
Azione Contro la Fame:”Per combattere malnutrizione ed epidemie, garantire a tutti accesso all’acqua pulita” e non solo
Oggi è la Giornata mondiale per il lavaggio delle mani. Una ricorrenza che sembra nata proprio in questi giorni come gesto fondamentale contro la diffusione del coronavirus, ma che invece è stata promossa sin dal 2005 dall’ l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per ricordare l’importanza di questo gesto semplice, ma essenziale, nella prevenzione delle infezioni trasmissibili, soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura. E va ricordato che se per noi poteva sembrare sino a pochi mesi fa un’operazione semplice quanto meccanica, ora ha assunto veramente il valore di salvavita.
Nei Paesi più poveri l’acqua non è per tutti

Questo accade nei cosiddetti Paesi industrializzati. Ma cosa accade nei paesi più poveri, dove da sempre il lavaggio delle mani ha significato evirareo almeno ridurre la trasmissiine di malattie mortali? Proprio in occasione della Giornata mondiale per il lavaggio delle mani, Azione contro la Fame, un’organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta contro le cause e le conseguenze della fame, ribadisce che, per combattere la malnutrizione e tutte le epidemie, occorre garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita e, allo stesso tempo, promuovere una “nuova cultura” capace di garantire una igiene adeguata.
Va, infatti, ricordato che la malnutrizione, per 1 bambino su 2, è collegata ancora oggi alle cosiddette “malattie dell’acqua” e che il 27% delle patologie nei bambini di età inferiore a 5 anni (polmonite, malaria, diarrea) continua ad essere causato dallo scarso accesso a fonti idriche sicure e all’igiene e, quindi, dalla impossibilità di lavare le mani in modo corretto.
LEGGI ANCHE: Coronavirus e Giornata della Salute, a rischio adulti e bambini malnutriti
Sono, del resto, 3 miliardi le persone che, nel mondo, non dispongono di servizi per il lavaggio delle mani, con acqua e sapone, a casa. Diventa, così, importante promuovere, con più decisione, iniziative legate alla condivisione delle regole basilari in tema di igiene e lavaggio delle mani. Una indagine condotta dall’organizzazione in Pakistan, lo ha dimostrato: nei bambini con meno di 5 anni di età sottoposti a una educazione al corretto lavaggio delle mani, l’incidenza della polmonite è inferiore del 50%.
Acqua pulita non solo per dissetare
«Senza l’accesso all’acqua pulita e potabile, non c’è igiene. E laddove non c’è igiene, si registra, inevitabilmente, un tasso più elevato di malattie. Questa crisi sanitaria connessa all’emergenza coronavirus deve indurci a riflettere sulla circostanza che il bisogno di acqua è cruciale per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul tema dell’igiene. Nei Paesi più poveri, tale esigenza deve essere considerata al pari della necessità di sfamare o dissetare», ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame.
I progetti
Per questa ragione, le azioni in tema “WASH” (water, sanitation, hygiene) continuano a rappresentare una parte fondamentale del lavoro dell’organizzazione: quasi la metà di tutti i progetti (43,6%) include attività di questo tipo. Lo scorso anno, Azione contro la Fame ha supportato quasi 9 milioni di persone con programmi di acqua e igiene, il 42% in più rispetto all’anno precedente. Questa crescita è stata trainata principalmente dalle attività promosse in Paesi come il Pakistan (+ 97,6%), il Kenya (+ 97,5%), i Territori Palestinesi (+ 80,8%) e l’Indonesia (+ 73,4%). Tali attività includono l’installazione di punti di accesso all’acqua, la realizzione di servizi igienici e la distribuzione di kit igienici.