
La Consulta per l’Ambiente della città di Bari esprime il suo dissenso all’approvazione della Legge Regionale e chiede ai Sindaci pugliesi di opporsi nelle opportune sedi affinché i Comuni possano discostarsene
Il cosiddetto “Emendamento Tutolo” approvato dal Consiglio regionale lo scorso 9 novembre insieme al “Piano casa”, diventando così legge, continua a fare discutere per le alterazioni al territorio che, una volta applicato, potrà provocare. La legge, pur approvata non è stata ancora promulgata dal Presidente della Regione, nè pubblicata sul BURP.
Dopo l’intervento fortemente critico dell’Associazione Sviluppo Sostenibile, pubblichiamo il documento della Consulta per l’Ambiente della città di Bari che esprime il suo dissenso all’approvazione di questa Legge Regionale.
Nei prossimi giorni altri interventi di esperti faranno il punto su una vicenda che non è destinata a esaurirsi in breve tempo.
Il documento della Consulta dell’Ambiente
La Consulta Comunale per l’Ambiente esprime il proprio dissenso all’approvazione di una legge regionale scellerata avvenuta inaspettatamente il 9 novembre 2021. La Legge Casa ha già provocato danni al tessuto urbano in quanto ha consentito volumetrie residenziali distruggendo anche un patrimonio storico-architettonico di grande pregio non ancora vincolato e continuerà in seguito alla proroga, ad attuare una incontrollata cementificazione e un consumo improprio di suolo.
Secondo l’ultimo report Ispra, la Puglia è tra le regioni peggiori d’Italia in termini di consumo di suolo, con l’8,1% rispetto alla media nazionale del 7%, valori determinati fortemente dalla città di Bari e da tutta la sua linea costiera, pari a 157.717 ettari. La Proposta di Legge urbanistica presentata al Consiglio Regionale della Puglia dalla V Commissione consiliare permanente (cfr. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 1980, n. 56 “Tutela ed uso del territorio”, disposizioni in materia urbanistica; integrazioni alla legge regionale 27 luglio 2001, n. 20 “Norme generali di governo e uso del territorio”; modifiche alla legge regionale 06 agosto 2021, n. 25; modifiche alla Legge Regionale 11 febbraio 1999, n. 11 “Disciplina delle strutture ricettive” ex artt. 5, 6 e 10 della legge 17 maggio 1983, n. 217 relativi alle attività turistiche di uso pubblico gestite in regime di concessione e alle associazioni senza scopo di “lucro”) e sorprendentemente approvata il 9 novembre 2021dallo stesso Consiglio, traducendola in nuova Legge urbanistica della Puglia, presenta varie criticità per gli impatti di consumo di suolo agricolo e di suolo naturale che interesseranno l’intero territorio regionale ed anche per la presumibile violazione costituzionale. (cfr. Legge urbanistica nazionale 1150/1942 integrata dalla legge nazionale 765/1967, a sua volta integrata dal DM 1444/1968 che fissa tra l’altro i limiti di densità edilizia in particolare nelle zone agricole). Con tale manovra si moltiplica per oltre tre volte (per la precisione 3,33 volte) la densità edilizia massima attuale pari a 0,03 metri cubi/metro quadrato di territorio agricolo, fissata dalla legislazione urbanistica nazionale e si ammette la realizzazione in zona agricola di nuovi fabbricati laddove necessari alla conduzione del fondo e all’esercizio delle attività agricole e delle attività a esse connesse.
“Tendenza alla edificazione che maschera usi residenziali diffusi”

l’ultimo report Ispra, la Puglia è tra le regioni peggiori d’Italia in termini di
consumo di suolo, con l’8,1% rispetto alla media nazionale del 7%
Attualmente si registra spesso in Puglia una tendenza alla edificazione che maschera usi residenziali diffusi con grave consumo di suolo agricolo ed ambientale provocando gravi conseguenze economiche e territoriali per i Comuni coinvolti, derivanti dalle insorgenti necessità di nuove infrastrutture e strutture di servizio: dalla viabilità all’elettricità, agli impianti idrici e fognari e alle 2 scuole dei primi livelli, relative alla prescuola dei nidi, delle materne e alla scuola dell’obbligo. Anche i capannoni per l’industria di trasformazione dei prodotti agricoli dovrebbero essere realizzati in zone industriali o agro-industriali con più alti indici di densità edilizia e alla periferia delle città per evitare inquinamenti ambientali e consumo di suolo agricolo.
Riteniamo anticostituzionale ed in particolare economicamente insensata (nell’attuale stagione di transizione ecologica) tale proposta di legge regionale che unitamente alla proroga del Piano Casa, sconfina in una inaudita cementificazione del territorio pugliese. Tale Legge provoca una generalizzazione di interventi di edilizia residenziale, esterni alle zone omogenee dei Piani Regolatori Generali e, pertanto con evidente incostituzionalità trattandosi di materia disciplinata dal dictatum della Legge Urbanistica Nazionale 1150/1942 ecc.
La legge proposta prevede una estensione di superficie coperta e di volumetria in modo arbitrario poiché gli ampliamenti fino al 20% delle attività produttive sono esentati dalla procedura di variante urbanistica contemplata, invece nei PRG con relativi indici urbanistici soggetti ai limiti di densità edilizia fissati dalla Legge Nazionale.
“Appello ai sindaci della Regione”
La Consulta per l’Ambiente della città di Bari, esprimendo ancora una volta il suo dissenso all’approvazione di tale Legge Regionale, fa appello ai Sindaci della Regione Puglia di opporsi nelle opportune sedi affinché i Comuni possano discostarsi dall’aumento indiscriminato delle densità edilizie nel territorio, conseguenti all’approvazione della Legge varata dal Consiglio della Regione Puglia, che dovrebbe al contrario tutelare, valorizzare e promuovere la bellezza del suo territorio, l’identità del paesaggio e dell’ambiente in tutte le sue espressioni, assicurare la qualità dell’ambiente urbano e rurale, conservare e valorizzare il patrimonio storico del costruito e preservare gli ambiti di pregio naturalistico.
La Consulta Comunale per l’Ambiente