
Invitati e poi identificati: il racconto del movimento ambientalista. Azioni di controllo anche su Extinction Rebellion

Invitati e poi braccati dalla Digos. È successo agli attivisti di Fridays for future, invitati la scorsa settimana alla Fiera del Levante, a Bari. Nell’ultimo anno i ragazzi dei movimenti ambientalisti, in particolare quelli di Extinction Rebellion, sono finiti al centro della cronaca per le loro azioni di protesta, da quelle più pacifiche alla vernice sui monumenti, passando per il blocco del traffico (come è accaduto ad agosto sulla Statale 16, per mano di Ultima Generazione). Nel capoluogo pugliese, i ragazzi del Fridays sono noti soprattutto per i cortei, quelli nati grazie alla spinta della loro leader Greta Thunberg, ma tanto è bastato per essere fermati e identificati. Lo racconta il portavoce del movimento, Marco Modugno.
L’occasione era l’evento al quale, il 12 settembre, hanno partecipato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il governatore Michele Emiliano e l’assessora regionale Anna Grazia Maraschio. I ragazzi di Fridays for future erano presenti in qualità di invitati dall’assessorato all’Ambiente della Regione Puglia, nel padiglione congressi della Fiera del Levante. “È stata una giornata particolare – spiega Modugno – soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza che abbiamo ricevuto dalla Digos (la divisione investigazioni generali e operazioni speciali, ndr). Ci hanno bloccato all’accesso nei primi minuti, attendendo che entrassero prima tutti gli altri invitati (come se non fossimo anche noi ospiti), poi siamo stati identificati. Poi ci hanno visto distribuire, ad alcuni amministratori locali, alcuni fogli con un testo su una nostra campagna a favore della protezione delle dune. A quel punto la Digos ci ha intimidito, dicendoci che avremmo ricevuto una notifica perché avevamo violato un articolo (quale, non si sa) del codice penale per volantinaggio”. La campagna a cui Modugno si riferisce, è quella contro il divieto di inserire le dune nelle concessioni demaniali, deciso dalla Regione Puglia a dicembre (ma che sarà probabilmente soppresso). Come raccontato ancora da Modugno, inoltre, gli attivisti hanno notato che un agente ha chiesto uno dei volantini a un vicesindaco lì presente, che tuttavia si è rifiutato di consegnarlo.
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Sempre più controllati i movimenti giovanili
“Questa cosa – continua Modugno – sta accadendo anche altrove. Siamo stati a Mantova dove alcuni attivisti di Fridays stavano gestendo dei tavoli, quando una di loro, Sofia Pasotto, è stata bloccata mentre faceva il suo ingresso ad un evento del Festival della Letteratura. Uno dei main sponsor dell’evento era Eni, una loro dipendente è stata vista parlare con la Digos per impedirle l’accesso…”
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Gli esempi non finiscono qui, e vedono coinvolti ancora Eni. Il 19 settembre, infatti, gli agenti della polizia di Milano e Pavia si sono presentati presso le abitazioni di due attivisti di Extinction Rebellion per eseguire una perquisizione e consegnare denunce per imbrattamento. A renderlo noto è il movimento stesso tramite un comunicato stampa. Sono state eseguite anche perquisizioni corporali, perquisizioni delle auto e a entrambi sono stati sequestrati i telefoni e i personal computer. “Sono entrati in casa e hanno iniziato a spostare tutte quanto – dichiara Skar, uno degli attivisti coinvolti – Hanno perquisito anche la mia macchina e ho potuto andare in bagno solo scortata. Tutto questo per aver attaccato con acqua e farina, cinque mesi fa, dei volantini in una sede RAI di Milano, per chiedere un’informazione libera dalle multinazionali del fossile”. I fatti risalgono al 14 aprile: Enrico e Skar avrebbero “incollato alcuni manifesti, con farina e acqua, alle vetrate della sede di RAI Pubblicità S.p.A. di corso Sempione. L’obiettivo dell’azione era esortare la RAI a dare un’informazione più completa e capillare sulla crisi ecoclimatica e a rivedere i propri legami con ENI, azienda che continua ad investire nell’estrazione di petrolio e gas, ma che attraverso pubblicità e sponsorizzazioni contribuisce ai bilanci della televisione pubblica italiana. Sponsorizzazioni delle quali non è noto l’ammontare”.
Non è la prima volta che a Milano accade un episodio simile. A maggio 2022, diversi agenti delle forze dell’ordine hanno perquisito e denunciato alcuni studenti delle scuole superiori, in seguito alle manifestazioni contro le morti dell’alternanza scuola-lavoro, e alcuni attivisti di Fridays For Future, per aver scritto “Il gas fossile uccide” presso una sede di Gazprom.
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I controlli anti-protesta si fanno insomma più aspri, non solo in Italia. Il 13 aprile, l’inviato speciale per i difensori dell’ambiente, Michel Forst, nel corso di un convegno organizzato a Torino da Amnesty International ha dichiarato: “La repressione sta diventando la risposta più facile al dissenso. Bisogna comprendere le cause per cui si decide di andare contro la legge. Alle volte, i giudici si concentrano sull’azione in sé e non sulle ragioni profonde che la muovono”.