FridaysForFuture da Bari a Glasgow per COP 26

marco modugno
Marco Modugno(ultimo a destra) alla manifestazione dei vari movimenti giovanili durante la Pre-COP26 a Milano, lo scorso 2 ottobre

FridaysForfuture, i giovani e la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici: “Un’occasione sprecata, uno show dei Paesi più industrializzati”.  Come la pensa in Puglia il movimento di Greta Thunberg? Nostra intervista al referente per Bari, Marco Modugno

Il 5 novembre è stata la giornata di COP26 dedicata ai giovani. Non a caso un venerdì, giorno da qualche anno consacrato agli scioperi per il clima inaugurati da Greta Thunberg.  E Greta c’era a Glasgow, dove ieri si sono dati appuntamento almeno 10mila giovani attivisti da tutto il mondo per un’edizione speciale del FridaysForFuture.

I ragazzi in marcia a Glasgow e in altre parti del mondo vogliono fare capire che la discussione sul clima deve uscire dai palazzi e passare dai leader politici e governativi alla piazza e alla gente. “Basta blablabla”, ancora una volta ha scandito Greta, che su Twitter ha definito COP26 “Il festival del greenwashing”.

Tra i 10mila di Glasgow c’è anche una piccola pattuglia di attivisti di FridaysForFuture Italia, che stanno raccontando sui social queste giornate. Ambient&Ambienti ha incontrato a Bari Marco Modugno, referente nel Movimento Nazionale per FridaysForFuture Bari, dove è entrato poco meno di tre anni fa, anche a causa della sua esperienza di rappresentante di istituto al liceo scientifico Scacchi di Bari; qui si è fatto le ossa per affrontare temi non solo prettamente ambientali, ma anche di partecipazione democratica. Ora studia Giurisprudenza, che ha “scoperto” proprio attraverso il suo attivismo sia fuori che dentro la scuola. «Penso sia estremamente bello quando attivismo, studio, scrittura, insomma, i propri interessi, siano inscindibili nel proprio modus vivendi», dice.

“COP 26, occasione che determinerà se ci salveremo o meno”

Come sta andando COP26? Siamo sulla strada giusta per tenere sotto controllo la temperatura del Pianeta?

«È ancora molto presto per dare le pagelle dell’intera COP26, che certo parte compromessa dal segnale politico che hanno voluto inviare, attraverso la mancata partecipazione dei capi di stato, Turchia, Cina e Russia. Gli ultimi due, già durante il G20, si erano opposti all’accordo relativo alla neutralizzazione delle emissioni entro il 2050.

«Certo, le premesse di questa COP non sono negative, ma nemmeno molto positive. Una cosa è certa: è l’occasione che determinerà se ci salveremo o meno, se vorremo attuare una inversione di rotta, o condannarci ad un progressivo ma celere aumento della temperatura globale, con conseguenze disastrose per l’intera umanità. Noi attivisti di tutto il globo non molliamo proprio per questo. Se siamo qui, se i capi di stato cominciano a citare gli allarmi della scienza, ma anche le rivendicazioni dei giovani attivisti, è anche grazie a noi, alle nostre mobilitazioni. »

Ci sono vostri attivisti a COP26?

«C’è una decina di attivisti di FFF Italia che è appena arrivata a Glasgow, via rotaie. Racconteranno da vicino la COP26 sui social di @destinazionecop, con aggiornamenti pubblicati anche sulle edizioni online del quotidiano Domani».

“A Bari, dopo il nostro documento di due anni fa non è cambiato niente”

fff bari, richieste al sindaco
A distanza di due anni dall’incontro col sindaco di Bari Antonio Decaro, cui consegnarono un documento, FridaysForFuture rinnova il pacchetto di proposte per una città più vivibile

Gli obiettivi di contenimento del global warming devono avere una ricaduta nella vita cittadina: come pensi che Bari stia affrontando la questione? Come giudica FFF Bari le scelte fatte dall’amministrazione comunale in tema di mobilità sostenibile, verde urbano, ecc?

«Due anni fa, come FridaysForFuture Bari, scrivemmo un documento, diviso per punti, in cui consigliavamo all’amministrazione comunale, nella persona del sindaco Decaro, che incontrammo per la consegna del documento, le azioni da fare per rendere Bari più ecosostenibile Tra i punti da attuare, quella verso una vera mobilità sostenibile, con piste ciclabili adeguate e sicure, ma si parlava anche di verde pubblico ed edilizia, educazione ambientale, gestione rifiuti. Da allora, di quei punti, non abbiamo visto nulla. Certo, era in corso una pandemia, ma, come sappiamo, la crisi climatica, nel frattempo, non è andata in vacanza, anzi, è peggiorata, durante quella pandemia che tanto è correlata al nostro rapporto di sfruttamento verso la natura, di consumo di suolo, di squilibrio»

Oggi come si sta muovendo il movimento sugli stessi temi? E’ cambiato qualcosa nelle proposte?

«Nelle proposte non è cambiato granché, salvo maggiore articolazione -anche pratica- delle idee presenti sul documento. Diciamo che più che altro è cambiata la disponibilità economica della politica amministrativa in generale. Un esempio è il progetto Bari Costa Sud, finanziato con i soldi europei del PNRR e presentato durante una recente seduta della consulta ambiente del comune di Bari, in cui eravamo presenti anche noi. La differenza, insomma, è che, ora, i soldi ci sono, persino troppi. Speriamo dunque che questa disponibilità sia accompagnata dalla volontà di costruire una progettualità articolata e che sia trasversale in tutti gli ambiti dell’amministrazione di città e città metropolitana, perché non possiamo fermarci a -beninteso, utilissimi- interventi di riqualificazione urbana a sfondo ecologista».

” Solo l’informazione sistemica può dare frutti”

Nel resto della regione come sta agendo FFF?

«La pandemia ha in tutt’Italia dato il via colpo di grazia a partecipazioni di piazza che magari erano già in crisi, o lo sono diventate. I Gruppi Locali della Puglia hanno subito in particolar modo questa situazione. Ultimamente, però, il gruppo locale di Taranto si è ripreso alla grande, facendo un’azione nei pressi di un liceo della zona: l’istruzione pubblica, la formazione, sono istituti imprescindibil di contrasto alla crisi climatica, che è talmente complessa che solo un’operazione di informazione sistemica può dare i suoi frutti».

 

 

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