
In “Pellegrini del sole” la scrittrice Jenni Fagan racconta vite che si intrecciano a causa della più terribile glaciazione mai capitata sulla terra. Un monito ecologista
Una glaciazione sconvolgente. Vite e solitudini che si incrociano. La fine del mondo non molto lontana. E sullo sfondo spettacoli naturali talmente belli e inusuali da sembrare finti. Sono questi gli ingredienti di Pellegrini del sole (Carbonio editore), il bel romanzo della scrittrice scozzese Jenni Fagan.
L’era glaciale prossima ventura
La storia è semplice e si svolge in Gran Bretagna tra l’autunno del 2020 e le soglie del 2021, contrassegnata dal calo in picchiata delle temperature fino a -56 gradi. C’è Dylan, un uomo spossessato di tutto, casa, lavoro affetti (madre e nonna cui è legato da un rapporto fortissimo), un uomo che ha passato la vita a guardarla invece che viverla (il perché è nelle pagine del libro). C’è Constance, una donna indipendente, libera “fluida nei movimenti. Muscolosa. Come un lupo”, la descrive l’autrice. Una donna che trova sempre una risposta a tutto e che non si lascia sconfiggere da nulla, nemmeno dalla catastrofe climatica che si sta abbattendo su Clachan Fells.
C’è Stella, dodicenne in lotta col suo corpo e con le convenzioni. E poi ci sono tante solitudini capitate in un “quartiere” di roulottes isolato dal mondo. Tante solitudini che rimangono tali anche di fronte all’evento che non può non cambiare la vita di chiunque: e l’evento è una nuova era glaciale, la più grande glaciazione mai capitata dovuta al surriscaldamento del pianeta che ha provocato lo scioglimento della calotta artica. E lo scioglimento di ghiacci abbassa la salinità degli oceani e, di conseguenza, porta al drastico calo delle temperature. Quindi cielo livido, freddo, gelo, ghiaccio, icerbegs, un grandioso letargo forzato che porta pian piano all’isolamento, anche delle anime.
Gelo estremo che rischia di congelare anche i sentimenti o, al contrario, di farli esplodere allo stadio puro, quasi esasperato, fino al finale aperto (e non del tutto prevedibile).
Pagare il tributo alla natura offesa
La descrizione di grandiosi scenari naturali, con la neve che stravolge il paesaggio e ne crea di nuovi, si mescola con le leggende ancestrali che parlano di oscure divinità della terra che reclamano il loro tributo di vittime perchè la natura è stata offesa. Insieme, i misteriosi “pellegrini del sole”, che danno il nome al libro,che si nutrono di luce, e i magici cervi che si stagliano sulla luna.

Ci sono nel romanzo descrizioni suggestive e di rara intensità, come quella dell’aurora boreale, della luna (“la Terra era così innamorata di sé da creare uno specchio che di notte ne illuminasse gli angoli bui e utilizzasse le proprie radure per abbellire la madre terrestre”) e quella del parelio, un fenomeno naturale dovuto al freddo e alla presenza di cristalli di ghiaccio nell’atmosfera, in cui sembra ci siano tre soli nel cielo. Un fenomeno, tra l’altro che proprio pochi giorni fa si è verificato nei cieli della Cina.
La storia di questo gruppo di spostati dalle devastanti solitudini rischia di far passare in secondo piano il vero protagonista del romanzo, vale a dire l’evento climatico estremo, ma così non è. Merito della frequenza con cui l’arrivo della nuova era glaciale è presentato nel libro (sempre più incombente, sempre più presente); ma merito anche della drammatica attualità di cui Pellegrini del sole si nutre.
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Non è un mistero che l’Artico si sta riscaldando a un’intensità maggior del resto della terra e che lo scioglimento dei ghiacci altera l’ecosistema marino. E non è fantascienza che gli eventi climatici stanno causando un nuovo fenomeno, quello dei “rifugiati climatici”, costretti a spostarsi per sfuggire a condizioni estreme. Proprio come gli abitanti di Clachan Fells. Proprio come quello che potrebbe capitare in un futuro neanche tanto lontano.
Jenni Fagan, Pellegrini del sole, Carbonio editore, 2017, € 18,50