Fiamme a Porto Badisco e Santa Cesarea, anche il Salento brucia

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Nelle immagini fornite dal Sindaco di Santa Cesarea, Pasquale Bleve, il fronte dell'incendio

I sindaci: Bleve (Santa Cesarea): “Danno ambientale enorme”. Cariddi (Otranto): “Sotto controllo da ieri sera”

Le fiamme che hanno ancora una volta deturpato uno degli angoli più belli del Salento, da Porto Badisco nel territorio di Otranto a Santa Cesarea  (ricadenti nel Parco Otranto-Santa Maria di Leuca-Bosco Tricase) erano visibili ancora ieri in tarda serata e sono state domate completamente solo poco prima di mezzanotte. Non ci sono danni alle persone, pochi i villeggianti fatti evacuare in un resort di Santa Cesarea. Ma il danno ambientale c’è, come ci hanno detto i sindaci di Otranto Pierpaolo Cariddi e di Santa Cesarea Pasquale Bleve.

E se le fiamme a Porto Badisco (il mitico approdo di Enea come narrato da Virgilio nell’Eneide) hanno interessato la gariga, a Santa Cesarea (cui si riferiscono le foto)  hanno mandato in fumo molti ettari di macchia mediterranea. Quanto all’origine, difficile stabilire se si tratti di dolo.

Abbiamo raggiunto i primi cittadini delle località interessate dai roghi ed ecco cosa ci hanno detto

Cariddi (Otranto): “Incendio nella pseudo steppa, presto per  quantificare i danni”

Sindaco Cariddi, quale è ora la situazione a Porto Badisco?

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La situazione all’indomani dell’incendio a Porto Badisco

«La situazione è buona dalle 22 circa di ieri, quando sono stati spenti gli ultimi focolai e liberate le strade. Fortunatamente l’incendio, pur essendo partito dai canaloni di Porto Badisco per il tipo di vento di tramontana, si è mosso trasversalmente da nord verso sud, e ha lambito il borgo delle case retrostanti senza mai toccale, pertanto non c’è stata necessità di evacuarle. Purtroppo le fiamme si sono dirette verso i costoni di santa cesarea dove ci sono stati danni rilevanti».

Avete fatto una prima stima dei danni?

«Non ancora, ma posso dire che rispetto all’incendio alla pineta degli Alimini del 21 luglio, che è durato 13 giorni e che ha visto anche l’impiego di un canadair e i 2 fireboss, quello di ieri a Porto badisco ha interessato l’1% di territorio . Agli Alimini  la superfici colpita dai righi è stata di circa 30 ettari di cui però solo 7/8 sono stati concretamente interessati dalle fiamme con perdita di sottobosco e alberi bruciati.

« A Porto Badisco  ha preso fuoco una decina di alberi con fiamme molto alte che si vedevano a distanza, ma nel complesso stimiamo che i danni  siano abbastanza limitati perché l’incendio ha riguardato soprattutto la pseudo steppa, che ha una capacità di rigenerarsi molto rapida  alle prime piogge».

Quante persone sono state impiegate per spegnere l’incendio?

«Sono intervenuti  i Vigili del Fuoco con i loro mezzi su tutti i fronti dell’incendio da Porto Badisco a Santa Cesarea, l’ARIF per spegnere i piccoli focolai rimasti dopo il grosso incendio, mentre noi abbiamo gestito il controllo della viabilità con i vigili urbani con l’aiuto anche di carabinieri e polizia, . Naturalmente la Protezione Civile è intervenuta per sovrintendere sulle operazioni».

Incendio doloso?

«Non è chiaro. In questo caso però, come agli Alimini, il punto di innesco è lontano dalla viabilità, è un punto dove non può esserci un’azione accidentale; devo dire anche che nel caso di Porto Badisco come agli Alimini, non credo ci sia la mano dei pastori, perché agli Alimini c’è pineta e alle spalle del borgo e dei canaloni di  Porto Badisco i pastori non si sono mai spinti, né ci sono attività di pastorizia. Diversa è la situazione  all’Orte, dove un incendio crea le possibilità di un pascolo l’anno successivo. Nemmeno i Vigili del Fuoco hanno prove oggettive per poter sostenere la tesi del dolo».

Bleve (Santa Cesarea): “Trenta ettari di macchia mediterranea bruciati, solo 2 vigili per controllare il territorio”

Sindaco Bleve, ci sono danni alle persone?

«Fortunatamente no. A titolo precauzionale una trentina di ospiti del resort Le Capase sono stati fatti evacuare perché l’incendio  rischiava di arrivare fino lì. Ma i danni sono altri».

Una ferita all’ambiente grave?

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Le fiamme hanno reso critica la situazione in un resort a Santa Cesarea

«Direi di sì – dice sconsolato – Il danno ambientale è enorme, si parla di una trentina di ettari di macchia mediterranea andati letteralmente in fumo. E non è la prima volta che succedono questi roghi, ogni anno ce n’è almeno uno. E le amministrazioni comunali non hanno le forze sufficienti a contrastarli».

Vuole dire che le forze in campo sono poche?

« Le Amministrazioni comunali e la mettono tutta ma non possono fronteggiare incendi che si ripetono sistematicamente. Pensi che abbiamo solo due vigili per il controllo del territorio. Bisogna lavorare sul senso civico delle persone e insistere sull’attenzione all’ambiente come patrimonio di ognuno di noi».

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