Goletta Verde: il rapporto della venticinquesima edizione

Si è conclusa la venticinquesima edizione di Goletta Verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque di mari, fiumi e laghi italiani. La “vela” degli ambientalisti è stata in navigazione per due mesi e ha coperto 2.000 miglia (poco più di 3.700 chilometri n.d.r.) con 25 tappe, per fare un checkup ma anche per denunciare casi di accesso negato alla spiaggia, abusi edilizi sul demanio marittimo, nuovi e inutili porti turistici e le minacce energetiche che assediano le coste italiane: il petrolio con le trivellazioni off-shore, le raffinerie lungo costa e il traffico di petroliere via mare, il rischio di nuove centrali nucleari o a carbone.

la Goletta Verde di Legambiente

Le ispezioni di Goletta Verde si sono concentrate sui punti critici dell’ecosistema marino-costiero analizzando le foci dei fiumi e i tratti di mare interessati da fenomeni di inquinamento causati dalla mancata o scarsa depurazione o da scarichi illegali. In vetta alla classifica nera per l’inquinamento marino c’è la Campania con 24 punti critici (1 ogni 20 km di costa), segue la Calabria con 22 punti critici (1 ogni 32 km di costa) e la Sicilia con 20 punti critici (1 ogni 74 km di costa). Si distinguono, invece, per il mare pulito la Sardegna e la Puglia. Non solo.  La Sardegna che fa registrare un punto critico ogni 247 km di costa, vanta anche tre località premiate con le Cinque Vele della Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano e altre undici segnalate con quattro vele. La Puglia, dal canto suo, fa registrare un punto critico ogni 79 km di costa e vanta tre comuni con le Cinque Vele e altri dieci premiati con le quattro vele. Tre località a Cinque Vele anche per la Toscana, che conta anche cinque comuni a quattro vele. Dove i mari sono maggiormente inquinati, ci sono le foci dei fiumi.

una biologa di Goletta Verde effettua i prelievi di acqua

L’inquinamento da scarichi fognari rilevato dal laboratorio mobile di Goletta Verde è da emergenza nazionale. E le cause vanno ricercate nell’insufficiente o inesistente servizio di depurazione delle acque reflue di comuni dell’entroterra. Secondo i dati del rapporto Blue Book 2009 di Utilitatis e Anea, un cittadino su tre non può usufruire di un depuratore. Su 169 punti critici sono, infatti, 132 quelli rilevati alle foci, l’87% delle quali sono fortemente inquinate. Tra le regioni sotto accusa figurano la Sicilia, con 74 comuni tra cui diversi capoluoghi di provincia come Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Caltanissetta e Agrigento; la Calabria con 32 comuni tra cui Reggio Calabria, Lamezia Terme e Crotone; in Campania figurano città come Napoli, Salerno, Avellino, Caserta e Benevento. «Rischiamo pesanti multe per la procedura d’infrazione sul mancato trattamento delle acque reflue, ma l’Europa non concederà condoni al nostro Paese, storicamente abituato a questo strumento che premia solo i furbi. Servono 30 miliardi di euro – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente – per completare la rete di fognatura e depurazione: il Governo e gli enti locali si attivino subito per trovare le risorse economiche necessarie a questa grande opera pubblica, anche per evitare di spendere inutilmente i soldi dei contribuenti per imperdonabili sanzioni comunitarie».

veduta del lago Trasimeno

Per Goletta dei laghi alla ricerca di punti critici in undici laghi in sei regioni italiane, il lago Trasimeno, in Umbria, è l’unico a non avere “punti critici” e “punti fortemente inquinati”. Molto meno positiva la posizione del lago di Garda, con diciassette punti critici, di cui dieci sulla sponda lombarda. Seguono i laghi di Como, Iseo e Maggiore, con tredici e dieci punti critici. Fermi a quota uno i bacini di Fondi, Turano, Bolsena, Lugano, Bracciano e Varese. Un altro pericolo, però, oggi minaccia mare e coste italiane: il “rischio Louisiana”. Cioè il pericolo di sversamento di greggio in mare derivante dalle trivellazioni petrolifere off-shore e dal trasporto marittimo di idrocarburi.

una delle piattaforme petrolifere

Nei nostri mari oggi operano nove piattaforme da cui si estrae olio greggio. Due sono localizzate di fronte a Civitanova Marche sulla costa marchigiana, tre di fronte a Vasto, in Abruzzo e le altre quattro nel Canale di Sicilia di fronte al tratto di costa tra Gela e Ragusa.  Da non sottovalutare l’assalto degli approdi turistici che si conferma, infatti, secondo Legambiente, uno degli escamotage più efficaci per urbanizzare la costa, derogando e aggirando i piani urbanistici.

volontari di Legambiente a bordo di Goletta Verde

Il periplo di Goletta Verde lungo la Penisola, tuttavia, ha messo in risalto anche le eccellenze dei nostri litorali e ha promosso la conservazione della biodiversità e le Aree Marine Protette. Sono ben 295, infatti, le località costiere che si distinguono per tutela dell’ambiente e promozione del turismo sostenibile inserite nelle Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano. Tre le regine delle vele dell’estate 2010: Sardegna, Puglia e Toscana. Nella classifica che va da una a cinque vele, su quattordici località il massimo riconoscimento va a Pollica (Sa), Cinque Terre (Sp), Capalbio (Gr), Castiglione Della Pescaia (Gr), Capraia (Li), Salina (Me), San Vito lo Capo (Tp), Bosa (Or), Baunei (Og), Noto (Sr), Posada (Nu) Ostuni (Br), Nardò (Le), e Otranto (Le).

una spiaggia sul mar Tirreno

Altre 42 località hanno conquistato le quattro vele. Le altre località pugliesi premiate sono Monopoli e  Polignano – minacciate dalle piattaforme petrolifere – nel sud barese, Chieuti, Andrano, Castro con la sua Grotta della Zinzulusa, Diso nel parco regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, Gallipoli con il suo faro sull’Isola di S. Andrea, Torre Mozza, Pescoluse, Torre S. Giovanni e Torre Pali nell’agro di Salve, Campomarino e San Pietro in Bevagna ai piedi di Manduria nel Salento, Ischitella e Rodi Garganico sul promontorio del Gargano, Giovinazzo a nord di Bari, Margherita di Savoia nota per le saline e le terme sul Golfo di Manfredonia, Carovigno in Valle d’Itria  e le Isole Tremiti.

 

 

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