Difficile definirlo “ecomostro”. Sì, perché il fascino e il lusso del residence a quattro stelle “Il Porto”, a due chilometri da Mattinata, avevano conquistato tutti. Vip e clientela d’oltremare compresa. Una struttura mastodontica ed elegante, dal valore stimato di 24milioni di euro: si può vedere ad occhio nudo da lontano, procedendo lungo la litoranea che conduce a Vieste. Un brillante bianco incastonato nel profilo della collina che, per farvi spazio, è stata completamente scavata. Compromessa per sempre, come l’orografia del territorio. Solo qualche mese fa, lo scorso ottobre, il complesso residenziale turistico – che fa capo ad Eliseo Zanasi, imprenditore edile e presidente della Camera di Commercio di Foggia – è stato oggetto di una laboriosa indagine condotta dai carabinieri del Noe di Bari, i militari del comando provinciale e della sezione di polizia giudiziaria di Foggia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia. La tesi sostenuta dagli inquirenti foggiani è chiara, messa nero su bianco: «che uno scorcio bellissimo e internazionalmente invidiato quale quello del Belvedere di Mattinata» è stato «deturpato da una struttura turistica alberghiera vastissima nell’estensione e che, nello sventrare il monte sul quale è stato costruito, ha completamente modificato l’orografia del territorio, estirpato per sempre la fauna e la flora locale fatta di macchia mediterranea e piccoli rapaci».
Indietro di sette anni – I lavori per la costruzione del complesso in Contrada Principe, a Mattinatella, iniziarono sette anni fa. Dietro l’imponente costruzione, che sorge su una superficie di circa 70mila metri quadri, vi era un progetto regolare, supportato da tutte le autorizzazioni edilizie, compresi i pareri del Parco Nazionale del Gargano e della Sovrintendenza ai beni culturali. Ma – come sostenuto dagli inquirenti della Procura di Foggia – nel corso degli anni, il progetto si è evoluto, il complesso ha assunto altre forme, invadendo e aggredendo, allo stesso il tempo, il territorio e il paesaggio, distruggendo un intero costone di roccia e macchia mediterranea. L’attività investigativa condotta dalla Procura foggiana, dunque, avrebbe rilevato gravi irregolarità in merito alla normativa edilizio/ambientale inerente la realizzazione di opere edili non corrispondenti ai progetti, con permessi a costruire privi della obbligatoria e preventiva autorizzazione paesaggistica dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, deturpando l’area protetta che le ospita. Il meccanismo per ottenere dei permessi in totale sprezzo della normativa vigente e della tutela paesaggistica e naturalistica, nella sua semplicità, «era ingegnoso e volutamente capzioso, al fine di rendere difficilissimi, così come è stato, gli accertamenti di liceità».
Basta confrontare il progetto originario – quello autorizzato dagli enti preposti – con quanto invece è stato realizzato per rendersi conto dell’impatto che quest’ultimo poteva avere sul paesaggio. Il progetto iniziale prevedeva una serie di casette servite da una piscina, il tutto completamente immerso nel verde. A zero impatto visivo e ambientale, insomma. Nascosto, mimetizzato nella macchia mediterranea, con i caratteristici muretti a secco, tipici di quella zona. Ma nel corso degli anni, gli alberi sono stati sradicati e i muretti a secco – alti, da progetto, non più di un metro – sono diventati muri in cemento alti 15 metri che garantivano a moltissime stanze e suite la richiestissima “vista mare”. Tra le varie modifiche effettuate al progetto, sono stati contestati, inoltre, numerosi terrazzamenti e la pavimentazione della rete viaria che serve il complesso. Nell’immediatezza dei fatti, cinque persone – a vario titolo responsabili della struttura e del suo progetto – vennero denunciate, ma sulla materia d’argomento sono in corso ulteriori indagini. Sulle scrivanie delle Procure di Foggia e Lucera, infatti, vi sono molti faldoni all’attenzione degli inquirenti, che si inseriscono in attività – organiche e programmate – di prevenzione e repressione dei reati ambientali commessi sul territorio del Parco del Gargano, da anni soggetto a violenta ed illegale speculazione edilizia.
Per le foto si ringrazia il Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia
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