
Il Paese del Sol Levante si colora del rosa dei sakura, i famosi alberi di ciliegio che fioriscono a marzo, tra tradizione ed emozione.
La primavera è alle porte. Le giornate si allungano, le temperature si alzano, i rami degli alberi mostrano le prime foglie. C’è una sorta di risveglio della natura. Ma quello che succede in Giappone è qualcosa di più.
È uno spettacolo. È l’hanami.
Fiori di ciliegio: l’organizzazione per un capolavoro paesaggistico
Hanami nella cultura giapponese è costituita dall’unione di due parole – d’altronde come la stragrande maggioranza dei vocaboli nipponici – vale a dire “hana” (fiori) e “mi” (guardare).

L’arte della contemplazione degli alberi in fiore, particolarmente i sakura, gli alberi di ciliegio che colorano con un rosa tenue ed elegante i panorami delle città giapponesi. L’organizzazione nipponica – notoriamente tendente alla perfezione – fa sì che ogni anno si vada a prevedere quali siano i giorni precisi per godere di questa manifestazione naturale al massimo della sua espressione.
Viene così stilata una lista di date.
Ad esempio, quest’anno si partirà il 22 marzo, prima tappa a Fukuoka, nel Giappone meridionale, per poi salire verso la parte settentrionale e attendere finanche alla metà di maggio, anche se il momento più pieno arriva fino alla metà del mese di aprile.
Vanno inoltre tenute in considerazione la stagione invernale, in alcuni luoghi più mite e che favorisce un avvento prematuro della fioritura degli alberi, in altre più freddo, la vicinanza alla costa o all’entroterra, la latitudine.
La capitale Tokyo vivrà il suo momento più fiorito tra il 24 e il 31 dello stesso mese, Kyoto dal 26 e Osaka dal 27, sempre per la durata di una settimana circa; in aprile invece sarà il turno – tra le altre – della storica città di Hiroshima e di Fukushima, teatro del recente disastro ambientale con l’esplosione della centrale nucleare. Era il 2011.
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Fiori di ciliegio: la tradizione di un capolavoro paesaggistico
Se dietro questo evento c’è così tanto a livello organizzativo, è perché hanami è decisamente più che “guardare i fiori”

È emblema del popolo del Sol Levante.
In questo risveglio della natura, le persone sono solite riunirsi, gremiscono i prati sotto gli alberi di ciliegio e su grandi tovaglie da picnic si distendono nella penombra delle fronde.
I luoghi di incontro non sono casuali, ogni città ha il proprio parco allestito per l’occasione.
Più di una sagra. È qualcosa di straordinario nel senso etimologico più puro: “extra ordinario”.
Un richiamo non solo per i residenti, ma anche per turisti stranieri, che a milioni giungono per vivere questa speciale, fugace atmosfera.

La bellezza dell’hanami ha avuto un suo… fiorire – scusateci il gioco di parole – anche al di fuori dell’arcipelago nipponico: molti parchi nel mondo hanno i loro sakura, in molti Paesi del Sud Est asiatico, ma anche in Spagna, Finlandia, Stati Uniti e da noi in Italia, a Roma.
Sempre tra metà e fine marzo.
Trascorrere la giornata “guardando i fiori” diventa un qualcosa di fortemente emotivo, un’esperienza romantica e quasi anacronistica.
Sembra infatti una storia d’altri tempi e d’altri luoghi, invece il Giappone – frenetico Paese dove il lavoro scandisce il ritmo della quotidianità – trova con l’avvento della primavera e dell’hanami un momento di pausa, qualche ora o giornata di unione e convivialità.