
Dopo la panchina green, ci sono le panchine smart, le panchine d’arte e le panchine bollenti
La panchina green antismog installata a Modena, già sperimentata ad Oslo, Dresda e Honk Hong, nell’ambito del progetto europeo City Tree Scaler è l’ultima panchina installata in ordine di tempo che ha un peso notevole per la collettività. Per come è concepita, ripulirà l’aria dall’inquinamento. Il progetto è stato subito accettato dalle città partecipanti, riscuotendo un buon successo tra i cittadini. A Modena saranno installate complessivamente 3 panchine nelle zone più a rischio. I dati saranno raccolti ed elaborati dai ricercatori di Isac-Cnr di Bologna e Lecce con il coordinamento di Proambiente.
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Ma la struttura è sempre la stessa, molto semplice: si tratta di una costruzione in legno, pietra o cemento composta da un asse che poggia su due o più semi assi perpendicolari; a volte può avere anche i braccioli ed una spalliera.
La panchina, per definizione, è un arredo urbano esterno, realizzata per i cittadini ed in funzione delle loro necessità. Si possono trovare nei parchi, sul lungomare e nei pressi delle fermate dei mezzi pubblici.
La panchina diventa arte
A volte perdono la loro funzione principale, ovvero luogo di sosta, ma diventano stele dove ricordare un amore, lasciare un messaggio al mondo, certificare la propria esistenza di vita, confermare pubblicamente la propria idiozia.

In via Sparano, a Bari, le panchine sono diventate grandi tasti di pianoforte, in onore dello storico negozio di strumenti musicali Giannini, ma anche rampe per gli skater nostrani, alla ricerca dell’evoluzione o caduta perfetta, oppure scomodi giacigli per chi invece non ha altro di cui vivere.



Poi ci sono quelle colorate sul lungomare, che lanciano messaggi, opere d’arte di studenti e detenuti che vogliono esprimere un sentimento, apprezzate ed amate dai cittadini e dai turisti sulle quali attendono il sollievo della calura estiva sorseggiando una bibita fresca, una Peroni oppure mangiando un gelato, un panino, magari anche pescando nella speranza di prendere un bel pesce, oppure c’è chi si ferma a contemplare il meraviglioso mare per 365 giorni.
Non possiamo dimenticare le panchine bollenti. Sono quelle sportive, quelle che da alcuni anni fanno saltare allenatori blasonati e trionfare illustri sconosciuti. Su queste panchine si fa gruppo, si fa la squadra, ognuno ha un suo ruolo che deve rispettare. Un importantissimo momento di vita per ogni attore e spettatore.
La panchina, la vetrina del mondo che passa
Insomma, la panchina non è solo una seduta più o meno comoda per rilassare le stanche membra di passanti in attesa di qualcosa o di qualcuno, un giaciglio, una rampa, un foglio bianco da riempire di pensieri e stati d’animo fugaci ed imperituri, ma è un’istituzione, una necessità umana, una vetrina sulla mia realtà quotidiana, una livella, che equipara il mondo e quanti la utilizzano. È la nostra realtà aumentata, una serie di informazioni che si aggiornano continuamente nei nostri occhi e nella nostra mente, impulsi stimolati da sensazioni del momento, da sentimenti che suscitano le immagini che ci passano davanti, da voli pindarici, assonanze, dissonanze e memorie disordinate che affiorano nel nostro animo quando guardiamo da spettatori la realtà che ci circonda, seduti su di una panchina.

Sempre su di una panchina, con una scatola di cioccolatini, Forrest Gump raccontava la sua vita, guardava, conosceva ed interagiva con gli altri e con il mondo…