
Gli italiani tra i più spreconi in Europa. Assente la tecnologia a risparmio idrico nelle case di oltre 1 italiano su 2
Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), la ricorrenza inaugurata nel 1992 dalle Nazioni Unite. Il tema scelto quest’anno è “Accelerating change”: al centro della riflessione c’è l’accelerazione del cambiamento, necessario più che mai per meglio gestire lo sfruttamento delle risorse idriche. Oggi non si può più pensare all’acqua come a un bene scontato, e l’oro bianco non può essere soltanto una questione politica. Bisogna, infatti, essere parte del cambiamento con il proprio personale contributo. I piccoli gesti possono fare la differenza. Per citarne soltanto alcuni: evitare di tenere aperto il rubinetto inutilmente, preferire la doccia alla vasca da bagno, usare l’acqua corrente solo quando serve.
Italiani consumatori attenti?

Il Bel Paese sembra essere consapevole del problema: secondo una ricerca svolta da SodaStream, marchio leader nell’acqua frizzante, l’80% degli italiani segue questi semplici consigli e li mette in pratica ogni giorno. I dati raccolti, tutto sommato, sono positivi: il 90% degli intervistati fa docce lunghe massimo dieci minuti, l’80% chiude il rubinetto quando l’acqua non serve. Il 94% usa la lavatrice e la lavastoviglie solo a pieno carico e il 63% lava le verdure in ammollo e non sotto l’acqua corrente. Inoltre, il 75% dei partecipanti al sondaggio fa costantemente una corretta manutenzione dell’impianto idraulico, così da evitare sprechi. Risultati buoni, ma c’è ancora margine di miglioramento: oltre il 50%, infatti, sciacqua ancora i piatti prima di metterli in lavastoviglie e più del 50% non ricicla l’acqua che utilizza in casa. Solo il 47% degli intervistati possiede rubinetti di ultima generazione, gli unici con tecnologia a risparmio idrico.
Dati simili sono riportati anche nella ricerca effettuata da IPSOS in collaborazione con Finish. Le risposte di oltre 1.000 partecipanti ci offrono un quadro interessante, anche questo positivo (soprattutto se paragonato ai risultati degli anni precedenti). Il primo dato di rilievo è che se aumentano i costi legati i consumi domestici, cresce l’attenzione agli sprechi: il 94% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di aver modificato le proprie abitudini domestiche, riducendo l’uso dei sistemi di riscaldamento (52%) e della lavatrice (46%), e prestando maggiore attenzione ai consumi di energia e gas (50%) e l’acqua (38%). Il 62% si dice preoccupato dai costi dell’acqua (e li ritiene elevati), ma l’87% è preoccupato più dall’aumento dei costi energetici. Il 77% degli intervistati che ha dichiarato di provare a ridurre il più possibile lo spreco d’acqua nella propria quotidianità.
Per la prima volta dal 2020 (da quando, cioè, Ipsos ha effettuato la prima osservazione) gli italiani iniziano ad essere effettivamente coscienti della problematica di scarsità dell’acqua nel nostro paese (41%), in netto aumento rispetto al 2022 (25%). Ma se la consapevolezza cresce, gli italiani restano comunque i più spreconi d’Europa, con 220 litri giornalieri pro-capite contro i 165l di media europea. Del resto, le previsioni del World Resources Institute parlano chiaro: entro il 2040 l’Italia vivrà in una condizione di profondo stress idrico.
La desertificazione dietro l’angolo
Se l’attenzione al problema cresce, tuttavia, non è solo merito dell’inflazione. Il cambiamento climatico, l’assenza costante di precipitazioni, la siccità e desertificazione sono talmente evidenti che è impossibile ignorarli. Così Finish ha recentemente presentato la prima Guida Turistica ai Deserti d’Italia, realizzata in collaborazione con il fotografo Gabriele Galimberti, vincitore nel 2021 del World Press Photo e da tempo collaboratore di National Geographic. Una tetra raccolta dove i fiumi sono diventati sentieri da trekking e i laghi si sono ridotti ad aride distese. A tal proposito, l’83% degli intervistati si dice preoccupato dagli effetti della desertificazione, che non riguarda soltanto le regioni centro-meridionali del paese ma anche quelle settentrionali, con particolare riferimento alle aree montane. Di fronte al confronto tra le fotografie ritraenti il Lago di Montespluga (SO) e il Lago Trasimeno (PG) scattate a due anni di distanza, il 20% degli intervistati ha ritenuto che lo scarto temporale tra le immagini fosse più lungo, ben 10 anni.
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Cosa possiamo fare?
Cosa può fare un cittadino nel proprio piccolo? Può riutilizzare l’acqua di cottura di pasta e verdure per, ad esempio, sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o come concime naturale. Si può utilizzare l’acqua del deumidificatore o dell’asciugatrice per il ferro da stiro, allungando la vita dell’elettrodomestico perché priva di calcare, controllare periodicamente il contatore per accorgersi subito di perdite invisibili e monitorare i consumi, chiudere il rubinetto centrale quando si va in vacanza. Piccoli accorgimenti utili a generare impatti positivi in ottica di utilizzo consapevole delle risorse.