Per una volta, dietro un bando di gara non c’è solo burocrazia. E nemmeno freddi iter da sbrigare. Quello annunciato dal Comune di Bari è un bando che intende trasformare definitivamente la “fabbrica della morte” in un parco della rinascita. È iniziata la seconda vita della Fibronit. Terminata nel 2007 la messa in sicurezza d’emergenza, ora l’obiettivo è quello di trasformarla in una messa in sicurezza permanente. Il bando di gara sarà pubblicato all’inizio della prossima settimana: da quel momento, ci saranno 60 giorni di tempo per espletare il rito amministrativo della gara e già ad agosto i tecnici comunali e la commissione nominata potranno giudicare le proposte, che saranno valutate con particolare attenzione alle scelte tecniche per la bonifica del sito. Sarà un passo ulteriore, dunque, rispetto alla messa in sicurezza che prevedeva il confinamento dei capannoni, la pulizia e la rimozione polveri dalle intercapedini, pavimenti e intonaci dalle pareti, l’incapsulamento preliminare alla successiva rimozione di 45mila metri quadri di tettoie contaminate da amianto, pulizia piazzali esterni e botole sotterranee dello stabilimento.
I lavori- sulla base del bando presentato a Palazzo di città dall’assessore all’Ambiente Maria Maugeri e dall’ingegnere Vincenzo Campanaro, direttore della Ripartizione Ambiente al Comune di Bari – dureranno 32 mesi e dovrebbero concludersi comunque entro l’arco di due anni. «Una durata inferiore, infatti – ha spiegato l’ingegner Campanaro – non permetterebbe di garantire la qualità del cantiere». E d’altra parte, l’auspicio per nulla celato dall’amministrazione, è che a inaugurare il cantiere sia comunque l’attuale sindaco Michele Emiliano. Imprevisti al rialzo rispetto all’importo complessivo, che è lievitato a 15 milioni di euro, rispetto agli iniziali dieci, a causa di una serie di prescrizioni migliorative volute dal Ministero dell’Ambiente. I fondi messi a disposizione dalla Regione sono 14 milioni e 200 mila euro (3 provenienti da CIPE). Al conto totale mancano dunque 800mila euro e le alternative per recuperarli, al momento, sono due: sfruttare il ribasso di gara o stralciando, per ora, un lotto dai lavori e più precisamente quello a sud della Fibronit, considerato meno pericoloso. ”
Per mettere in sicurezza definitivamente il sito, contaminato fino a 5 metri di profondità nel sottosuolo – erano contaminate le murature, le intercapedini, perfino la massa dell’intonaco presentava fibre di amianto – saranno costruite tensostrutture con aspiratori che restituiranno l’aria all’esterno, depurata dalla fibre di amianto. Le macerie saranno stoccate nella parte nord, in quella che era già una “discarica”, dove si creerà una sorta di collinetta con pacchetti di isolamento. L’obiettivo finale, però, lo ha ribadito anche la Maugeri: «Noi vogliamo la realizzazione del parco della rinascita» ha sottolineato, stimando la cifra necessaria tra i 7 e i 10 milioni di euro. L’assessore ha incontrato i tecnici della Regione Puglia per candidare il progetto del parco al finanziamento di fondi Fesr. «Se non si è partiti prima con il bando – ha spiegato la Maugeri – è perché c’è stato un passaggio di verifica ulteriore, con la valutazione d’impatto ambientale (Via) in sede regionale e perché si è dovuto attendere la sentenza del Consiglio di Stato sulla proprietà dei suoli». Ora, però, i tempi sono maturi. La fabbrica della morte si sta trasformando, all’insegna della rinascita.