Effetti dei cambiamenti climatici e rischi per la salute

Lo stato di salute della popolazione messo a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici può essere protetto solo conservando l’integrità degli ecosistemi. Indispensabile la stesura di linee guide per ridurre i rischi nelle attività di prevenzione e controllo

Elvira Tarsitano, biologa; ricercatrice; Presidente Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi

Le grandi emergenze ambientali, come gli effetti dei cambiamenti climatici,  hanno implicazioni considerevoli nel campo della salute, portando alla nascita di nuove patologie e – di conseguenza – a interventi da parte dello Stato.

Epidemie e falsi allarmi

effetti dei cambiamenti climaticiLe modificazioni degli ecosistemi, il contatto dell’uomo con ambienti non antropizzati, la rapida evoluzione delle tecniche di allevamento intensivo e l’incremento della movimentazione di animali e alimenti hanno modificato i rapporti uomo-animale, facilitando la comparsa di nuove zoonosi, cioè malattie infettive degli animali (emergenti) o modificando gli scenari epidemiologici di quelle già esistenti (riemergenti).

La diffusione di patologie emergenti e riemergenti si manifesta spesso con episodi epidemici a carattere transnazionale che, oltre alla morbilità e alla mortalità associate, hanno generalmente gravi conseguenze in termini socio-economici. Visto anche l’impatto emozionale e mediatico di questi episodi, riconoscere prontamente le emergenze epidemiche distinguendole dai possibili “falsi allarmi” è di capitale importanza per poterle fronteggiare efficacemente.

Cambiamenti climatici e perdita della biodiversità

Negli ultimi anni questi processi evolutivi hanno subito una brusca accelerazione dovuta a una serie complessa di fattori biologici, ambientali, e socio-economici. Inoltre, negli ultimi 10 anni in Italia si registrano variazioni delle temperature con un aumento della temperatura massima di circa 0.6° C al nord e di 0.8 al sud. Da aggiungere, la variazione delle precipitazioni, che tendenzialmente aumentano in intensità in tutte le regioni ma diminuiscono in durata in termini di giorni di pioggia.

Considerevole è inoltre la variazione del livello del mare, con un’anomalia:  il mar Mediterraneo non cresce di livello come gli oceani. Si osserva da un lato un aumento dell’evaporazione a causa del riscaldamento globale e dall’altro, a causa della riduzione delle precipitazioni una diminuzione dell’apporto idrico dei fiumi e delle acque interne che di conseguenza portano ad un aumento della salinità del Mediterraneo.

Cambia la geografia del pianeta

La variazione della qualità dei suoli e rischio di desertificazione hanno come causa, effetti dei cambiamenti climaticioltre ai cambiamenti climatici, anche l’impatto delle attività umane che esercitano una forte pressione antropica sul territorio, per cui si registra una progressiva perdita di biodiversità. La forza distruttiva di certi disastri in zone a rischio risulta amplificata: ciò è la conseguenza dell’erosione del suolo dovuta agli impatti degli insediamenti umani .

Gli eventi estremi si verificano sempre più spesso con maggiore frequenza e con elevata intensità: si stima che sul territorio nazionale più del 2,6% sono aree a rischio inondazione e frane. Gli scenari futuri per l’Europa, l’Italia e per le regioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo non sono dunque dei più rosei: gli eventi estremi presentano infatti ricadute sui sistemi produttivi, agricoli, urbani e turistici, portando a un conseguente spostamento verso nord degli ecosistemi naturali con profonde modifiche della geografia, alla perdita di biodiversità e all’aumento della desertificazione. Le ripercussioni di questi cambiamenti saranno avvertibili sull’intero sistema economico e sul tessuto sociale con aumento del divario tra regioni del nord e sud con problemi di equità delle popolazioni locali.

Cambiamenti climatici e uso dell’acqua

effetti dei cambiamenti climaticiNon trascurabili, inoltre, sono gli effetti dei cambiamenti climatici (diretti o indiretti) sulla salute. L’impatto diretto del cambiamento climatico sulla salute è imputabili alle ondate di calore, alluvioni, frane e vento forte. Impatti indiretti invece, riguardano l’aumento delle malattie allergiche, delle malattie trasmesse da vettori. Da rilevare, inoltre, l’incremento delle malattie legate all’acqua, dovuto all’aumento di inondazioni e ai danni delle fognature con contaminazione dell’acqua potabile e dei reflui. A questi fattori si deve aggiungere la presa d’atto, denunciata da qualificati rapporti internazionali, che in diversi paesi europei (fra cui l’Italia) da molti anni il prelievo di acqua, per tutti gli usi, è superiore alla disponibilità accumulata tramite il ciclo naturale e che i cambiamenti climatici determineranno un peggioramento della disponibilità di acqua sul pianeta terra.

Queste dinamiche di sovrautilizzo dell’acqua stanno mettendo in crisi molti paesi la risorsa, e se associamo a queste tendenze anche i risultati derivanti dal cambiamento climatico – ovvero maggiore desertificazione e cambiamenti nella distribuzione e concentrazione delle piogge – è facilmente immaginabile quali saranno gli effetti di una cattiva gestione della risorsa-acqua anche in Europa e in Italia, non solo nelle regioni a maggiore rischio di stress idrico, con compromissione degli ecosistemi, della biodiversità e della salute.

In aumento le malattie anche per l’uomo

Aumenti di temperatura fanno registrare anche aumenti dell’infezione di salmonella, malattia endemica in Italia. Aumenta il rischio di intossicazione da alghe e cianobatteri potenzialmente tossici e presenti nelle acque in concentrazioni più abbondanti, come registrato da recenti fatti di cronaca in molte regioni italiane.

I cambiamenti climatici, le modificazioni ambientali nei centri urbani, la globalizzazione, l’intensificarsi degli scambi commerciali e dei viaggi stanno contribuendo a modificare la velocità, oltre che le dinamiche, con cui le malattie trasmissibili possono diffondersi. L’incremento delle temperature medie stagionali registrate a livello globale e le numerose situazioni di degrado ambientale sono tra le cause più importanti dell’aumento dei casi di infezioni trasmesse da artropodi all’uomo e agli animali. In particolare la diffusione della “zanzara tigre” (Aedes albopictus) e di altri fastidiosi insetti è un problema sempre più presente nelle nostre città in quanto potenziale causa di nuove emergenze sanitarie.

Lo Stato non può trascurare gli effetti dei cambiamenti climatici

Gli scenari originati dagli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute sono chiari ed evidenti: l’epoca delle malattie causate dai cambiamenti climatici è arrivata e gli effetti sulla salute sono molto complessi. Questo significa che nel breve periodo, i sistemi sanitari dovranno prendere misure che consentano un adeguato adattamento. Nel lungo periodo, lo stato di salute della popolazione può essere protetto solo conservando l’integrità degli ecosistemi, e nelle attività di prevenzione e controllo la stesura di linee guide per ridurre i rischi risultano essere indispensabili. L’informazione sanitaria deve essere capillare e mirata a una completa divulgazione sui potenziali rischi connessi ai cambiamenti climatici, molto spesso connessi anche a cattive abitudini e la mancanza di informazione.

Le proposte

Una stretta collaborazione tra le Aziende Sanitarie locali e i responsabili degli Enti locali proponenti risulterebbe molto utile nelle azioni prevenzione e controllo. Un sistema di sorveglianza attivo e rapido che permetta di individuare prontamente i focolai epidemici, è essenziale per monitorare il rischio potenziale legato alle interazioni ambientali ed ai cambiamenti climatici. L’obiettivo deve essere, quindi, quello di promuovere la salvaguardia, la valorizzazione e l’ottima allocazione delle risorse territoriali-ambientali, e pertanto deve essere vietata qualsiasi azione che degradi, deturpi o elimini tali risorse, intese come entità singole o come equilibri complessi.

È compito dei governi, delle istituzioni competenti, degli organi di informazione, delle associazioni, delle imprese fornire gli strumenti per il cambiamento, dove il ruolo del cittadino è essenziale per spingere questi gruppi ad intervenire, più rapidamente e nel migliore modo possibile. Affrontare i modelli di produzione e consumo richiede perciò interventi a livello culturale, sociale, ambientale ed economico. E il discorso non riguarda solo gli effetti dei cambiamenti climatici ma si fa molto più ampio.

Noi, protagonisti di un mondo sostenibile

La capacità della terra di sostenerci in modo dignitoso per tutti, dipenderà dalla nostra capacità di autocorrezione per riportare lo sviluppo da un sentiero di insostenibilità, quale quello attuale, ad uno di sostenibilità, attraverso uno sviluppo consapevole, che tenga conto dei nostri limiti di specie e sia rispettoso della natura e quindi riproducibile nel tempo.

La revisione dell’attuale ciclo industriale in modo tale da assimilarlo il più possibile ad un ciclo ecologico naturale; una revisione attraverso cui le imprese potranno migliorare l’efficienza interna e avere un impatto quasi nullo sull’ambiente circostante (ad esempio rigenerare i rifiuti prodotti, riutilizzando i materiali di scarto, le acque depurate, etc.) secondo per esempio i principi della “Blue Economy” costituisce un passo importante verso il miglioramento dei cicli produttivi industriali.

Best practices

Dobbiamo abituarci a rendere le città ecologicamente compatibili, considerato che queste

effetti dei cambiamenti climatici
Bosco delle Pianelle

attualmente costituiscono dei centri altamente dissipativi in cui energia e materiali vengono usati in modo irrazionale, ed è più evidente la degradazione dell’ambiente ed in generale la qualità della vita. Proviamo a effettuare una contabilità ambientale ed integrare questa con la contabilità economica; attualmente un paese può dissipare risorse naturali e degradare il proprio ambiente senza che ciò risulti dal bilancio patrimoniale nazionale. Ciò avviene in quanto l’attuale sistema economico si considera (illusoriamente) indipendente dal sistema ecologico da cui, però, trae energia e materie prime. Studiamo come controllare le applicazioni tecnologiche nelle diverse attività umane.

Agire bene per salvare l’ecosistema

Mentre lo studio delle leggi fondamentali della natura, ossia la scienza non può essere in rapporto conflittuale con la natura, la tecnologia e la tecnoscienza possono essere usate per la vita o contro di essa; per cui non tutto ciò che è tecnicamente possibile deve essere considerato moralmente lecito. Oggi più che mai si impone la necessità di un agire etico il cui fine sia il bene dell’uomo, degli esseri viventi e del suo ambiente, acquisire la consapevolezza dei propri limiti e delle proprie responsabilità; capire che le speranze di un futuro sostenibile sono affidate all’evoluzione delle istituzioni ma soprattutto ad un mutamento generalizzato del modo di vivere. E’ quindi fondamentale la diffusione di una profonda cultura etico-ambientale che ponga i propri accenti sui valori del rispetto e della responsabilità non solo nei confronti dell’uomo ma di tutto l’ecosistema terrestre.

Lo sviluppo economico deve essere compatibile con la capacità di carico degli ecosistemi del pianeta ed armonico con gli obiettivi di una società democratica, giusta, equa e solidale.

Il clima sta cambiando ora. Il motto deve essere: agire ora per prevenire e mitigare.

L’autore
Elvira Tarsitano

Elvira Tarsitano insegna Biologia e Biodiversità animale presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria, ed è componente dello Staff di direzione del Centro di Esperienza di Educazione Ambientale dell’Università di Bari (CEEA-Uniba). E’ componente della Commissione Permanente di Studio “Igiene, Sicurezza e Qualità” dell’Ordine Nazionale dei Biologi, e fino al 2014 è stata presidente della Consulta per l’Ambiente del Comune di Bari.

Presidente dell’Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi, è anche responsabile Ambiente per la segreteria regionale del Partito Democratico, componente della direzione regionale, componente del direttivo di Valenzano del Partito Democratico.

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