
In provincia di Foggia, ancora fiamme. Arte e natura coinvolte. Stavolta tocca all’Oasi Lago Salso preda di un incendio.
Prima Faragola, ora l’Oasi Lago Salso. L’estate è agli sgoccioli, ma in provincia di Foggia si combatte ancora contro le fiamme. Incendi che mettono a repentaglio arte e natura.
Incendio a Oasi Lago Salso, piromani ed ecomafiosi
Domenica sera è toccata all’area che rientra nel parco nazionale del Gargano. Sono stati 100 gli ettari coinvolti dalle fiamme. Un “pesante affronto al grande patrimonio di natura e biodiversità“, come lo hanno ribattezzato da Legambiente. E i vertici hanno ribadito un allarme. «E’ fondamentale innanzitutto aggiornare il catasto delle aree percorse dal fuoco – commentano Francesco Tarantini ed Emanuela Bisceglia, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e del circolo Legambiente di Manfredonia -, onde evitare casi di speculazione, e soprattutto attuare una politica di prevenzione adeguata attraverso controlli mirati sul territorio, visto che gli incendi non sono solo legati alla variabile clima, ma dietro c’è anche la mano di piromani ed ecomafiosi».

Indagini in corso per capire il movente. «Un incendio appiccato da mani criminali che ancora una volta non riescono a capire l’importanza di conservare e promuovere questo angolo di Paradiso terrestre», sottolinea il presidente del Parco del Gargano, Stefano Pecorella.
«Questo incendio – continua Pecorella – rappresenta si una profonda ferita, ma certamente non fermerà il processo di rilancio di Oasi Lago Salso che, come l’Araba Fenice, saprà risorgere dalle ceneri che qualcuno vuole siano una sepoltura definitiva a vantaggio di chissà quali altri loschi interessi».
L’ incendio di Faragola
Araba Fenice. La stessa espressione che il presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, Giuliano Volpe, ha usato per il sito archeologico di Faragola
Leggi: Faragola brucia, in fiamme secoli di storia.
Per ripartire, è stata avviata una raccolta fondi. A lanciarla la Fondazione Apulia felix, presieduta proprio da Volpe, che nell’ultima assemblea ha deciso di porre il sito archeologico incendiato nei giorni scorsi al centro della propria iniziativa.
I fondi (Iban: IT84I0335901600100000066451) saranno destinati soprattutto a far vivere il sito anche in questo momento drammatico. In programma una mostra sul cantiere, visite guidate, multimedialità e attività varie che verranno decise successivamente.
L’impegno della popolazione, ma non solo
Il Comitato tecnico-scientifico Archeologia del MiBACT, nell’ultima riunione auspica che “il Ministero, insieme con le Regioni, gli enti locali, le Università, si faccia carico di intervenire prontamente e di studiare strategie innovative per una migliore tutela delle aree archeologiche offrendo tutta la propria collaborazione”.

“II Comitato esprime profondo dolore e preoccupazione per gli incendi che negli ultimi tempi hanno colpito drammaticamente importanti aree archeologiche”, si legge nel documento.
Questo perché all’incendio del parco archeologico di Faragola nel Comune di Ascoli Satriano, ampiamente pubblicizzato, si unisce quello che ha devastato il sito UNESCO di Elea-Velia nel Comune di Ascea (SA).