Eliminare plastica con la pesca e il turismo

Tanti progetti per eliminare la plastica dai fiumi e dal mare. Coinvolti anche turisti e pescatori

plastica mare acqua rifiutiChi l’avrebbe detto che ci fosse una connessione tra turismo e plastica. Le località turistiche, soprattutto quelle balneari, durante l’estate, si riempiono di spazzatura e diventa necessario eliminare la plastica.

Nonostante gli sforzi di gruppi di volontari ed associazioni ambientaliste, con progetti ad hoc, o delle aziende specializzate nella raccolta rifiuti, ingenti quantità di plastica viene ancora abbandonata sulla sabbia e nel mare. Da qui, ora è entrato a far parte della catena alimentare in forma di microplastiche, provocando danni incalcolabili.

Eliminare plastica: il turismo sostenibile

Ma un turismo senza plastica è possibile. Nel 2017 le Seyshelles hanno deciso di bandire definitivamente l’uso della plastica, per preservare l’ambiente incontaminato. A distanza di un anno, il risultato è eccellente. Pochi e selezionati turisti, ma buoni. Impatto economico: zero.

Plastic Whale ed Amsterdam

Ad Amsterdam, invece, l’impresa sociale Plastic Whale ha “inventato” i turisti-pescatori di plastica. Il fondatore, Marius Smit, 45 anni, ha costruito una barca con plastica riciclata e con motore elettrico. Con essa conduce visite guidate tra i canali della città. Durante il percorso, i visitatori raccolgono con un retino la plastica che incontrano. Al termine dell’itinerario, la plastica viene raccolta e trasformata in materia prima per costruire barche e mobili da ufficio. Dal 2011 sono stati recuperati 146 mila bottiglie e 3 mila buste, che sono servite a costruire nove barche. L’azienda oggi ha 12 dipendenti e 40 skipper. La visita dura due ore e costa 25 euro, bevande e spuntino inclusi, e si visitano i luoghi meno conosciuti. Il successo dell’iniziativa ha spinto Smit ad esportare l’idea a Rotterdam e persino in India, a Bangalore. Una parte dei profitti viene investita in progetti educativi con le scuole e le università.

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Operazione Po

Plastic Sea SweeperAnche in Italia ci sono progetti di raccolta della plastica dai fiumi. Il progetto pilota si chiama Il Po d’aMare. È stata installata una barriera anti-marine litter, in località Pontelagoscuro, in provincia di Ferraraa circa 40 chilometri dalla foce del Po, per raccogliere plastica, e non solo. Alcune piccole imbarcazioni raccolgono i rifiuti che vengono stoccati a Zevio. Lì vengono frazionati tra la plastica da riciclare, inviata a Legnago, ed i rifiuti da mandare in discarica, oppure da bruciare per produrre energia. Le barriere non intaccano la flora e la fauna locali perché la raccolta avviene in superficie.

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Pescatori di plastica

plastica mare acqua rifiutiCi sono altri progetti che interessano i pescatori in altre zone d’Italia. Grazie a finanziamenti europei che coinvolgono numerosi Stati, i pescatori raccolgono la plastica con le reti e la conferiscono in strutture autorizzate in porto. In questo modo si pulisce l’ambiente e si conservano posti di lavoro. Il progetto DeFishGear ha interessato Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e Slovenia. Terminato due anni fa, ha permesso di monitorare la situazione nel Mare Adriatico e sensibilizzare gli operatori sui danni della plastica. Sono stati raccolti oltre 140 tonnellate di rifiuti. In Toscana, invece, grazie al progetto Arcipelago Pulito, sono stati raccolti in 6 mesi 18 quintali di rifiuti. Visto il successo, il progetto, terminato a novembre, è stato rinnovato per altri 4 mesi.

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Insomma, grazie ai finanziamenti, alla sinergia ed all’impegno tra pubblico e privato, alla collaborazione tra operatori, cittadini e turisti, e grazie ad una maggiore consapevolezza dei danni ambientali causati, ora sappiamo che con un piccolo sforzo si possono salvare fiumi, laghi e mare dalla sovrabbondante presenza della plastica, in attesa della legge, ribattezzata “Salvamare”, in lavorazione al Dicastero dell’Ambiente.

 

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