Freddo e cani: come curare il pelo in questo periodo?

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Quando ci si prepara ad accogliere un nuovo membro della famiglia, la felicità è spesso accompagnata da dubbi e domande e lo stesso accade quando il nuovo arrivato è un amico a quattro zampe

Ecco cosa sapere del pelo e del sottopelo con alcuni consigli e suggerimenti utili su come prendersene cura in vista dell’inverno, per non fermarsi all’estetica e scoprire cosa colore ed aspetto possono rivelare

Il brusco abbassamento delle temperature in questi giorni un po’ in tutta Italia si fa sentire con particolare forza  soprattutto la mattina e la sera quando i proprietari di cani passeggiano un po’ infreddoliti per le vie della città con i loro amici a quattro zampe. E se le persone possono fare affidamenti su cappotti e maglioni caldi, gli animali hanno il pelo a coprirli. Che sia lungo, corto, bianco o rosso, il pelo può rivelare lo stato di salute, ma anche delle patologie.

La funzione del pelo: quanto lo conosciamo?

 Il pelo degli animali è una preziosa copertura per l’autoregolazione della temperatura corporea. Grazie ad un potere termoisolante, infatti, il pelo in inverno tiene il freddo “fuori”, impedendogli così di arrivare alla cute e di raffreddare l’animale. In autunno e in primavera cani e gatti cambiano il pelo e inizia la fase della muta. In primavera, invece, il mantello si rinnova crescendo meno fitto e più leggero. In autunno, infine, il pelo cresce più folto. E se la cute protegge dall’entrata di batteri e funghi, il pelo protegge dal caldo, dal freddo e dagli agenti atmosferici.

A fare il punto sulla tematica ci ha pensato MYLAV , laboratorio di analisi veterinarie. Parole d’ordine: conoscere per prevenire.

L’importanza di prendersene cura: cosa fare in base alla lunghezza

Nei cani il pelo viene distinto in: lungo (es. Bearded Collie, Levriero Afgano, Pastore Bergamasco) semilungo (es. Pastore Tedesco, Terranova, Samoiedo e Siberian husky), corto (es. Fox Terrier, Labrador o Rottweiller) o raso (es. Alani, Bassotti, Boxer e Dobermann).

Nelle razze canine a pelo raso, ovvero cortissimo e aderente alla pelle, il pelo si presenta fitto ed e? opportuno spazzolarli con guanto antistatico. Per chi fa caso ai peli su divani o altro, forse è bene che sappia che le razze a pelo raso cambiano il pelo nel corso di tutto l’anno, e non soltanto nel passaggio da una stagione all’altra.

Con i mantelli a pelo corto, l’utilizzo di un guanto antistatico può? essere associato a un pettine a denti corti, ben fitti. Due accortezze in più: se il pelo è corto ma allo stesso tempo folto, è suggeribile l’uso di una spazzola ad aghi sottili e morbidi per togliere i nodi un paio di volte alla settimana, passando subito dopo anche una spazzola di setole per eliminare eventuale sporco residuo.

La cura del pelo semilungo e? più? impegnativa: questo può essere più? o meno vitreo e impermeabile, associato a un sottopelo di misura inferiore, in genere fitto e lanoso, per mantenere la temperatura corporea. Per delle spazzolature periodiche, circa ogni venti giorni, il cardatore e la spazzola sono un valido aiuto, da associare, all’uso di slanatori durante la spazzolatura giornaliera e in fase di lavaggio.

cane leonbergers (foto Maximilliane da Pixabay)
Tre sono i pigmenti alla base del colore dei mantelli: l’eumelanina nera, l’eumelanina bruna e la phaeomelanina rossa. La diluizione di questi pigmenti e la loro assenza (quindi il bianco) consentono di definire diversi colori (foto Maximilliane da Pixabay)

La spazzolatura migliore per un cane a pelo lungo, infine, si effettua con un pettine a denti larghi con punte arrotondate, partendo dalla testa e proseguendo per tutto il corpo. Per le razze a pelo lungo con folto sottopelo e? meglio prediligere spazzole ad aghi sottili per districare delicatamente i grovigli, eliminando nodi e sporcizia (foglie e fango). Vi sono poi razze, quali Gordon, English e Irish Setter, Cocker Spaniel, Yorkshire Terrier, ad esempio, dotate di pelo lungo, ma senza sottopelo protettivo: per queste vale la regola di pettinare con cautela, per non graffiare la pelle e far male all’animale.

Occhio al colore del mantello

 Tre sono i pigmenti alla base del colore dei mantelli: l’eumelanina nera, l’eumelanina bruna e la phaeomelanina rossa. La diluizione di questi pigmenti e la loro assenza (quindi il bianco) consentono di definire diversi colori, mentre la loro presenza ed espressione dipende dal corredo genetico dell’animale, nonché dal condizionamento legato all’azione di geni modificatori in grado di agire differentemente in funzione di alcune variabili ambientali (temperatura, ecc..). Oggi, grazie ai progressi nell’ambito della ricerca genetica, è possibile effettuare test specifici sui diversi locus (posizione occupata da un determinato gene o da uno dei suoi alleli in ciascuno dei due cromosomi omologhi) che regolano la colorazione dei mantelli dei cani e della loro tipologia di pelo.

«Tali test non sono tanto importanti per predire il colore, quanto fondamentali, in alcune razze, per evitare accoppiamenti che potrebbero dare alla luce cuccioli con problematiche più o meno gravi – rivelano gli esperti MYLAV – Le cellule pigmentarie hanno un ruolo importantissimo, avendo la stessa origine di quelle che poi sviluppano alcuni organi come ad esempio l’apparato uditivo e visivo. È opportuno quindi fare indagini sul pelo, che sia il microscopio per osservarne l’aspetto o i test genetici per prevedere eventuali anomalie cromatiche che possono rivelare patologie più serie. È bene avere la stessa attenzione alla cute. Il colore della pelle può riflettere e influenzare quello del pelo, ma anche rivelare patologie cutanee».

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