Giornata dell’alimentazione -2 – Un aiuto dalla dieta della salute planetaria e dalla cucina anti spreco

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Preparazioni semplici, con un risvolto green, possono ridare una seconda vita agli scarti alimentari e dare un impatto positivo sull’ambiente

A Bari, prime prove di cucina dell’innovativo superfood “Freekeh” testato sulla Murgia. Ad Altamura celebrazione del Pane famoso in tutto il mondo. E per un menu più sano, ecco la dieta della salute planetaria. WWF: anno tragico per l’agricoltura

Ricette e soluzioni per riutilizzare gli avanzi  seguendo antiche tradizioni gastronomiche italiane per creare piatti simbolo delle culture dei territori è tornato prepotentemente alla ribalta in un momento in cui per gli effetti della pandemia Covid è strategica anche un’assunzione di responsabilità individuale e di solidarietà sociale per sostenere il Paese e chi si è trovato in difficoltà economiche. Si tratta semplicemente di un cambiamento globale nel sistema alimentare, per la salute della Terra e dei suoi abitanti.

Freekeh, il cereale testato sulla Murgia

Uno dei comandamenti della giornata mondiale dell’alimentazione è “ Evitare gli sprechi”. E in questa occasione  grazie a Coldiretti i piatti della cucina degli avanzi anti spreco sono protagonisti oggi nel grande mercato regionale di  Campagna Amica in Piazza del Ferrarese a Bari, alle ore 10,00, con gli chef contadini che mostreranno in diretta come organizzare e preparare un pasto completo a “spreco zero” ad alto tasso di risparmio per facilitare la vita quotidiana delle famiglie.

Saranno eseguite le prime prove di cucina dell’innovativo superfood, il  “Freekeh”, il cereale che gli agricoltori della Murgia stanno testando grazie al progetto di ricerca ‘New Grain’, portato avanti dall’Università di Bari nelle aziende agrituristiche VI.Cento, Masseria Revinaldi e l’Agriturismo Civitelluzza, in collaborazione con Coldiretti Bari e Terranostra Puglia, associazione agrituristica e ambientale.

Nell’occasione sarà divulgato l’esclusivo studio Coldiretti su come sono cambiati i consumi alimentari delle famiglie in casa e al ristorante con i consigli per contenere gli sprechi domestici, ma anche su come il Covid ha impoverito gli italiani creando fasce di difficoltà sociale in fasce di popolazione mai considerate prima dell’emergenza.

 World Bread Day 2021: il 16 ottobre si celebra il Pane di Altamura Dop

Anche il Consorzio di Tutela e Valorizzazione del Pane di Altamura DOP dedica una intera giornata per grandi e piccoli per raccontare, valorizzare, promuovere uno dei prodotti più importanti della tradizione pugliese.

L’evento, “Le origini del pane di Altamura” si tiene proprio nella città del Pane, tra convegni, laboratori, presentazione di libri e degustazioni. Il ricco programma della giornata sarà valorizzato dalla partecipazione di alcuni prodotti dell’eccellenza agroalimentare pugliese e italiana nel mondo: il Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, formaggio Asiago, Burrata di Andria, Olio Dauno, Cipolla di Margherita di Savoia, Lenticchia di Altamura Si tratta di un’occasione, fanno sapere gli organizzatori, per stringere e avviare rapporti di collaborazione, raccontare le proprie esperienze territoriali, portare a conoscenza di tutti le proprie best practice, anche grazie al supporto della regione Puglia.

Gli eventi si svolgeranno presso l’ex monastero del Soccorso (Piazza della Resistenza 5) e l’atrio del liceo Cagnazzi (Piazza Zanardelli 30).

Qui il programma completo 

WWF: cibo di minor qualità con prezzi alle stelle, è colpa del clima

In occasione della Giornata Internazionale dell’Alimentazione, , il WWF lancia il report “2021 effetto clima: l’anno nero dell’agricoltura italiana” per denunciare come il clima abbia inciso drammaticamente sulla produzione di alcuni prodotti tipici del nostro territorio e i prezzi siano schizzati alle stelle. Con potenziali ripercussioni anche per la disponibilità di prodotti agro-alimentari sui mercati locali: i consumatori potrebbero essere gravemente colpiti dall’aumento dei prezzi di frutta e verdura, alla base delle diete sostenibili.

Complessivamente, gli eventi climatici estremi sono costati al comparto agricolo circa 14 miliardi di Euro negli ultimi 10 anni. Il 2021 è celebrato dalla FAO come l’anno internazionale della frutta, ma tristemente questa ricorrenza coincide con quello che viene definito da molti “l’anno nero dell’ortofrutta italiana”.

Il report lanciato oggi dal WWF evidenzia come a causa dell’incremento medio globale della temperatura del 20%, e col conseguente aumento degli eventi estremi (gelate, siccità, grandinate, ben 1500 nel 2021) alcune colture sono state penalizzate, come il miele che ha perso il 95% della produzione rispetto all’anno precedente e la frutta con un calo medio del 27%, e picchi di -69% come per le pere. Ma anche il riso (-10%), il vino (che in alcune regioni ha subìto cali fino al 50%) e l’olio che ha fatto registrare in alcune regioni del centro-nord i danni più gravi: fino all’80% in meno in un anno che doveva segnare invece una produzione in crescita rispetto all’anno precedente. Anche le filiere di trasformazione sono state messe in crisi: il caldo torrido di questa estate ha accelerato la maturazione del pomodoro, superando la capacità logistica per raccoglierlo, trasportarlo e lavorarlo: il 20% del raccolto è andato così perduto.  La “tropicalizzazione” del clima apre inoltre la possibilità di sostituire i prodotti tradizionali con coltivazioni domestiche di frutti esotici, trend già in atto e che si stima sia raddoppiato negli ultimi tre anni.

Ma allo stesso tempo la produzione, distribuzione e consumo di cibo lavorano come cause dirette del cambiamento climatico: basti pensare che il sistema alimentare contribuisce per circa il 37% alle emissioni di gas serra, di cui ben un terzo è legato agli sprechi alimentari, fenomeno in costante crescita. Per il WWF l’agricoltura biologica rappresenta una soluzione duratura non solo alla produzione sostenibile di cibo, ma anche alla riduzione della produzione di gas serra da parte del comparto agricolo: lo stoccaggio di carbonio nel suolo, indotto dalla concimazione organica, potrebbe ridurre drasticamente le emissioni dell’intero comparto.

È importante sapere però che la mitigazione del cambiamento climatico può venire anche dai comportamenti individuali. Nel nuovo report il WWF propone un decalogo per salvare il clima a tavola che contiene semplici accorgimenti – dalla spesa quotidiana a cosa portare in tavola perché ognuno di noi abbia gli strumenti per ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra e dare il proprio contributo al Pianeta, lanciando un segnale anche al mercato.

Dieta della Salute Planetaria, una dieta globalmente sostenibile

Nel 2050, quasi 10 miliardi di persone abiteranno la terra. Attualmente ce ne sono circa 7,8 miliardi, e di questi oltre 800 milioni di persone soffrono costantemente la fame, mentre, all’opposto, un numero ancora maggiore di persone è in sovrappeso.

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La dieta della salute planetaria è basata soprattutto su verdure, frutta, cereali integrali, legumi e noci (Foto Silviarita da Pixabay)

L’approccio olistico della salute planetaria presuppone che senza un pianeta sano, non ci possa essere salute a lungo termine per l’umanità. Se e come si possa produrre in futuro una quantità sufficiente di cibo sano per tutti gli abitanti della terra senza sfruttare le risorse naturali e senza danneggiare l’ambiente, il clima e la natura, è quindi una delle domande centrali da porsi.

La Commissione EAT-Lancet, composta da 37 scienziati di diverse discipline e di 16 paesi, ha provato a dare una risposta a questa domanda. Ha definito una dieta che possa promuovere la salute umana e al tempo stesso preservare la salute del pianeta. La cosiddetta dieta planetaria o Planetary Health Diet è una dieta prevalentemente vegetale a base di molte verdure, frutta, cereali integrali, legumi e noci.

Piccole o moderate quantità di latticini, pesce, frutti di mare e carne possono integrare l’apporto dei nutrienti vegetali. Poiché le raccomandazioni sono volutamente mantenute flessibili, possono essere adattate alle culture alimentari locali e alle preferenze individuali in qualsiasi parte del mondo. Mettere nel piatto più prodotti di origine vegetale e meno prodotti di origine animale porta immensi benefici all’ambiente e alla salute umana. E’ necessaria meno terra per la produzione di cibo e mangimi, e vengono prodotti meno gas serra, dannosi per il clima.

Secondo alcuni modelli matematici, un cambiamento nella dieta verso una dieta planetaria potrebbe prevenire circa 11 milioni di morti tra gli adulti, in tutto il mondo, ogni anno.

Il menù della dieta planetaria e informazioni più dettagliate sono disponibili sul sito del CTCU.

 

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