Frana su Casamicciola: mettiamoci subito al lavoro! – 2 –

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La frana vista dall'elicottero dei Carabinieri

Acquisire e aggiornare le conoscenze di base necessarie per attuare azioni di prevenzione e mitigazione il cui costo economico-sociale è certamente inferiore a quello degli interventi in regime di emergenza: questo può insegnare la frana dopo l’alluvione di Ischia. E poi: insistere con il coinvolgimento della popolazione partendo dalle scuole. Che fine ha fatto il progetto Carg?

 

Sono 27mila  su 60mila le domande di sanatoria, il 45%, riguardanti gli edifici a Ischia, e sono 1000 i fabbricati danneggiati che hanno chiesto il condono. E’ questa l’altra faccia della tragedia che ha colpito l’isola e in particolare l’abitato di Casamicciola Terme. Perché se è vero che i danni sono tali che non basteranno il primo stanziamento di 2 milioni di euro e la proclamazione dello stato di emergenza per un anno, è anche vero che forse questi soldi non sarebbero stati spesi così se si fosse vigilato su come e dove si costruiva.

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Fiore (SIGEA): “Intervenire anche sulle città”

Parla di rischio sicurezza per molte case a Ischia il presidente di SIGEA – Società Italiana di geologia Ambientale – Antonello Fiore, che ancora una volta ribadisce l’incredibile ritardo dell’Italia sulla politica di mitigazione: «Un piano nazionale è stato avviato nel 2016 e presentato nel 2018 ma non è stato ancora approvato – ha spiegato detto Fiore intervistato da Fanpage e Sky – . A quello avrebbero dovuto seguire i vari piani locali. Oggi l’interesse sembra monopolizzato dalle grandi opere, quelle che ci daranno prestigio internazionale, ma resta l’enorme problema di messa in sicurezza e delle infrastrutture».

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Intervento dei Vigili del Fuoco a mare

I dati dell’Ispra presentati dal presidente di SIGEA relativi all’intero territorio italiano sono inequivocabili: sono ben 55.609 i kmq classificati a pericolosità da frane elevata o molto elevata e/o pericolosità idraulica media In queste aree vivono 1,3 milioni di persone e si trovano 565mila edifici (il 3,9% del totale in Italia), 84mila imprese di industrie e servizi (1,8%), oltre 12mila beni culturali (quasi il 6% di quelli esistenti). Se poi si considera il rischio alluvioni, 2,4 milioni di abitanti vivono nelle aree a pericolosità elevata – dato che sale a 6,8 milioni per le aree classificate come a media pericolosità. Da questi numeri bisognerebbe partire per elaborare prima, mettere in atto poi, una strategia davvero efficace basata su quattro pilastri: previsione, prevenzione, monitoraggio e manutenzione. E il primo passo da fare è quello di intervenire con opere strutturali per mitigare gli effetti del dissesto geo-idrologico dove non si può o non si vuole delocalizzare, cioè spostare la popolazione in altre aree urbanizzate. Bisogna poi fare i conti con il climate change, che sta stravolgendo i già delicati equilibri di aree già segnate per natura da piogge intense. E questo vale anche per le città, sempre più spesso allagate in caso di pioggia perché i sistemi fognari sono ormai inadeguati a sopportarle: bastino gli esempi della scomparsa della spiaggia di Porto Badisco l’anno scorso e quello che succede a Bari dopo un forte temporale.

Coinvolgere Scuola e Comuni

Ma c’è anche un altro problema secondo Fiore.  «Non è possibile che nel 2022 la popolazione non sappia cosa fare in caso di un’alluvione e di frane. Lo abbiamo visto anche nei recenti eventi. Persone che sono scese nei garage, persone che erano nelle auto, sui ponti, nei sottopassaggi. Quando viene diramata un’allerta meteo è necessario prestare attenzione». E lancia una serie di proposte, prima fra tutte l’esplicito inserimento dell’educazione ambientale nei programmi di Educazione civica.

Oltre che al mondo della scuola Fiore si rivolge all’associazione dei comuni italiani,.  «SIGEA è a disposizione dell’ANCI per arrivare ad una convenzione che possa prevedere l’organizzazione di Consigli Comunali periodici, in tutti i comuni italiani, solo ed esclusivamente su temi quali: pianificazione dei territori, dissesto idrogeologico, rischio sismico. Sedute di Consiglio Comunale, durante le quali sarebbe possibile incontrare le popolazioni per educarle e trasmettere i buoni comportamenti da assumere in caso di eventi alluvionali, frane e terremoti».

Ischia e il progetto Carg fermo da anni, anche in Puglia

«Ischia 2009 – Ischia 2022: Stessi risultati ma resta un problema anche per altre regioni». Queste le prime considerazioni di Giovanna Amedei, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia, all’indomani di quanto avvenuto a Casamicciola.

Negli ultimi anni in regione Campania, come in regione Puglia e in tutta Italia, sono state eseguite progettazioni per interventi sulla mitigazione del rischio geologico-idrogeologico, in territori dove  urbanizzazione selvaggia e cementificazione indiscriminata, spesso espressioni di una pianificazione “poco o per nulla attenta”, ne hanno cancellato l’originario assetto e sconvolto le naturali vie di raccolta e allontanamento delle acque meteoriche. A ciò vanno aggiunti anche il disboscamento, l’assenza o l’insufficiente manutenzione dei corsi d’acqua e dei principali impluvi, la cattiva progettazione e l’insufficiente manutenzione delle infrastrutture. Tutto ciò è allarmante ma lo è ancora di più in considerazione del fatto che in gran parte d’Italia, come in Puglia, è assente uno dei più importanti strumenti alla base di una corretta pianificazione territoriale, una cartografia geologica aggiornata.

“Un disastro annunciato”

«Il progetto Carg – Cartografia geologica e geotematica, di cui si è parlato in un recente convegno – continua Amedei – a rischio completamento per assenza di nuovi finanziamenti, è stato avviato alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso. Questo prevede la realizzazione e pubblicazione della cartografia geologica dell’intero Paese in scala 1:50.000, in sostituzione della vecchia cartografia in scala 1:100.000, realizzata tra il 1877 e 1976 dal Servizio geologico d’Italia. Nel caso di Ischia il Foglio Carg 464 evidenzia perfettamente quanto accaduto poiché il percorso delle acque per raggiungere il livello base coincide proprio con il porto di Casamicciola. Insomma, un disastro annunciato».

Anche la pianificazione del territorio ferma da anni

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Il foglio Carg 464 relativo al territorio di Ischia. E’ evidenziato in blu il percorso delle acque per raggiungere il livello di base che coincide con il porto di Casamicciola

Il territorio pugliese è interessato da 54 fogli cartografici in scala 1:50.000, molti dei quali rappresentano aree delle regioni confinanti. Dopo quasi quarant’anni, per l’intera Regione sono stati pubblicati, sul web e/o stampati su supporto cartaceo, solo 14 fogli rispetto ai 54 previsti. Attualmente è in corso di realizzazione un unico foglio.

«Questo dato è preoccupante, anche più dei cambiamenti climatici – insiste la presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia -. Infatti, una carta geologica aggiornata è forse il più importante tra gli strumenti al servizio di una corretta pianificazione territoriale, in quanto è impossibile pianificare su un’area senza avere contezza della natura dell’immediato sottosuolo e la sua propensione ai cedimenti, all’erosione e al dissesto; nè è pensabile di progettare un nuovo quartiere cittadino o una nuova zona industriale senza conoscere i processi geomorfologici in atto come erosione costiera, tendenza al dissesto e franamenti, erosione ed esondazione fluviale. La conoscenza di base, sistematica e aggiornata, dell’ambiente fisico, suolo – sottosuolo e acque sotterranee, è fondamentale per la progettazione di interventi di prevenzione, riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico e del rischio terremoti, nonché per il risanamento delle aree contaminate».

Continuare con l’informazione

Intanto dopo il disastro di Ischia le principali organizzazioni italiane attive nel settore dell’ambiente e della tutela del territorio si riuniranno martedì 29 novembre a Roma durante Expo Consumatori, il più grande appuntamento del consumerismo italiano organizzato da Assoutenti per affrontare il tema dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali.Tra i relatori, Chicco Testa – Presidente Assoambiente, Mariagrazia Midulla – Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, Fabio Rampelli – Vice Presidente Camera dei Deputati, Alessandro Miani – Presidente Società Italiana Medicina Ambientale (Sima), Domenico De Masi – Sociologo, Gabriele Melluso -Vice Presidente Assoutenti. 

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