Giornata mondiale del suolo 2019: un altro anno nero

In un anno, persi svariati milioni di ettari nel mondo a causa degli incendi e delle attività umane.

Questa volta partiamo dalla fine. L’aumento del consumo di suolo si può evitare, anche facilmente. Basta riqualificare e rigenerare il suolo già occupato dalle attività umane, ricostruire dove sono già presenti fabbricati fatiscenti o inutilizzati, ripulire terreni dismessi e migliorare le aree occupate già esistenti. Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, basta semplicemente abolire le sostanze chimiche artificiali e puntare sul biologico. Solo in questo modo i terreni già utilizzati non vengono inquinati ma si rigenerano facilmente le sostanze nutritive che migliorano la qualità delle colture. Per i pascoli e le foreste, invece, basta salvaguardarli dalle attività umane, perché la Natura sa come gestirli, anche a nostro vantaggio.

La soluzione contro l’aumento del consumo del suolo, quindi, è semplice, ma spesso non viene applicata dall’uomo che, paradossalmente, trova più economico e più semplice costruire ovunque, distruggendo tutto.

Consumo del suolo: il rapporto del WWF

Il rapporto del WWF è chiaro: milioni di ettari di foreste sono andate perdute nel mondo a causa degli incendi, della deforestazione selvaggia, dell’agricoltura e della zootecnia. Questo disastro ambientale causa i cambiamenti climatici che quest’anno si stanno manifestando in ogni angolo del mondo. Fenomeni meteorologici estremi, temperature sopra le medie, scioglimento dei ghiacciai, aumento dell’inquinamento e della temperatura globale, una situazione che degenera in fretta se non si adottano soluzioni rapide e concrete. Per queste ragioni, saranno fondamentali i risultati della 25esima Conferenza Mondale sul Clima di Madrid.

FederBio esorta: tuteliamo il suolo è fonte di vita

agricoltura campo boscoPer FederBio serve una gestione più sostenibile del suolo. Secondo i dati della FAO, oltre il 33% dei suoli mondiali sono degradati. Si calcola che nel mondo ogni 30 minuti vengono persi 500 ettari per erosione, inquinamento o cementificazione. Questi dati sono importanti per studiare un’azione politica globale mirata ad invertire la rotta. Perché, per formare 1 centimetro di suolo fertile sono necessari dai 100 ai 1000 anni. Ovviamente, l’agricoltura intensiva e l’uso di diserbanti e prodotti chimici riducono fortemente la fertilità. Da uno studio condotto dal Centro Comune di Ricerca di Ispra, in provincia di Varese, considerato il terzo più grande sito della Commissione europea dopo Bruxelles e Lussemburgo, in collaborazione con altri centri europei e italiani, è emerso che in Italia l’erosione colpisce un terzo della superficie agricola che corrisponde ad una perdita annuale di produttività pari a 619 milioni di euro. L’agricoltura biologica, invece, dona al terreno sostanze nutritive importanti e consuma il 45% di energia.

Quindi, ancora una volta, dobbiamo fare un passo indietro, tornare al passato, per poter salvare il nostro futuro.

Il progetto AZeRO dell’ENEA

Il progetto AZeRO dell’ENEA studia la presenza di antibiotici nei residui e reflui degli allevamenti, per sviluppare una serie di azioni mirate a ridurre eventuali contaminazioni dei suoli e delle acque e la diffusione di batteri multi-resistenti. La ricerca intende scoprire la presenza del sulfametossazolo nei reflui zootecnici utilizzati per produrre biogas e fertilizzanti. Si tratta di un antibiotico utilizzato in ambito veterinario. Secondo alcuni studi, sembra che una frazione cospicua di antibiotici raggiunga ancora attiva i suoli attraverso le feci degli animali, diffondendo batteri multi-resistenti. Ovviamente, ciò può provocare gravi rischi alla saluta umana e animale. La loro presenza può compromettere le attività microbiche dei suoli e delle acque. La ricerca sta dando ottimi risultati, tanto da allargare il campo d’azione verso altri principi attivi.

Coldiretti Puglia: mangiati 162mila ettari di terra coltivata

Dati allarmanti quelli diffusi da Coldiretti Puglia in occasione della Giornata Mondiale del Suolo che dal 2014 si celebra il 5 dicembre. La Puglia ha perso 162mila ettari di suolo. Le cause sono la cementificazione, l’abbandono e i gravi errori nella programmazione e valorizzazione del territorio. Già il Piano del Consumo del Suolo realizzato nel 2017 dal Politecnico di Bari aveva confermato questa tendenza, studiandone anche l’andamento, ma oggi, i conclamati cambiamenti climatici e gli investimenti nel turismo e nell’edilizia stanno accelerando il consumo minando pericolosamente il territorio. “Per questo occorre accelerare – conclude Coldiretti – sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio.”.

 

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