
Alcune opere dell’architetto e artista (nonché nostro collaboratore) Domenico Tangaro saranno esposte a Torino dal 25 maggio al 5 giugno, presso la Galleria d’Arte La Telaccia.
«Quando Domenico Tangaro dice di aver sentito la necessità di scendere a Epidauro e fermarsi per molti giorni esprime una identica necessità di dialogo silenzioso con gli uomini, i panorami, le pietre (…). Io me lo figuro mentre esce da un piccolo albergo della periferia, nell’aria pulita del mattino, l’odore del caffè che lo insegue tra le siepi. Non ci sono voci, il mattino è come il primo mattino del mondo, mentre il visitatore solitario raggiunge per uno sterrato il sito archeologico».
È con queste parole che, in un testo emblematicamente intitolato “Elogio della Vista”, lo scrittore e giornalista Raffaele Nigro introduce il personaggio di Domenico Tangaro, nostro collaboratore, i cui disegni saranno presentati a Torino dal 25 maggio al 5 giugno nella mostra “Quattro artisti si raccontano”, presso la galleria d’Arte La Telaccia by Malipensa, situata nel cuore del capoluogo piemontese in un palazzo della metà del XVIII secolo. In quest’occasione, l’architetto e artista dividerà la scena con altri tre artisti.
I disegni
Le opere di Domenico Tangaro presentate nella mostra erano già parte integrante del volume “Epidauro, Architettura come Forma“, pubblicato da Mondadori Electa nel 2002. Sulla carta bianca, l’inchiostro di china è steso con tratti leggeri, e le architetture del complesso archeologico di Epidauro prendono vita anche grazie all’abile resa prospettica. «Le personali notazioni timbriche, il tratto deciso ed il gioco mirabile tra il bianco e il nero – commenta Monia Malipensa, curatrice dell’esposizione – raccontano un senso di armonia e di immediatezza pieno di calore, di professionalità e di vibrante sensibilità». A parlare nei disegni, però, è la voce stessa del Mediterraneo, la sua storia fatta di tempestosità e di quiete, di guerre e di scambi, per utilizzare ancora le espressioni di Raffaele Nigro.

«Nella sua mente – prosegue lo scrittore – suppongo si assiepino molti interrogativi: Dove è giunta l’architettura dei nostri tempi, quale rapporto mantiene con la bellezza e in che equilibrio sono pietra consumi affari cemento e natura? E’ una sorta di esistenzialismo tecnico che si va aprendo davanti alla mente, un passaggio obbligato verso un esistenzialismo filosofico più globale. […]l’edilizia dei nostri anni, alla quale pure dobbiamo i meriti della praticità in assetti sociali in cui tutti hanno diritto al benessere, non ha inteso più sfidare i tempi, offrirsi come memoria di un momento e di una stagione anche nell’esaltazione della forma. Farsi insomma arte».
Nei disegni di Domenico Tangaro è allora da ricercare l’attenzione al dettaglio, all’architettura che si eterna come patrimonio dell’umanità, mischiando gli umori con la poesia e natura – come sapevano fare i Greci. Come dovrebbe fare chi progetta oggi, recuperando il senso di comunione spirituale col paesaggio, in cui si installano e prendono forma gli edifici.
Di seguito, la locandina: Manifesto Mostra Epidauro – Torino 25_5-5_6