Eco progetti: da Bologna a Lampedusa a piedi, un docufilm per “un’Italia bellissima”

“C’è un’Italia bellissima”. Lo dimostrano le storie delle persone e delle realtà che, in Italia, si occupano di sostenibilità, vita in ecovillaggio, beni confiscati alla mafia, rigenerazione urbana, socialità. Riunite in un viaggio e un docufilm

Solidarietà, accoglienza, fiducia nell’Altro. Sembrano parole dimenticate. In disuso. Fuori moda. E invece esiste un’Italia bellissima, di cui si parla troppo poco. Barbara Cassioli, giovane operatrice sociale di Bologna e viaggiatrice per passione, ha scelto di raccontare questo pezzo di penisola che non odia. Ha incontrato questa Italia che tanti, ancora, non conoscono durante il lungo viaggio (da cui è nato il blog viaggiareapiediscalzi.com) che l’ha portata da Livergnano, sua città natale, a Lampedusa, punto d’approdo per naufraghi e migranti che fuggono dai propri Paesi d’origine in cerca di un futuro migliore.

Eco porgetto: il percorso

Un lungo percorso. attraversando Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia. Perché per questa 33enne, che ama prendere il suo vecchio zaino sulle spalle e un quaderno bianco dove scrivere, viaggiare è qualcosa di straordinario. “È il modo più stimolante di stare al mondo, è imparare l’arte del ‘lasciar andare’ e respirare con la pancia. È sentirsi a casa ovunque. Farlo con gli altri, è condivisione. Farlo da sola significa prendermi cura di me stessa, Libera”.

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Nel viaggio, ha incontrato persone che si occupano di sostenibilità, ambiente, rigenerazione urbana, socialità. Persone che vivono negli eco-villaggi o gestiscono i beni confiscati alla mafia. Storie che l’hanno commossa ed emozionata, ma che in pochi conoscono. Per questo la giovane operatrice sociale, con l’aiuto di Costanza Castiglioni, giornalista e videomaker fiorentina, ha scelto di raccontare questa Italia nascosta a tutti, attraverso il docufilm C’è un’Italia bellissima.

Eco porgetto: il crowdfunding

Un progetto che ha necessità concrete. Per sostenere le spese di realizzazione e produzione del documentario, Barbara e Costanza – che si muoveranno in autostop o con i mezzi pubblici, ripercorrendo le tappe più significative del viaggio – hanno scelto di avviare una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso.

Da Bologna a Lampedusa a piedi, Barbara Cassioli e Costanza Castiglioni
Da Bologna a Lampedusa a piedi, Barbara Cassioli e Costanza Castiglioni

Ma non solo. Barbara, infatti, alla fine del suo viaggio fino a Lampedusa, aveva donato ciò che era riuscita a risparmiare a Mediterranea Saving Humans, la nave italiana che da mesi svolge un’attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione del Mar Mediterraneo. L’intenzione è replicare la stessa iniziativa anche con il docufilm: quello che Barbara e Costanza riusciranno a risparmiare verrà donato a Mediterranea.

Il senso del viaggio

Barbara Cassioli e Costanza Castiglioni, rispettivamente di Bologna e Firenze, si sono incontrate tramite Instagram e si sono riconosciute: “Due segni di fuoco, due anime affini che trasformano i sogni in progetti”.

Ripartono per narrare le tappe più significative del viaggio di Barbara. L’idea era nata come piccola ma concreta azione di resistenza sociale e come risposta al decreto Minniti prima, e Salvini poi. “In questi anni – spiega Barbara – mi ha sempre accompagnata la sensazione di profonda ingiustizia ed altrettanto senso di impotenza. Cosa posso fare io per manifestare il mio dissenso e praticare l’accoglienza? Quella reale. Il contesto socio-politico che mi circonda mi pone un quesito:
Abbiamo paura di ciò che non conosciamo? Ne abbiamo così tanta da diventare aggressivi?
Abbiamo ritirato le navi dal mare, abbiamo venduto migliaia di esseri umani ai lager libici ed infine, abbiamo reso la vita di chi è sopravvissuto a tutto questo impossibile anche in Italia.
Come è stato possibile?”.

Un interrogativo che Barbara e Costanza si pongono nel loro docufilm,

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