
Per le votazioni per il Parlamento europeo in Italia sono state stampate oltre 66 milioni di schede: verranno considerate rifiuti e buttate o riciclate? Montalbetti (Comieco): “Si possono riciclare”.
Le elezioni europee del 26 maggio, che hanno disegnato un panorama diverso dalle consultazioni del 2014, sono in linea col trend delle direttive dell’UE in tema di riciclo. E ad essere protagonista, oltre ai milioni di italiani chiamati a esercitare un diritto e dovere civico, c’è un altro elemento, essenziale per lo svolgimento delle elezioni stesse: è la carta delle schede elettorali. Una grande quantità di materiale che, in un’ottica di economia circolare, può rivelarsi una preziosa risorsa e trasformarsi in nuova materia prima da inserire nei cicli produttivi.
Schede elettorali, quante sono?
L’Istituto Poligrafico dello Stato ha stabilito, solo per le elezioni europee, un modello di schede elettorali che prevede l’utilizzo di carta copiativa riciclabile della grammatura di 90 grammi al metro quadrato. Inoltre, la regola impone che ad ogni consultazione elettorale il numero di schede elettorali stampate equivalga a quello del corpo elettorale rilevato 45 giorni prima del voto a cui va aggiunto un 30% di schede in più come scorta. Sulla base del corpo elettorale individuato dal Ministero degli Interni (circa 51 milioni di elettori, compresi quelli delle circoscrizioni estere), sono state stampate 66 milioni di schede elettorali per la votazione del 26 maggio.
Schede elettorali, cosa dice l’UE
«La quantità di carta utilizzata durante ogni elezione è enorme, ma la buona notizia è che si può recuperare», commenta Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica). «I tempi di avvio al riciclo sono piuttosto lunghi. Per legge le schede elettorali stampate possono tornare in cartiera dopo 5 anni dalla consultazione. Solo oggi possiamo finalmente riciclare quelle utilizzate nelle ultime elezioni europee del 2014».
Nel caso delle europee del 2014, si tratta di oltre 65 milioni di schede elettorali, su un corpo elettorale di oltre 50 milioni di italiani*. Nel 2024, invece, vedremo tornare a nuova vita le schede elettorali stampate in occasioni delle elezioni di maggio.
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Schede elettorali non rifiuti ma risorsa
Il recente appuntamento alle urne rappresenta, quindi, anche un’ottima occasione di riflessione sull’attuale situazione europea in materia di gestione e riciclo dei rifiuti. Grazie alle direttive UE approvate lo scorso anno, l’Europa si sta muovendo sempre più verso un modello di economia circolare, ponendosi target ambiziosi. La nuova legislazione prevede, infatti, che entro il 2025, almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali debba essere riciclato. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035.
Comieco e la raccolta di carta
In particolare, per carta e cartone, l’obiettivo di riciclo è del 75% entro il 2025 e dell’85% entro il 2030. Oggi l’Italia è leader europeo nel settore con un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici dell’80% e con una media di 10 tonnellate di macero riciclate al minuto.