Ex ILVA, la prima class action dell’Associazione Genitori Tarantini

La prima class action con richiesta di inibitoria, nella storia della Repubblica italiana, contro Acciaierie d’Italia Holding s.p.a., Acciaierie d’Italia s.p.a. e Ilva s.p.a.. Il tribunale di Milano ha fissato l’udienza il 2 dicembre 2021

 

Una notizia inaspettata per il nostro Paese che vive di lungaggini burocratiche, diritti disattesi e giustizia lenta e incerta. Dopo anni di battaglie, proteste e documenti prodotti e presentati alle istituzioni preposte, l’Associazione Genitori Tarantini ha ottenuto la prima class action nella storia della Repubblica italiana, con richiesta di inibitoria, contro Acciaierie d’Italia Holding s.p.a., Acciaierie d’Italia s.p.a. e Ilva s.p.a.. Il tribunale di Milano, a firma del presidente Angelo Mambriani, ha già fissato l’udienza per il 2 dicembre 2021.

Un successo che farà scuola e che dimostra il sacrosanto diritto dei Tarantini, da ora la “T” maiuscola”,  e dell’ambiente ad essere tutelati e a ottenere giustizia. Ma per ottenere questo, è stato purtroppo necessario vedere negli anni tante famiglie di Taranto distrutte dalle perdite di figli, genitori e nonni per mano di malattie devastanti e incredibili, mentre l’ambiente periva quasi impotente sotto i continui violenti colpi dell’inquinamento. Abbiamo perduto lì il futuro, ma ora i Tarantini possono ricostruirlo trasformando il male in bene.

Raccontare e ascoltare la storia dei Tarantini che hanno subìto i veleni dell’ILVA per troppi anni è una sofferenza straziante, una macchia indelebile che i responsabili non possono cancellare, non possono dimenticare. Chi sbaglia, come in questo caso ha ucciso direttamente e indirettamente tantissime vite per le proprie scelte economiche e speculative, deve pagare.

Abbiamo deciso di pubblicare il comunicato stampa intero, senza tagli, dell’Associazione Genitori Tarantini perché la salute, il rispetto dell’ambiente, il lavoro, i diritti sociali, le prospettive per il futuro, i figli, le famiglie, i nonni, i genitori, insomma ogni cosa in questo mondo ha dei diritti inalienabili che devono essere rispettati. Da tutti, nessuno escluso. E non dobbiamo girare la testa pensando “a me non è capitato, non mi interessa”, perché le conseguenze dell’ILVA e di tutte quelle realtà simili o paragonabili, sono la causa delle malattie gravissime, dell’inquinamento globale, dei bambini morti, delle malformazioni, sono causa di sofferenza per tutti gli esseri viventi. Ecco perché bisogna battersi. Sempre e comunque, perché prima o poi i risultati arrivano e arrivano anche con gli interessi.

La lungimiranza dei Tarantini ha aperto un’”autostrada”, ora bisogna percorrerla fino in fondo e bisogna insegnare anche ad altri che “si può fare”. Ora i morti di Taranto, e tutte le vittime dell’inquinamento, potranno ottenere il giusto rispetto che meritano.

In seguito alla recente entrata in vigore della riforma della class action – spiega il comunicato dell’Associazione Genitori Tarantini – è stata introdotta nel codice di procedura civile una norma che consente di ottenere l’inibitoria di comportamenti illeciti da parte delle imprese su ricorso di soggetti aventi interessi omogenei.

Abbiamo deciso di avvalerci di tale norma e di promuovere una azione inibitoria collettiva contro Acciaierie d’Italia Holding s.p.a., Acciaierie d’Italia s.p.a. e contro ILVA s.p.a., al fine di ottenere la cessazione delle loro condotte che provocano danni ingiusti ai residenti, per la lesione del diritto alla salute e del diritto al tranquillo svolgimento della vita familiare causati dall’inquinamento da parte di impianti tuttora non rispettosi delle norme di qualità ambientali.

L’iniziativa è sorta all’interno della nostra associazione Genitori Tarantini ETS che, non avendo la legittimazione a proporla in proprio, ha cercato e trovato il sostegno di persone fisiche, coraggiose ed altruiste, da tempo impegnate nella lotta che condividiamo, le quali hanno deciso di agire in proprio spendendo il loro nome.

Il nostro immenso ringraziamento va dunque a: Cinzia Zaninelli, Massimo Castellana, Simona Peluso, Aurelio Rebuzzi, Salvatore Magnotta, Emilia Albano, Giuseppe D’Aloia, Antonella Coronese, Serena Battista, Giuseppe Roberto e il piccolo Andrea Simon.

La competenza per territorio è del Tribunale di Milano, dove hanno sede legale le imprese avversarie.

I nostri legali, avv.ti Maurizio Rizzo Striano ed Ascanio Amenduni, hanno pertanto proposto nel luglio scorso, ai sensi dell’art. 840 sexies decies cod. proc. civ., anche in via propedeutica alla class action risarcitoria, un giudizio di inibitoria chiedendo, in via principale, al fine di prevenire l’aggravarsi dei danni, la chiusura dell’area a caldo.

In via subordinata, ove la richiesta della chiusura non venisse accolta, gli Avvocati Rizzo Striano e Amenduni hanno chiesto al giudice di imporre il rispetto del diritto al clima, ordinando uno stringente piano di abbattimento delle emissioni dei gas ad effetto serra di cui gli impianti dell’ILVA sono i maggiori diffusori in Italia. Non si comprende infatti il motivo per cui nel PNIEC l’abbattimento è previsto per tutti gli impianti a combustione di carbone mentre nulla si dice con riguardo a quelli dell’ILVA.

Il premier Draghi ha affermato proprio qualche giorno fa che stiamo andando verso la catastrofe climatica e che occorre fare di più. Ci aspettiamo, quindi, che il Governo intervenga in giudizio per sostenere ed appoggiare le nostre richieste: lo imporrebbe un minimo di coerenza tra dichiarazioni e azioni concrete.

Il giudice relatore della causa sarà il Presidente della sezione impresa del Tribunale di Milano, dott. Angelo Mambriani, il quale ha fissato l’udienza di discussione davanti al Collegio in Camera di Consiglio per il giorno 2 dicembre 2021, ore 12:15.

Esaurita la fase inibitoria, e all’esito della stessa, è nostra intenzione di farci promotori di separata class action risarcitoria, alla quale potranno aderire tutti coloro che sono residenti in Taranto e comuni limitrofi, al fine di ottenere il ristoro dei danni individuali. A tal proposito daremo istruzioni su come aderire tramite web (non vi sono spese a carico di chi aderirà).

Come associazione Genitori Tarantini ci impegneremo a dare tutto il nostro sostegno ai nostri amici e compagni di lotta, sperando che l’iniziativa susciti solidarietà e condivisione da parte della cittadinanza affinché la città di Taranto e la sua provincia siano definitivamente liberate dalla schiavitù industriale che continua ad avvelenare noi, i nostri figli, il nostro ambiente, mietendo vittime innocenti.”.

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