Il Parco delle Orobie Bergamasche è un parco regionale montano forestale della Lombardia, istituito nel 1989 che, con una superficie di circa 70mila ettari, rappresenta la più grande area a elevata biodiversità, tra i parchi regionali lombardi.
Il Parco occupa il versante meridionale delle Alpi Orobie, una sottosezione delle Alpi e Prealpi Bergamasche, i cui rilievi che si stagliano fino a oltre 3.000 metri d’altitudine, sono abitati da aquile e stambecchi.
Grazie alla presenza del Parco, il quale ha a cuore la gestione della biodiversità, anche il patrimonio rurale è stato rivalutato e, per la prima volta, gli edifici rurali di montagna sono stati riconosciuti come monumenti.
–Intervenire, quindi, su un’area ricca di biodiversità e di elevato pregio paesaggistico come quella orobica, richiede ottima capacità di analisi e competenze tecniche e scientifiche.
Grazie alla collaborazione tra Parco delle Orobie Bergamasche, Università della montagna e Università di Milano sede di Edolo (BS), sette Amministrazioni comunali e Scuola edile di Bergamo, sono stati formati quindici operatori, specializzati in metodi e tecniche di intervento sul patrimonio rurale di montagna nel rispetto del paesaggio, dell’ambiente naturale e della sua biodiversità.
Il corso per maestranze, realizzato dalla Scuola Edile di Bergamo nell’ambito del progetto A.R.C.Orobie – Alpeggi: Risorsa Culturale delle Orobie bergamasche, si è chiuso con un cantiere didattico, che si è tenuto il località Bricconi, nel comune di Oltressenda Alta, dove un vecchio fienile è stato recentemente ristrutturato e riqualificato in Centro Parco.
«Siamo molto soddisfatti della riuscita del corso, azione pilota del progetto A.R.C.Orobie – ha commentato il presidente del Parco delle Orobie Bergamasche Yvan Caccia -. Lavorare sugli alpeggi vuol dire porre attenzione su più aspetti, affinché si possa innescare un percorso virtuoso a 360°: è interesse del Parco proporre modelli che supportino l’attività agricola in montagna sia per motivi di ordine socio-economico, sia quale elemento essenziale della conservazione del paesaggio montano e della sua biodiversità».
Referente scientifico di A.R.C.Orobie è l’Università, che sta lavorando a modelli di analisi degli alpeggi, adeguati allo sviluppo di attività agricole sostenibili e alla strutturazione di linee guida e buone pratiche.
–L’obiettivo – ha specificato la dott.ssa Anna Giorgi, direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna – Centro Ges.Di.Mont di Edolo – Responsabile Scientifico di A.R.C.Orobie -, è la professionalizzazione degli operatori ad ogni livello, in una logica di piena sinergia tra Enti, Istituti di ricerca e operatori del territorio. Il percorso formativo delle maestranze è stato indispensabile punto di partenza di un processo che continuerà nel prossimo autunno attraverso l’erogazione di seminari e workshop di approfondimento destinati a tecnici ed amministratori».
Il corso ha fornito ai partecipanti tutti gli strumenti utili a favorire la riscoperta di un’identità territoriale e di valore comune, puntando molto anche all’attività sul campo con il cantiere didattico, così da «mettere in pratica ciò che in un primo momento avevano appreso solo a livello teorico, imparando a relazionarsi con la figura del sovrintendente, strategica per ogni cantiere». ha spiegato Angelo Chiari vicepresidente della Scuola Edile di Bergamo.
«Fine ultimo di A.R.C.Orobie – ha chiarito il direttore del Parco Mauro Villa -, è agevolare in montagna il mantenimento dell’agricoltura sostenibile, ovvero l’attività che è all’origine stessa della bellezza dei nostri paesaggi e che può preservarne la biodiversità. I prati e i pascoli sono frutto di positiva interazione tra uomo e ambiente e tale rapporto deve continuare. Per questo ci sembra che A.R.C.Orobie possa rappresentare un esempio strategico per la manutenzione e lo sviluppo del territorio».