G20. WWF: progressi limitati. Greenpeace: un fallimento. “A COP26 vogliamo di più”

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Gli attivisti di Greenpeace Italy durante la manifestazione in occasione del G20 contro il greenwashing climatico delle grandi potenze (Foto Lorenzo Moscia per Greenpeace)

Il vertice di Roma manda alcuni segnali importanti, ma ora i leader devono cambiare passo a Glasgow per limitare il riscaldamento globale a 1,5°c. Più impegno per fermare l’uso dei combustibili fossili

Non sono soddisfatti WWF e Greenpeace, le maggiori organizzazioni ambientaliste del mondo, a conclusione del G20 di Roma, malgrado i segnali distensivi e le parole positive che presidente del Consiglio Mario Draghi, che  ha lodato l’impegno dei leader mondiali a proposito della data “capolinea” – metà del secolo – individuata per limitare l’aumento della temperatura globale a i 1,5° C. Ora, guardando ai negoziati sul clima della COP26 a Glasgow, WWF e Greenpeace chiedono ai potenti impegni molto più precisi e concreti.

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Ecco le posizioni delle due associazioni.

WWF: Si deve fare di più su clima e tutela della natura

“Ci aspettavamo molto di più dai paesi del G20, responsabili del 78% delle emissioni globali di gas serra” ha detto   Manuel Pulgar-Vidal, responsabile Clima ed Energia del WWF Internazionale e presidente della COP20, commentando la dichiarazione conclusiva del Summit G20 .   . Ora devono aumentare i loro obiettivi e piani nazionali (NDC) per il 2030, in modo che l’attuale divario di ambizione per limitare l’aumento della temperatura globale a i 1,5° C sia colmato, e che siano messe in atto politiche strutturali. Sappiamo che i Paesi devono fare molto di più di quanto già promesso, come ha dimostrato il rapporto sugli NDC della Convenzione sul Clima. Non possiamo permetterci di aspettare fino al 2025. Quindi la COP26 deve partire da questi impegni, adottando una Roadmap di Glasgow per accelerare l’attuazione che stabilisca il corso dell’azione tra ora e allora”.

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Il G20 ha preso l’impegno di piantare 1000 miliardi di alberi entro il 2030

WWF commenta anche gli impegni del G20 sulla natura, essenziali per  fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030 e per  limitare il riscaldamento globale . E sulla scelta di piantare collettivamente mille miliardi di alberi entro il 2030, pur apprezzando l’impegno sul ripristino degli ecosistemi, chiede di più. Secondo Fran Price, responsabile foreste del WWF Internazionale, ” Data l’urgenza con cui abbiamo bisogno di proteggere e ripristinare le foreste a livello globale, abbiamo bisogno di più di obiettivi più ambiziosi e i leader del G20 dovrebbero sostenere l’impegno di oggi con piani di attuazione e finanziamenti credibili – e garantire che questi sforzi coinvolgano le popolazioni indigene e le comunità locali e siano condotti nel pieno rispetto dei loro diritti e territori”, obiettivi da raggiungere di pari passo a una rapida decarbonizzazione “È anche importante assicurare che gli alberi siano piantati nei posti giusti , idealmente come parte di strategie di ripristino degli ecosistemi più ampie e inclusive – ha detto Price – e in consultazione e collaborazione con le comunità locali.”

 G20 e natura: la dichiarazione

Sulla natura, la dichiarazione pubblicata al G20 riafferma gli impegni dell’Accordo di Parigi e include impegni per:

·         Migliorare i loro NDC 2030 e presentare piani di adattamento.

·         Rafforzare le azioni per fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.

·         Aumentare e incoraggiare l’attuazione di soluzioni basate sulla natura o approcci basati sugli ecosistemi.

·         Riconoscere gli sforzi fatti dai paesi (93 e UE) che hanno sottoscritto il Leaders Pledge for Nature.

·         Compiere progressi per assicurare che il 30% della terra, degli oceani e dei mari (“30×30”) sia conservato o protetto entro il 2030, secondo le circostanze nazionali.

·         Invita le parti della CBD ad adottare un ambizioso, equilibrato, pratico, efficace, robusto e trasformativo quadro per la biodiversità globale post 2020 alla COP15 di Kunming nel 2022.

·         Riconosce che il finanziamento per la prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie (PPR) deve diventare più adeguato, più sostenibile e meglio coordinato.  – Questo ha bisogno di essere supportato da finanziamenti per essere realizzato.

·         Condividere l’obiettivo ambizioso di piantare collettivamente 1 trilione di alberi, concentrandosi sugli ecosistemi più degradati del pianeta.

Greenpeace: “Il G20 ha fallito nell’affrontare la crisi climatica, parole deboli dai leader”

Considera “deludente” l’ esito del vertice del G20 Greenpeace, e  per COP26  invoca un piano d’azione più rapido e ambizioso per affrontare l’emergenza climatica e la pandemia di Covid-19. Obiettivo ancora più pressante perché già dallo scorso luglio gli impegni assunti dai governi del G20 per tagliare le emissioni non erano affatto sufficienti per rispettare gli accordi di Parigi, tanto che gli sforzi andrebbero raddoppiati. I grandi emettitori tra le nazioni del G20, tra cui Australia e India, devono ancora presentare nuovi obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni.

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Il G20 ha preso anche l’impegno di sostenere i paesi più vulnerabili nella lotta alla pandemia. Ma Greenpeace chiede anche di lasciare ai Paesi di tutto il mondo la libertà di produrre vaccini generici

Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International, dichiara: «Se il G20 è stato una prova generale per la COP26, i leader mondiali non si sono dimostrati all’altezza. Nel loro comunicato hanno usato parole deboli, prive sia di ambizione che di visione, e non sono riusciti a cogliere l’importanza di questo momento storico. A Glasgow Paesi come l’Australia e l’Arabia Saudita devono essere isolati, mentre i Paesi ricchi devono finalmente capire che la chiave per sbloccare la COP26 è la fiducia. I governi devono ascoltare il grido di allarme del nostro pianeta e tagliare in modo drastico le emissioni di gas serra per limitare il riscaldamento globale entro la soglia di sicurezza di 1,5°C».

«Alla COP26 continueremo a fare pressione affinché i governi assumano impegni più ambiziosi nella lotta al riscaldamento globale, e regole chiare per sostenerli. Dobbiamo fermare immediatamente ogni nuovo progetto di sfruttamento dei combustibili fossili», continua Morgan, che rincara la dose: «Chiediamo un’autentica solidarietà verso i Paesi più poveri, affinché siano messi in grado di affrontare e adattarsi all’emergenza climatica e lasciando ai Paesi di tutto il mondo la libertà di produrre vaccini generici, trattamenti e strumenti diagnostici per proteggere le comunità più povere ».

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, spinge l’Italia, co-organizzatrice di COP26, ad avere posizioni più nette: «Occorre un nuovo piano nazionale che non faccia affidamento su false soluzioni come il CCS (cattura e sequestro del carbonio) o le misure di compensazione delle emissioni. Al contrario, occorre ridurre le emissioni di gas serra aumentando rapidamente la quota di energie rinnovabili».

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