Fabio Bonelli, giovane musicista di Morbegno (Sondrio) ha iniziato il suo progetto “Musica da Cucina” nel 2005 dall’idea di catturare i suoni prodotti con attrezzi da cucina per creare un tessuto sonoro sul quale ricamare melodie di chitarra, clarinetto e fisarmonica. Tintinnii, rintocchi, sbuffi, sibili si trasformano in incanti folk e pop dai risvolti onirici. Atmosfere, queste, che Bonelli sta portando in giro per l’Europa ( in questi giorni sarà a Innsbruck, Stoccarda, Francoforte, quindi un po’ in tutt’Italia (da non perdere la festa di Sloow Food il prossimo 18 giugno a Bologna).
Da dove nasce l’idea di “Musica da Cucina”?
Io ho sempre suonato, fin da piccolo con qualsiasi oggetto che mi capitasse tra le mani. Ho incanalato questa predisposizione musicale nell’ambito della cucina e dei suoi strumenti di lavoro che per me hanno sempre avuto un forte aspetto poetico. Sono partito dal concetto che ogni oggetto può produrre un suono e un suono, se ben calibrato, può diventare musica, basta avere un buon orecchio musicale. Con “Musica da Cucina” cerco di ricreare gli echi della natura, ma di quella più ancestrale e incontaminata che va oltre lo spazio- tempo breve , una natura lontana e perduta che non abbiamo mai conosciuto. I suoni prodotti con gli attrezzi sono mandati a una loopstation che registra e assembla. Poi sono suonati tutti insieme abbinandoli agli strumenti musicali.
Hai dei nuovi progetti nel cassetto?
Sii Bih Dii è una nuova idea musicale che ho realizzato da poco; lo considero un progetto aperto, nel senso che suono con altri musicisti e diversi strumenti musicali. Le basi di partenza sono state due, la prima i suoni della natura, come i canti degli uccelli che ho recuperato usando dei richiami e registrando le risposte degli animali; la seconda “base” è l’uso di vecchi dischi in vinile con il canto di vari uccelli per gli appassionati di birdwatching. Da una parte c’è il fascino della natura e dei suoi suoni puri, dall’altra il fascino per il vecchio vinile. Questo contrasto mi intriga; sentire il canto degli uccelli sul vinile con qualche imperfezione e sbavatura mette in risalto la contaminazione umana ed è secondo me il punto di partenza per la musica strumentale. L’altro progetto è solo con i vinili di musica classica abbinati a dei documentari di natura. In questo caso la musica ha un impatto grave, ha una massa sonora pesante e i video sulla natura servono a stemperare e alleggerire questa “pesantezza” della musica umana.
La natura è una parte fondante della tua musica: da dove nasce questo interesse?
Io sono laureato in Scienze Naturali e sto anche lavorando come consulente ambientale. Tutelare l’ambiente è sempre stata una mia priorità e ora lo faccio anche con la musica: non per niente il mio laboratorio creativo si chiama PeopleFromTheMountains. Dai miei luoghi di nascita in provincia di Sondrio in mezzo alle montagne ho avuto l’imprinting e la natura fa parte della mia vita, il suo linguaggio mi ha forgiato . I miei concerti sono improntati sul rispetto dell’ambiente, quindi per poche persone, in luoghi intimi come case, teatri o anche su un prato, poche luci, minimo spreco di energia. Si può dire che faccio musica artigianale a basso impatto ambientale.
(ha collaborato Federico Queni)