Giornata mondiale della salute. Il killer è l’inquinamento atmosferico

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 Oms: “Salvare il pianeta per salvare la nostra salute”. SIMA: inquinamento atmosferico causa ogni anno 90mila morti premature in Italia. Slow Food: puntare su sana alimentazione

 

Our Planet, Our Health”, “Il nostro Pianeta, la nostra Salute”. È lo slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare la Giornata Mondiale della salute, che da quando è stata celebrata per la prima volta nel 2014, ci ricorda che la salute è un diritto umano e non una formalità. Una salute aggredita dall’inquinamento, dalla crisi climatica, dagli effetti della pandemia, dalla plastica che invade i mari. Aria malsana, cibi trasformati, malattie come quelle cardiache e il cancro in aumento, questo lo scenario presentato dall’OMS che avverte: “Ci concentreremo sull’attenzione globale sulle azioni urgenti necessarie per mantenere gli esseri umani e il pianeta in salute e promuovere un movimento per creare società incentrato sul benessere l’equità e la sostenibilità ecologica.?L’interruzione di questi cicli di distruzione per il pianeta e la salute umana richiede un’azione legislativa, una riforma dei cicli produttivi e, non ultimo, un supporto delle istituzioni affinché i singoli individui siano incentivati a fare scelte sane”.

SIMA: Accelerare su transizione energetica e potenziare incentivi per plastic free anche su cosmetica e abbigliamento

I dati forniti dall’OMS parlano di 13 milioni di morti all’anno nel mondo per cause ambientali evitabili. Ogni minuto 13 persone perdono la vita per colpa dell’inquinamento dell’aria.  Dati che la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA)  “legge” con l’occhio rivolto alla situazione in Italia, e  chiede di accelerare su transizione energetica e politiche “plastic free”.

Il nostro è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 90mila decessi prematuri/anno, e gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi: le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte (eventi coronarici e infarto miocardico acuto, 9.000 casi/anno – ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno).

Gli effetti indiretti dell’inquinamento portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati (Mesoteliomi, 1.900 casi/anno da esposizione ad amianto – Tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati – Leucemie, +66% d’incidenza nei siti inquinati – Linfomi, +50% d’incidenza nei siti inquinati – Sarcomi dei tessuti molli, +62% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori polmonari, +29% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori vescicali o renali, +32%  nei siti inquinati – Tumori della mammella, +50% d’incidenza nei siti inquinati).

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La plastica è uno degli agenti più pericolosi di inquinamento

«E’ imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta e sinergicamente con l’Europa per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani – Serve poi continuare sulla politica plastic free aggiungendo incentivi per un più veloce cambio di paradigma nel confezionamento degli alimenti e nella sostituzione di materiali plastici con prodotti e fibre di origine naturale anche nella cosmesi e nell’abbigliamento, mettere al centro la qualità della vita delle persone nei luoghi indoor di vita, svago e lavoro, monitorando i parametri ambientali di temperatura, umidità, CO2 e investendo in dispositivi di mitigazione del rischio (purificatori d’aria), seguire stili di vita sani che ci portino a trascorrere più tempo a contatto con la natura, scegliere come regime alimentare la Dieta Mediterranea che rispetta la stagionalità delle produzioni e ha un impatto ambientale del 60% inferiore rispetto a diete di tipo nordamericano o nordeuropeo”.

La ricetta della salute secondo Slow Food

Proprio a proposito di sana alimentazione, Slow Food presenta il suo nuovo documento di posizione Il nostro cibo è la nostra salute. Solo con la biodiversità si nutre il pianeta. La ricerca di Slow Food su cibo e salute esamina lo stato attuale dei nostri sistemi alimentari globali e le modalità con cui Slow Food lavora per promuovere diete sane.

Il documento presenta inoltre una ricerca condotta da Slow Food per analizzare il contenuto nutrizionale di alcuni Presìdi Slow Food e descrivere in che modo le principali iniziative di Slow Food, come gli orti e i Mercati della Terra, sostengono le comunità locali e garantiscono diete sane e sostenibili proteggendo la biodiversità.

Il documento descrive anche il modo in cui i nostri sistemi alimentari sono governati oggi ed evidenzia la necessità di applicare una politica migliore in ambito alimentare e sanitario, concludendo con una serie di raccomandazioni rivolte ai responsabili politici europei.

«Una dieta è sana non solo quando è adeguata dal punto di vista nutrizionale, ma anche se promuove la salute umana e rispetta quella del pianeta. Una dieta sana si basa su una ricca diversità di cibi di origine vegetale, integrali e minimamente lavorati, coltivati localmente con metodi sostenibili e, soprattutto, una dieta sana può essere – ed è – piacevole» afferma Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. ».

I dati sul sistema alimentare oggi

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L’obesità, un tempo riscontrata soprattutto nei Paesi dal reddito elevato, si è oggi estesa ai Paesi con medio e basso reddito, spesso insieme alla denutrizione

Il sistema alimentare oggi è dominato da grandi aziende che producono, trasformano, distribuiscono e vendono il cibo, indirizzando le scelte alimentari che le persone compiono e definendo dall’alto la disponibilità del cibo e il suo prezzo. La qualità del cibo fornito è di conseguenza povera di sostanze nutritive: ricca di grassi, sale e zuccheri e priva di nutrienti importanti come minerali e vitamine. Inoltre, l’eccessiva abbondanza di questi alimenti solleva problemi di sicurezza alimentare, poiché molti individui e comunità non hanno attualmente accesso a diete adeguate e culturalmente appropriate. Allo stato attuale, secondo la Fao, ci sono 1,9 miliardi di adulti in sovrappeso nel mondo, oltre 650 milioni dei quali sono obesi, mentre allo stesso tempo ci sono quasi 800 milioni di persone denutrite che soffrono la fame e miliardi che presentano carenze di micronutrienti. L’obesità, un tempo riscontrata soprattutto nei Paesi dal reddito elevato, si è oggi estesa ai Paesi con medio e basso reddito, spesso insieme alla denutrizione. Anche nei Paesi dove una maggiore disponibilità di calorie ha mitigato i problemi di sicurezza alimentare, la malnutrizione persiste sotto forma di carenze di micronutrienti.

Anche il cambiamento climatico contribuisce negativamente al nostro stato di salute: pensiamo alla produzione  di carne, responsabile di quasi un quinto delle emissioni globali di gas serra, ma anche degli effetti negativi di un consumo eccessivo di carne rossa. Il cambiamento climatico può anche rendere il cibo meno nutriente: l’impoverimento nutrizionale dovuto all’aumento dei livelli di CO2 può influenzare le concentrazioni di quasi tutti i micronutrienti. «La difesa della biodiversità, una battaglia che da sempre caratterizza la nostra associazione – conclude la presidente Slow Food – –  rappresenta una possibile soluzione alla crisi climatica e alla malnutrizione in tutte le sue forme: sovrappeso e obesità, denutrizione e carenza di micronutrienti».

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