Esplosione della Deepwater Horizon: Bp negligente? Risarcimenti per miliardi di dollari

Inizia oggi a New Orleans il processo intentato dal Dipartimento della Giustizia americano, da aziende e privati contro la British Petroleum (BP). Oggetto del dibattimento l’esplosione, avvenuta nel 2010, della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon (foto), costata la vita a 11 lavoratori. La piattaforma sorgeva al largo del Golfo del Messico; l’ingente quantità di petrolio sversata in mare ha raggiunto le coste della Florida e del Texas provocando un gravissimo danno ambientale ed economico in due regioni fortemente dipendenti dalla pesca e dal turismo.

L’accusa mossa dall’avvocato del Dipartimento di Giustizia Mike Underhill è grave e tira in ballo risarcimenti per miliardi di dollari: l’esplosione sarebbe stata causata da una cultura aziendale che non tiene conto della sicurezza nel perseguimento del profitto e che mette gli utili prima della sicurezza e dell’ambiente. L’accusa di negligenza è rivolta in primis alla Transocean e alla Halliburton, che hanno fornito alla BP una piattaforma mal progettata, non adeguatamente testata e instabile. Gli avvocati delle due società rigettano le accuse e danno la colpa alla BP del disastro; l’avvocato della BP Mike Broc, rivendica un concorso di colpa tra le tre società.

A supporto dell’accusa di dolo e negligenza, Underhill cita uno scambio di mail avvenute alcuni giorni prima dell’incidente e in seguito a un test di pressione condotto dagli ingegneri. Il risultato di questo sopralluogo tecnico avrebbe dovuto spingere l’azienda a sospendere le attività, cosa che non è accaduta per paura delle gravi perdite; inoltre, secondo il procuratore Jim Roy, rappresentante delle parti non governative, la BP avrebbe esercitato una forte pressione finanziaria sui dirigenti dell’impianto di perforazione, allo scopo di tagliare i costi e velocizzare i tempi. Di fatto l’impianto non era nelle condizioni di avviare la perforazione.

Se il processo dovesse provare la grave negligenza, il colosso petrolifero potrebbe dover pagare fino a 17 miliardi di dollari, o 4.300 dollari per ogni barile di greggio fuoriuscito.

Articoli correlati