
Il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle Zone Umide
Sono ‘batterie naturali’ che aiutano a contrastare i cambiamenti climatici e preservarle non significa solo tutelare il paesaggio e la biodiversità ma assicurarsi uno strumento di benessere, poichè hanno un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza.
Basti dire che riescono a catturare il carbonio presente in atmosfera fino a 10 volte più delle foreste, a parità di superficie (Global Biodiversity Outlook 2021).

Secondo le Nazioni Unite il pianeta ha già perso più dell’85% di questi ecosistemi tra i più rischio del pianeta a causa della pressione antropica e del riscaldamento globale. In particolare sono minacciati dalla drastica diminuzione delle risorse idriche che hanno determinato la scomparsa negli ultimi 50 anni del 35 % delle zone umide a livello globale e del 48% a livello del Mediterraneo (Mediterranean Wetland Outlook 2). Ma le “wetlands” sono minacciate anche dai cambiamenti dell’uso del suolo e delle risorse naturali, dell’inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria e dall’invasione delle specie aliene.
In Italia sono 65 le zone umide, per un totale di 82.331 ettari distribuite tra 15 regioni ma l’elenco delle zone umide è in continuo aggiornamento.
Recuperare, ripristinare e ampliare le zone umide è il focus della giornata mondiale 2023. Il tema di quest’anno è “Wetlands for Disaster Risk Reduction” scelto per evidenziare il ruolo delle aree umide nella riduzione degli impatti sulle comunità di eventi estremi quali inondazioni, siccità e cicloni, nonché per il contributo che questi ambienti forniscono per aumentare la resilienza a tali eventi. Scopri di più qui
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I 72 anni della Convenzione
Il 2 febbraio si ricorda la sottoscrizione della Convenzione di Ramsar avvenuta nel 1971. In quella data fu siglato l’accordo internazionale sull’ambiente nato con lo scopo di conservare e gestire al meglio questi ecosistemi naturali e tutelare le zone umide, ambienti fondamentali per la vita degli uccelli acquatici.
La giornata è in perfetta sintonia con gli obiettivi della decade delle Nazioni Unite su “Ecosystem restoration (2021-2030)”, della Strategia Europea per la biodiversità per il 2030 e della proposta di “Restoration Law” in discussione in sede europea.
Ad oggi sono 172 i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati 2.471 siti Ramsar per una superficie totale di 256,192,356 ettari.
In base agli obiettivi specifici dell’accordo, i Paesi si impegnano a:
- designare le zone umide del proprio territorio, da includere in un elenco di zone umide di importanza internazionale;
- elaborare e mettere in pratica programmi che favoriscano l’utilizzo razionale delle zone umide del loro territorio creare delle riserve naturali nelle zone umide, indipendentemente dal fatto che queste siano o meno inserite nell’elenco;
- incoraggiare le ricerche, gli scambi di dati e di pubblicazioni relativi alle zone umide, alla loro flora e alla loro fauna;
- aumentare, con una gestione idonea le popolazioni di uccelli acquatici;
- promuovere le Conferenze delle Parti;
- promuovere la formazione di personale nei campi della ricerca sulle zone umide, sulla loro gestione e sulla loro sorveglianza.
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A cosa servono e cosa sono le “Wetlands”

Lagune, fiumi, stagni, laghi, paludi, torbiere: sono le Zone Umide. Una rete di acque dolci e salmastre che abbracciano il pianeta come un sistema linfatico che distribuisce nutrimento, filtra e purifica, rende disponibile in condizioni climatiche avverse l’acqua necessaria a dissetare e accogliere una straordinaria biodiversità.
Le zone umide offrono numerosi fondamentali servizi ecosistemici, come la regolazione dei fenomeni idrogeologici, attenuando gli effetti delle piene dei fiumi. Assorbono le piogge in eccesso, arginando così il rischio di inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo al minimo la penuria d’acqua. Basti pensare che solo le torbiere, che coprono circa il 3% del territorio del nostro pianeta, immagazzinano circa il 30% di tutto il carbonio: il doppio di tutte le foreste del mondo.
Favoriscono la ricarica delle falde acquifere, sono naturali “trappole per nutrienti”, riducendo il carico organico derivante soprattutto dalle attività agricole e zootecniche. Lagune e laghi costieri sono importanti per l’itticoltura o la molluschicoltura e sono habitat essenziali per la riproduzione dei pesci e di conseguenza per la pesca.
Le zone umide sono essenziali per la fissazione del carbonio presente nella biosfera, con conseguente mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. Ma l’aspetto più significativo è rappresentato dalla grande biodiversità caratteristica di questi habitat, tra i più ricchi in assoluto insieme alle barriere coralline e alle foreste tropicali.
Iniziative sul territorio nazionale organizzate dal Wwf:
Umbria

Oasi WWF Lago di Alviano (Terni) – Domenica 5 febbraio sarà possibile partecipare ad attività di birdwatching fuori sentiero e grazie all’utilizzo di un microscopio, si potranno scoprire le forme di vita racchiuse in una goccia d’acqua.
Friuli-Venezia Giulia
Domenica 5 febbraio presso il Biotopo Naturale dei Laghetti delle Noghere a Muggia (in provincia di Trieste), escursione didattica con il naturalista Enrico Benussi per comprendere la tipicità del luogo e le sue caratteristiche. Subito dopo si passerà all’azione con un’attività di raccolta dei rifiuti.
Toscana
Sabato 4 febbraio all’Oasi WWF Lago di Burano (Capalbio Scalo), si potrà seguire l’incontro dal titolo “Il fenomeno rosa: perché è importante leggere gli anelli dei fenicotteri” condotto da Marco Scutellà, ornitologo e specialista di fenicotteri.
Ddomenica 5 febbraio, visita guidata lungo il Sentiero Natura della laguna di Orbetello, mentre nel pomeriggio la visita guidata proseguirà al Sentiero del Bosco di Patanella.
Abruzzo
Oasi WWF Lago di Serranella, Centro Visite. Giovedì 2 febbraio, in località Brecciaio, si terrà una breve escursione sull’importanza delle zone umide e l’osservazione guidata dell’avifauna. Domenica 5 febbraio osservazione guidata dell’avifauna. Si prosegue con una escursione didattica lungo il percorso delle Lanche all’interno delle aree riqualificate. Poi osservazione dell’avifauna al Centro Visite dell’Oasi WWF Lago di Serranella.
Puglia
Oasi WWF Le Cesine. Tre appuntamenti consentiranno di vivere da protagonisti alcune delle attività quotidiane di conservazione della natura. Si parte giovedì 2 febbraio on una escursione fotografica, attività rivolta ad appassionati di fotografia naturalistica. Sabato 4 febbraio mattinata di osservazioni dell’avifauna. Domenica 5 febbraio la visita guidata consentirà di conoscere caratteristiche ed azioni di conservazione delle zone umide.
Veneto

Oasi WWF Valle Averto(VE) Sabato 4 Febbraio visite guidate nella Riserva Naturale. Oltre ad osservare la flora e la fauna si parlerà dei risultati del progetto Life Forestall finanziato dalla UE.
Lazio
Due giornate per osservare l’avifauna presente in questi preziosi ambienti. Le prime due sono dedicate agli ‘ospiti invernali’ dell’Oasi WWF Vasche di Maccarese, a Fiumicino, e si terranno domenica 5 e 19 febbraio.
Lombardia
Oasi Levadina, San Donato Milanese. Sabato 4 febbraio visite guidate all’Oasi con particolare attenzione alle zone umide presenti nell’area naturalistica.
Sicilia
Giovedì 2 febbraio incontro presso la sede del WWF Sicilia per parlare del Fiume Oreto. Sabato 4 febbraio, passeggiata naturalistica alle origini del fiume Oreto, l’alta valle dell’Oreto ovvero le sorgenti del torrente Sant’Elia. Gli eventi si chiuderanno domenica 5 febbraio con un’escursione presso i gorghi di Ficuzza.
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Iniziative organizzate da Legambiente in Puglia:
Di particolare rilevanza in Puglia è l’appuntamento del 2 febbraio con Acquedotto Pugliese, che rientra nel protocollo L’Acqua che serve la Puglia, con un open day nel depuratore di bio-fitodepurazione di Melendugno. Un appuntamento che ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini al corretto utilizzo e valorizzazione dell’acqua.
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Il 2 febbraio nella sala conferenze Ipercoop Santa Caterina a Bari seminario sulle aree umide che si collega all’evento del 4 febbraio con la passeggiata urbana in una zona umida della città, dal titolo “Le funzioni delle aree umide nel bilancio delle emissioni di CO2 presenti sulla Terra”.

Il 4 febbraio una passeggiata alla scoperta di una zona umida nella città di Bari mostrerà una piccola popolazione di Gallinella d’acqua, di Tartarughe e Cormorani oltre a Gabbiani, Aironi e Cavalieri.
Così come il 4 febbraio a Barletta spicca il convegno sul Parco regionale del Fiume Ofanto “Dalla rete dei Parchi ai Contratti di Fiume al Parco nazionale del Fiume Ofanto”, insieme a relatori del mondo istituzionale e associativo della Puglia, Campania e Basilicata. Un percorso partecipato che vuole coinvolgere cittadini, imprese e Istituzioni per proteggere il 30% di territorio e di mare entro il 2030.
Il 5 febbraio a Gallipoli si organizza la Passeggiata ecologica “Erano Li Foggi” per promuovere la conoscenza ed il ripristino di questa importante area umida bonificata negli anni ’30 del secolo scorso e oggi inclusa nel Parco regionale Litorale di Punta Pizzo e Isola di S. Andrea. Ritrovo e partenza alla foce del Canale dei Samari.
Infine, il 12 febbraio “Alla scoperta del torrente Asso” sarà un momento di incontro ed informazione sull’importanza ecologica e storico culturale di questo corso d’acqua.
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