Dissesto idrogeologico: le strategie resilienti

Il dissesto idrogeologico può essere affrontato con le strategie resilienti.

Le strategie resilienti, cioè di adattamento, possono contrastare il dissesto idrogeologico. Il rischio idrogeologico interessa un po’ tutto l’Appennino meridionale. Il rischio idrogeologico si attesta intorno al 5% anche se la percentuale nell’ultima valutazione è aumentata in alcune aree.

Dissesto idrogeologico, il problema è comune alla Calabria, Campania e Puglia

Il quadro del dissesto idrogeologico appare ampio e diversificato ed interessa Calabria, Campania e Puglia. Le criticità idrologiche e idrauliche interessano le piccole aste fluviali dell’Italia meridionale. Si passa da una sorta di “torrenti” che interessano grandi e piccoli centri abitati nelle valli calabresi, alla zona alta dei monti dauni nel foggiano che si trova in una situazione di rischio per la caratteristica dei terreni. Le situazioni critiche e significative riguardano anche la Campania per le colate rapide di fango che ricoprono i rilievi calcarei e tufacei. Le pericolosità e vulnerabilità riguardano anche le fasce costiere per effetto dei fenomeni meteo-marini. Una tematica fondamentale è quella dei fenomeni franosi e di collasso delle falesie. Questo quadro della situazione ha reso necessarie strategie resilienti.

Dissesto idrogeologico, scattano le strategie resilienti

Le strategie resilienti contro il dissesto idrogeologico sono diverse e diversificate. Si passa dalla valutazione dei parametri caratteristici degli eventi per il corretto dimensionamento degli interventi di mitigazione del rischio idraulico, alle analisi di suscettibilità al collasso di falesie costiere in roccia e cavità sotterranee, alla diagnosi preventiva dei fenomeni franosi per la corretta progettazione degli interventi di mitigazione del rischio da frana, alle indagini e monitoraggio per il riconoscimento e la riduzione dei rischio da sprofondamento. Un ruolo strategico è ricoperto dalla protezione civile regionale per la mitigazione del rischio idrogeologico e la gestione del rischio idrogeologico e dell’emergenza.

Dalla pianificazione si passa alla gestione del rischio

Sono necessarie pianificazione e governance del rischio idrogeologico che privilegi la competenza tecnica degli operatori e multidisciplinarietà dei professionisti, la collaborazione tra pubblica amministrazione e mondo accademico. «E’ fondamentale il lavoro di valutazione delle criticità in termini di pericolosità, l’individuazione dei vari livelli di rischio e realizzazione dei programmi per la mitigazione del rischio. Ma è necessaria anche la consapevolezza dell’uso improprio del territorio e della natura», ha detto Vera Corbelli, segretario generale dell’Autorità di Bacino del Distretto dell’Appennino meridionale.

Dissesto idrogeologico in Puglia, gli interventi di mitigazione in corso e i nuovi fondi stanziati

manutenzione del territorio
La zona alta dei monti dauni nel foggiano si trova in una situazione di rischio per la caratteristica dei terreni

Al momento sono già in corso di realizzazione in Puglia 86 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico finanziati con la precedente programmazione. «Si prevede di aumentare – ha spiegato Daniele Sgaramella dell’Ufficio del Commissario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico della Regione Puglia – l’attività di programmazione ed attuazione degli interventi con i nuovi fondi. La Puglia è stata una delle poche regioni d’Italia ad utilizzare i fondi a disposizione per la realizzazione degli interventi. Gli interventi di mitigazione, progettati da geologi, forestali, paesaggisti, sono di alta qualità».

I nuovi fondi per il contrasto del dissesto idrogeologico, dunque, ammontano a circa 350 milioni. In particolare, ci sono 200 milioni del Por Puglia 2014-2020 per la realizzazione di 90 interventi, 100 milioni del FSC 2014-2020 “Patto per lo sviluppo della Regione Puglia” per 21 interventi, 33 milioni del FSC 2014-2020 “Piano Operativo Ambiente” per 16 interventi ed 11,5 milioni del FSC 2014-2020 “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico” per 61 interventi.

Il territorio pugliese si può tutelare anche con la legge sulla bellezza

Si possono, quindi, tutelare i territori della Puglia anche con un’iniziativa legislativa regionale sulla bellezza, la prima sui criteri della qualità della vita e del benessere della persona attraverso le forme di tutela e valorizzazione dell’esistente. Le linee guida della proposta di legge, composta da 7 titoli e 23 articoli, sono state elaborate nei mesi scorsi da un apposito comitato tecnico-scientifico. «La legge tutela e valorizza i territori con una visione umanistica. Questo strumento contiene anche azioni di pianificazione urbanistica. Gli interventi che saranno possibili, spaziano dall’eliminazione dei detrattori della bellezza alla rigenerazione urbana», ha spiegato Alfonso Pisicchio, assessore alla Pianificazione territoriale della Regione Puglia. Ora le comunità, associazioni e gli stakeholders potranno proporre ulteriori contributi durante “Il tour della Bellezza” con 10 tappe.

I prossimi appuntamenti si terranno a Ruvo di Puglia, Lecce, Foggia, San Giovanni Rotondo, Brindisi, Taranto, Barletta, Andria, Trani, Martina Franca e riviera jonico-salentina. Dopo la fase di consultazione, il provvedimento sarà sottoposto all’esame del consiglio regionale.

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