Ecologia, una firma per fermare l’ecocidio

Anche l’associazione Fare Verde aderisce a End Ecocide, la campagna per introdurre negli stati dell’Unione Europea il reato di ecocidio.

Per ecocidio si intende la produzione di danni diffusi, duraturi e gravi, ad un ecosistema ambientale. Rientrano in questa tipologia la deforestazione dell’Amazzonia (foto) o l’inquinamento del Delta del Niger, oppure l’utilizzo di pesticidi quali il clothianidin (che ha causato la morte di milioni di api in Germania), o il ricorso a tecniche devastanti quali il fracking (la perforazione idraulica del sottosuolo per estrarne idrocarburi), oppure lo spianamento delle montagne. Si tratta di interventi devastanti, che distruggono in maniera duratura le caratteristiche di un ecosistema e le forme di vita umana, animale e vegetale, che esso ospita.

Nonostante di ecocidio si parli già dagli anni ’70, esso ancora non trova un adeguato riconoscimento. L’ecocidio rientra tra i crimini di guerra, ma solo pochi Stati al mondo ne prevedono la punibilità anche in tempo di pace. Ciò consente ad aziende e governi di arrecare ancora oggi danni irreparabili agli ecosistemi impunemente o pagando al massimo delle multe. La campagna End Ecocide intende quindi introdurre il reato di ecocidio all’interno delle legislazioni dell’Unione Europea, per fare poi da apripista per un più ampio riconoscimento mondiale.

Per aderire, basta una firma di sostegno alla petizione popolare indirizzata alla Commissione Europea. È possibile firmare contattando Fare Verde a mezzo mail (fareverde-bari@libero.it). Data ultima per firmare è il 21 gennaio 2014.

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