
Il trend era estremamente positivo. Poi, il lockdown ha inesorabilmente segnato il crollo. Ma la ripresa post quarantena segna anche un nuovo inizio del car sharing
Con il servizio che cresce, cambia personalità e si diversifica. Facendo i conti con ansie, timori, sanificazioni e misure di sicurezza. Il car sharing anche in Italia si sta(va) facendo strada.
I numeri
Il fenomeno dell’auto condivisa – grazie al servizio che permette agli utenti di utilizzare un veicolo su prenotazione noleggiandolo per un periodo di tempo breve e pagando in ragione dell’utilizzo effettuato – aveva registrato una crescita nel 2019: lo scorso anno, infatti, sono cresciute le flotte rispetto all’anno precedente (dati Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility) del 3% in modalità free-floating (7.009 veicoli) e del 7% in station based (1.255).
Sono cresciute anche le iscrizioni del 28,7% (2 milioni e mezzo di iscrizioni ai servizi di car sharing nelle nostre città), con Milano e Roma che hanno registrato la crescita maggiore dei noleggi del 2019, raggiungendo insieme circa 10 milioni di noleggi annui, con la durata media di un noleggio di circa mezz’ora, e con veicoli sempre più ecologici.
Naturalmente, con il lockdown, i servizi di car sharing sono crollati, con punte anche del 90%, ma già a maggio 2020 è ripartita la tendenza positiva, con un + 30%.
Formule nuove per migliori servizi
Questo risveglio dopo il letargo deve essere però accompagnato da nuove strategie. Sono sempre di più le modalità di noleggio di autovetture presenti nelle città italiane: molti operatori di car sharing, infatti, stanno sviluppando nuove formule, che vanno ad integrarsi con quelle già esistenti e superano la distinzione tradizionale fra car sharing “station based” (con parcheggi dedicati) e car sharing “free floating” (a flusso libero). Alcuni operatori di servizi “station based”stanno ripensando le proprie offerte in modo più flessibile, rendendo possibile anche il noleggio solo andata (consentendo quindi di rilasciare l’autovettura in altre stazioni cittadine, come sta accadendo ad esempio a Torino, Roma, Cagliari e Palermo).
Viceversa aziende specializzate in car sharing “free-floating” oggi operano anche attraverso aree di parcheggi dedicate in vari punti strategici delle città italiane, come aeroporti e stazioni ferroviarie, senza maggiorazione di tariffa (ed è questa la novità), come nel caso di Enjoy e Corrente presso stazione centrale FS di Bologna. Tutto questo per offrire un servizio sempre più vasto e completo agli utenti, visti i numeri in crescita.
Le città piccole
Un’altra evoluzione in corso nel mondo del car sharing è quello di adattare il modello operativo alla tipologia di città e di spostamenti: nelle grandi città italiane sono presenti soprattutto le grandi aziende internazionali che operano nel car sharing free floating e continuano a puntare ad un consolidamento dei servizi già esistenti. Nei centri di dimensione più piccola, come Cagliari, Palermo, Genova, Venezia nascono o si consolidano invece nuovi operatori locali, che progettano il servizio anche in base alle caratteristiche dell’utente medio presente in quelle città. Si tratta di servizi più ridotti dal punto di vista del numero di auto ma più diffusi nel territorio e che vedono spesso l’affermazione di operatori locali, spesso anche in partnership con le aziende di trasporto pubblico.
Insomma, un settore dinamico che si adatta costantemente alle necessità e richieste degli utenti, che sono diverse caso per caso.
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Un veicolo su 4 è elettrico

Tornando ai numeri, in generale nel 2019 in Italia c’è stato un tasso di rotazione medio di 4,7 noleggi a vettura, in linea con il 2018. Il numero totale dei veicoli in sharing attualmente è di 8.264 di cui 7.009 del free-floating e 1.255 dello station-based ed 1 su 4 è un veicolo elettrico.
Il venerdì è il giorno della settimana in cui si effettuano più noleggi, sia in modalità free-floating che in modalità station-based, con un picco di utilizzo medio, durante tutta la settimana, nelle fasce orarie 18-19 per lo station-based e 19-20 per il free-floating. Infine, 1 noleggio su 4 di vetture in car sharing viene effettuato tra le 22 e le 6 del mattino, a testimonianza di come sia un servizio sfruttato 24 ore su 24.
Il commento
“La riduzione del tasso di motorizzazione italiano, che attualmente è di 645 auto private ogni 1000 abitanti, – spiega Giusy Lombardi, Direttore Clima Energia del Ministero dell’Ambiente, co-promotore dell’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility – è l’ obiettivo fondamentale della sharing mobility: meno auto private nelle città e meno auto in sosta, infatti, vuol dire liberare spazio per le modalità di trasporto condiviso e ridurre la congestione e l’inquinamento. Un buon obiettivo per l’Italia, ambizioso ma fattibile, sarebbe quello di portare entro il 2030, anche grazie alla sharing mobility, il tasso di motorizzazione privata a 500 auto ogni mille abitanti, corrispondente a quello attuale della Francia. Il Ministero dell’Ambiente è in prima linea su questo fronte”.
Car sharing condominiali
Inoltre il parco circolante condiviso messo in relazione con il parco circolante privato fa emergere alcuni aspetti fondamentali, che lasciano intendere i benefici del car sharing in termini di mobilità e diminuzione dell’inquinamento nelle principali città italiane. Nel 2019 l’età media dei veicoli di car sharing è stata di 1,2 anni, rispetto agli 11,5 anni delle auto private (dati UNRAE). Il 75% delle automobili in carsharing è EURO6, a differenza del 23,90% delle vetture private (dati UNRAE) ed il 25,01% del parco circolante condiviso è composto da veicoli elettrici, mentre il parco circolante privato ha soltanto lo 0,06% in questa modalità (dati ACI).
Da questi numeri si può ripartire, continuando uno sviluppo del car sharing che in un futuro prossimo prevederà modalità di fruizione e di condivisione dei servizi con tendenze sempre più innovative, tra le quali carsharing condominiali, multiproprietari, corporate car sharing, peer to peer.