
Progettare nuove offerte sostenibili per aziende, PA, e cittadini: è la sfida dei nudge, una tecnica che anche in Italia si sta affermando. Ce ne parla Irene Ivoi
Cambiare un comportamento o attivarne uno nuovo anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. È l’obiettivo dei nudge o “spinte gentili”, così come sono state definite dagli psicologi ed economisti comportamentali. Persino l’ex presidente degli Usa, Barak Obama, aveva istituito durante il suo mandato una Nudge Unit nel suo ufficio di gabinetto.
In Italia, si occupa di questa tecnica Irene Ivoi (in foto), industrial designer originaria di Barletta, in Puglia, che da anni vive e lavora a Firenze come consulente e designer, progettando nudge e strategie di prevenzione impatti ambientali per consorzi di filiera, enti pubblici e imprese.
Negli anni 90 è stata tra le pioniere di questo nuovo approccio all’economia circolare. Oggi Irene Ivoi è una libera professionista, tra le principali esperte in Italia di “spinte gentili”. E la sostenibilità è considerata una delle aree più interessanti in cui sperimentare i nudge. Ma perché si definiscono “spinte gentili”? Perché non parliamo di obblighi o norme da seguire alla lettera, piuttosto di consigli e di comportamenti positivi. (Spinte gentili è anche il titolo di un volume curato da Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein).
«Se io voglio cambiare i comportamenti di acquisto orientandoli verso prodotti per esempio meno imballati -ha detto Irene Ivoi- o voglio favorire maggiore attenzione al riutilizzo delle merci (elettrodomestici, elementi di arredamento, biciclette ecc.) attivo un nudge».
Il lavoro della Ivoi è quello di supportare le imprese ad agire secondo i principi dell’economia circolare. In particolare, gli ambiti nei quali è più impegnata sono: agroalimentare, packaging, nautica, turismo, bike economy, mobilità, retail e grande distribuzione. Dunque, comportamenti che possono concretizzarsi, soltanto se il consumatore è realmente motivato. L’attenzione all’ambiente, la gestione dei rifiuti e i comportamenti ispirati al buon senso possono essere efficacemente raggiunti anche con questo metodo.
Irene Ivoi ha curato diverse pubblicazioni: “Fare con meno”, “Se i piatti di plastica” ed è tra i contributors di numerose pubblicazioni, tra cui “Spigolatrici d’ambiente. Per un contributo innovativo alla sfida dei mutamenti climatici” (Libreria Editrice Fiorentina, 2021).
Alcuni esempi di nudge “sostenibili”
L’approccio della tecnica dei nudge sta prendendo piede anche in Italia. Alcuni esempi nell’ambito della sostenibilità riguardano i consumi.
«Se voglio che le persone risparmino acqua durante doccia -ha raccontato Irene Ivoi- progetto un doccino che mi dice quanti litri sto consumando oppure che cambia colore dopo che sono trascorsi 7 o 8 minuti. Quel doccino riprogettato mi aiuta a cambiare il mio comportamento sotto la doccia, perché dal momento in cui cambia colore posso continuare a usare l’acqua oppure affrettarmi e risparmiarla».
Lo stesso principio è alla base della famosa scala sonora alla fermata della metro di Stoccolma che, grazie a una particolare installazione, suona quando la si usa. In questo modo i cittadini sono incentivati ad usarla al posto della scala mobile. Ciò significa che il designer ha ridisegnato il prodotto per spingere le persone a preferire la scala tradizionale alla scala mobile, se il nostro obiettivo è spostare il flusso in quella direzione.
Altro esempio pratico di nudge è la doggy bag (in foto) che serve per portare a casa i propria avanti con l’obiettivo di non sprecare cibo nei ristorati o nelle mense, o in alternativa le strutture possono dotarsi di piatti più piccoli quando ci sono dei buffet, ad esempio, per evitare che le persone li possano riempire di cibo. Questo è un altro modo per evitare lo spreco agendo sulla cosiddetta “variazione del contesto”.
Un caso di nudge al contrario è per esempio il sistema elettorale americano. Negli Usa infatti per poter votare, i cittadini devono iscriversi a delle liste per votare. Questo comporta da parte degli utenti/cittadini una scelta attiva. Questo abilita i cittadini americani a votare; al contrario in Italia possediamo una tessera elettorale che ci abilita di default.
Esempio di pratica positiva, sottolinea Irene Ivoi, è invece quella di una compagnia di energia elettrica (siamo sempre negli Usa), che informa l’utente sulla propria performance di consumo anche in base alla media del quartiere in cui abita. Per cui io posso sapere quanto sono stato già o meno bravo nel consumo rispetto a chi vive una casa simile alla mia. E questo mi fa capire magari che posso fare meglio.
Dal momento in cui le aziende e le organizzazioni sono fatte di persone, possono ottenere maggiori successi sulla base di come le persone lavorano. È stato sperimentato che una serie di piccoli nudge volti ad allineare alla vision aziendale i comportamenti dei dipendenti possa incrementare le performance lavorative.
Obiettivo ultimo dei nudge, dunque, è quello di migliorare le condizioni di lavoro e quindi le prestazioni delle persone.