolare, dai cittadini alle aziende, dalle associazioni alle università, dalle Pubbliche amministrazioni ai ministeri. Su questa piattaforma possono lavorare insieme e  condividere buone pratiche, idee innovative, strategie ecc., che verranno presentate il prossimo 3 dicembre nella sala Koch del senato nel suo primo report annuale. Per l’occasione saranno presenti tutti gli stakeholders del settore, che si confronteranno con i ministri dell’Ambiente Sergio Costa e dello Sviluppo economico Luigi di Maio, cui ho chiesto di partecipare».

E come possiamo noi cittadini intervenire in questo processo e diventare protagonisti del cambiamento?

Fino al 1° ottobre è aperta la consultazione pubblica sul documento “Ecomonia circolare ed uso efficiente delle risorse – Indicatori della misurazione dell’economia circolare”. Questa relazione è stata elaborata dal Ministero dell’Ambiente con il supporto dell’ENEA e rappresenta una prima proposta operativa di schema di monitoraggio dal Macro al micro livello, considerando il globale e il locale fino a giungere alle imprese del territorio. Questo documento cerca di individuare le migliori soluzioni che il sistema-Italia può percorrere  per massimizzare i benefici economici e salvaguardare le risorse.

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  “Disegni di legge per  la tutela dell’ecosistema”

Da quando è stata eletta, cosa ha fatto da parlamentare per tutelare l’ambiente e in particolare la Puglia? 

«In questi primi mesi di attività ho proposto azioni legate alla tutela del nostro ecosistema. Mi spiego. Ho presentato come primo firmatario quattro disegni di legge in tema di sostenibilità ambientale e un’interrogazione parlamentare a risposta scritta al Ministro Costa sull’impianto di ossicombustione NEWO di Modugno (chi vuole leggerla può trovarla sulla mia scheda del Senato).

Sempre per tutelare la nostra Puglia ho attenzionato il Ministro dell’Ambiente sulla situazione delle aree SIN pugliesi, in particolare l’area del petrolchimico di Brindisi, chiedendo azioni celeri per risolvere le criticità presenti ormai da tempo sul devastato territorio brindisino, che tra l’altro ricade nel collegio che mi ha eletto senatrice. Aspetto un incontro col ministro dopo il 15 settembre per questi due emergenze.»

Di cosa parlano questi disegni di legge che ha presentato?

Alcuni di questi disegni di legge si interessano del fine vita dei prodotti. Il primo prevede incentivi per favorire la diffusione dei prodotti derivanti da materiale post-consumo a base plastica (plasmix e scarti non pericolosi dei processi di selezione e di recupero), oltre a disposizioni concernenti la realizzazione dei veicoli. Il secondo propone un incentivo per la realizzazione di opere finalizzate al recupero e al riutilizzo delle acque meteoriche, mentre il terzo riguarda  una serie di disposizioni per la disciplina e la promozione dell’attività di compravendita di beni usati, l’istituzione del Consorzio nazionale del riuso, nonché disposizioni per la formazione degli operatori del settore.

L’ultimo disegno di legge, infine, prevede modifiche alla parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernenti la gestione secondo criteri di sostenibilità ambientale e di coesione sociale dei prodotti e dei rifiuti da essi originati.

Quello del fine vita dei prodotti è una priorità del Governo o un suo interesse particolare?

Patty L'Abbate, Lucia Schinzano
La senatrice Patty L’Abbate insieme alla direttrice di Ambient&Ambienti Lucia Schinzano (Foto Tommaso Farenga)

«A breve in Ministero dell’Ambiente si interesserà dei decreti sulla “materia seconda” e sul ciclo dei rifiuti. I disegni di legge che ho proposto nascono anche dal fatto che ho ascoltato alcuni settori industriali che si lamentano dell’estrema farraginosità del Catalogo Europeo dei Rifiuti. Si sta intervenendo in questo settore anche per agevolare il lavoro degli imprenditori.

Sono tante le emergenze e pian piano le stiamo risolvendo. Certo siamo ad un livello così elevato di problematiche ambientali che a metterle insieme alla Camera e al Senato  si dovrebbe parlare solo di quelle. Tra quelle più urgenti ci sono quelle sul consumo del suolo (a breve arriverà in Senato) e sull’acqua bene comune.»

(1.continua)

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