
La relazione degli Stati Generali della Green Economy: “le rinnovabili crescono poco, aumentano le emissioni delle nuove auto, crescono i consumi di energia”. La crisi è globale
La relazione “Clima e Green New Deal: un patto tra imprese e governi” degli Stati Generali della Green Economy, presentata a Ecomondo, parla chiaro: in Italia, “le emissioni di gas serra non calano da 5 anni; i consumi di energia sono tornati a crescere, l’aumento delle rinnovabili si è quasi fermato negli ultimi 5 anni, l’ecoinnovazione non decolla, il parco auto italiano resta il più “denso” d’Europa (644 auto ogni 1.000 abitanti), le emissioni delle nuove auto aumentano dal 2018 e peggiora il tasso di circolarità.”
Leggi anche: Sulla via del Dolpo: viaggio verso zone a rischio per cambiamenti climatici
Una situazione difficile da accettare, visti gli investimenti soprattutto di aziende e imprese private a fronte di uno Stato che, evidentemente, non fa abbastanza e non dà il buon esempio ai cittadini.
«Sono registrate alcune eccellenze italiane nel campo della Green Economy – ha detto Edo Ronchi del Consiglio Nazionale della Green Economy – ma emergono anche molte criticità: sostenere le eccellenze e recuperare le difficoltà è la via da perseguire per lanciare un concreto Green New Deal in Italia. Nulla ha potenzialità di sviluppo comparabili con quelle della Green Economy che se adeguatamente promosse ed estese, potranno trascinare investimenti e nuova occupazione».
Ecomondo 2019: Italia green non va
Le strategie per valutare la Green Economy di un Paese

Sono state individuate 9 tematiche strategiche per valutare la crescita green di un Paese. I dati italiani sono disarmanti: le emissioni di gas serra crescono dal 2014, già nel primo trimestre del 2019 c’è stato un ulteriore aumento. Risparmio ed efficienza energetica hanno avuto una netta flessione: il consumo lordo di energia cresce dal 2014, nel 2018 è cresciuto più del Pil. La quota di fonti rinnovabili è cresciuta dell’1% in 5 anni. Nei trasporti, l’uso delle rinnovabili è ancora marginale, ma la produzione di biometano è triplicata nel 2018. Per quanto riguarda l’economia circolare e l’uso efficiente delle risorse, il tasso di circolarità è peggiorato in Italia, mentre per il riciclo dei rifiuti, siamo a + 2% rispetto alla media UE. In materia di ecoinnovazione, l’Italia è al 22simo posto in Europa per spesa ambientale che è scesa del 17% tra il 2010 e il 2017. Quella pro capite è di soli 8,70 euro, molto al di sotto di quella della zona euro, che è 14,40 euro. Per la digitalizzazione è al 24simo posto su 28 Paesi. In agricoltura, l’Italia si trova al vertice della classifica europea 2018, mentre in termini di valore della produzione è seconda. Le superfici coltivate col biologico nel 2017 sono quasi 12,6 milioni di ettari, con un incremento di circa il 25% rispetto al 2012. L’Italia è inoltre prima al mondo per quantità di produzioni a indicazione geografica. Sul consumo del territorio e capitale naturale, l’Italia nel 2018 ha consumato ancora 51 chilometri quadrati di territorio, in media circa 14 ettari al giorno; di contro, L’Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità, con una flora vascolare costituita da oltre 6.700 specie – il 20,4% delle quali endemiche – e una fauna composta da circa 58.000 specie, con una percentuale di endemiche pari a quasi il 30%. Sulla mobilità sostenibile, invece, l’Italia è il Paese europeo col tasso più alto di auto, 644 per 1.000 abitanti nel 2018, in aumento rispetto al 2017. Nei primi otto mesi del 2019, le emissioni medie specifiche delle nuove auto immatricolate sono aumentate a quasi 120 gCO2/km, il 5,5% in più rispetto allo stesso periodo di un anno fa. La penetrazione di auto elettriche è scarsa, meno di 10.000 auto vendute, per le e-bike è il quinto mercato europeo, il parco auto dei mezzi pubblici invece è molto vecchio ed inquinante. Il concetto di Green City, “città verde”, indica le politiche ecosostenibili nelle città, ovvero la riduzione della temperatura media, dello smog, dei consumi energetici e degli agenti inquinanti, l’aumento di spazi verdi, la gestione oculata dei rifiuti con la differenziata e gli investimenti nelle energie rinnovabili. Nelle città italiane, su 376 azioni complessive 358 sono riferite alla mitigazione e solo 18 all’adattamento.
La crisi climatica è globale
Se l’Italia va male, nel mondo la situazione è tragica. L’inquinamento sta accelerando i processi di desertificazione, le migrazioni climatiche, i fenomeni meteorologici estremi a tutte le latitudini e si stanno registrando anche pesanti conseguenze nella sopravvivenza di molte popolazioni che presto potrebbero rimanere senza acqua e cibo. «Il tempo stringe – ha detto Edo Ronchi – dobbiamo aumentare il passo, insieme al gruppo dei Paesi più responsabili, accelerando lo sviluppo di una green economy con emissioni nette azzerate al 2050. Il successo e la competitività della Green Economy Carbon Neutral spingerà anche i Paesi riottosi e arretrati a inseguire e adeguarsi».
Leggi anche: Clima: avviata a Parigi la XXI Conferenza delle parti

«Per tenere fede all’accordo di Parigi – ha detto Jeffrey Sachs, Direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile della Columbia University – dobbiamo decarbonizzare l’economia, dobbiamo produrre elettricità a basse emissioni e abbiamo le tecnologie. Ora abbiamo bisogno di una road map, di un percorso comune. Negli Stati Uniti il 70% delle persone è favorevole alle rinnovabili e al taglio delle emissioni, ma il Presidente Trump non ascolta la voce dell’America, ma la voce della piccola ma potente lobby del petrolio».
È emergenza climatica, lo dicono 11 mila scienziati
Il sistema energetico mondiale e l’economia ad esso connessa sta cambiando troppo lentamente. È un dato di fatto. Di questo passo, sarà impossibile rispettare gli obiettivi del 2030 e saranno utopici quelli del 2050. Per questa ragione, i governi devono subito intervenire con politiche green. Già nei giorni scorsi oltre 11 mila scienziati di 153 Paesi del mondo hanno preso una posizione netta, pubblicando sulla rivista scientifica Bioscience un rapporto che certifica l’emergenza climatica mondiale e chiede 6 interventi da attuare immediatamente. Speriamo che qualcuno lo faccia subito, altrimenti non ci sarà più nulla da fare.