Dissesto idrogeologico, alla Puglia 15 milioni dal Ministero dell’Ambiente

Fortezza svevo-angioina di Lucera. Veduta aerea.
a Lucera è previsto il consolidamento del versante collinare sottostante il famoso castello Federiciano a salvaguardia del sito culturale che rischia il cedimento. Costo previto dell'intervento, oltre 5 milioni di euro

 Oltre 262 milioni per 119 interventi nelle regioni. In Puglia 6 interventi. Il Ministro Costa: “Apriamo cantieri per tutela del territorio, i più importanti affinché non ci siano più tragedie”

Una piccola boccata d’ossigeno per affrontare il sempre grave problema del dissesto idrogeologico in Italia. Con 119 interventi in 19 Regioni per un totale di oltre 262 milioni di euro, il Ministero dell’Ambiente dà concretezza al Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico 2020 e indica quali sono i progetti più importanti, immediatamente esecutivi e cantierabili, per la messa in sicurezza del territorio in aree del Paese particolarmente sensibili ai rischi derivanti da eventi climatici estremi (qui i dettagli degli interventi e gli importi per regione): «I lavori non si fermano e non possono fermarsi»  afferma il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, annunciando la messa in pratica dell’ atto integrativo del Piano Stralcio 2020 contro il dissesto idrogeologico.

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In Puglia sei mega-cantieri

Dei 19 interventi 6 riguardano la Puglia per un importo complessivo di 15,2 milioni di euro. In particolare gli interventi di risanamento e consolidamento riguardano in gran parte la Capitanata con Lucera (versante collinare del Castello), San Marco Lacatola (Convento dei Frati cappuccini), Sant’Agata di Puglia (zona depuratore edificio scolastico), Deliceto (sistemazione del torrente Gavitelle per rischio idrogeologico del centro abitato). Interessata anche la BAT interventi ad Andria per il ripristino della continuità idraulica del canale Ciappetta-Camaggio e la Città metropolitana di Bari con Polignano, per il consolidamento delle cavità marine e delle pareti rocciose a Polignano.

Polignano osservata speciale

Qui è urgente intervenire all’interno della grotta Pietropaolo per bloccare la pericolosa erosione della parete rocciosa determinata dalla potente azione marina. L’incessante moto ondoso rischia di mette in pericolo la stabilità della calotta su cui poggia parte del centro storico della cittadina pugliese più famosa al mondo. I lavori prevedono la protezione dello strato più friabile della parete a contatto con l’acqua e il consolidamento della calotta in calcarenite e comporteranno una spesa di circa 3 mln di euro. Il progetto è stato predisposto in accordo con il Comune di Polignano e risulta coordinato con un secondo analogo intervento sulla grotta Ardito che sarà realizzato direttamente dal Comune.

A Lucera per salvare il castello di Federico II

Altrettanto importante è l’intervento a Lucera, dove è previsto il consolidamento del versante collinare sottostante il famoso castello Federiciano a salvaguardia del sito culturale che rischia il cedimento. Oltre alla riconfigurazione del fronte occidentale della collina costituita da terreni estremamente friabili e offeso da una cava che ne ha inficiato la stabilità, l’intervento prevede il rinverdimento per ridurre i fenomeni di erosione e dilavamento.  I lavori comporteranno una spesa di oltre 5 mln  di euro e si integrano con altri interventi già eseguiti dal Comune di Lucera.

Sannicandro (Asset): “Entro due settimane bandite le gare”

sant'agata di Puglia (Foto Sit&A)
A Sant’Agata di Puglia l’intervento riguarderà la zona depuratore edificio scolastico (Foto archivio Sit&A)

Ora spetterà all’ASSET, l’agenzia della regione che si occupa, tra le varie cose, anche di dissesto idrogeologico, coordinare e monitorare gli interventi previsti (che si aggiungono agli oltre 70 interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico in varie località pugliesi già completati e agli altri in realizzazione). «I progetti sono esecutivi e cantierabili – spiega il direttore generale Elio Sannicandro –  avendo acquisito tutti i pareri tecnici necessari sia per gli aspetti ambientali e paesaggistici sia per gli aspetti geotecnici ed idraulici. Questa era una condizione basilare per l’ottenimento dei finanziamenti ministeriali. L’ufficio regionale a supporto del Commissario di Governo per la mitigazione del dissesto idrogeologico è particolarmente organizzato, dispone di professionalità competenti in molti ambiti disciplinari ed è particolarmente attento alla realizzazione di interventi emergenziali, per la messa in sicurezza di centri abitati ed infrastrutture, ma rispettosi ed integrati con l’ambiente naturale».

Entro un paio di settimane saranno bandite le gare per i lavori che si dovrebbero concludere entro 4 mesi circa. Quindi espletate le procedure formali di aggiudicazione i lavori potranno iniziare («possibilmente», precisa Sannicandro) prima dell’estate prossima, anche perché, continua Sannicandro, «I progetti sono stati anche verificati e validati ai sensi delle norme per l’esecuzione dei lavori pubblici ed approvati».

il ReNDiS, la Bibbia degli interventi

dissesto_idrogeologico_mappaCome sono stati scelti i 119 interventi più urgenti? A fare la differenza è il ReNDiS – Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo – la piattaforma nazionale informatica curata dall’ISPRA dove vengono monitorati dal 1999 tutti gli interventi finanziati attraverso piani e programmi di competenza del Ministero dell’Ambiente; attualmente è l’unico strumento di monitoraggio, a scala nazionale, degli aspetti tecnici degli interventi. Il ReNDiS fornisce una fotografia, realistica e in costante aggiornamento, della distribuzione e dello stato di attuazione delle opere, fotografia “raccontata” nel corposo Rapporto ReNDiS  2020 pubblicato lo scorso novembre.

Sono oltre 6mila gli interventi presenti sulla piattaforma per un importo di 6,59 miliardi, e ammontano a 7811 le richieste di finanziamento per proposte progettuali attive per mettere in sicurezza l’intero territorio italiano. Per garantire la difesa del territorio servirebbero almeno – il dato è presente nel rapporto ReNDiS –26,58 miliardi di euro.

 Mano libera alle Regioni?

Si punta sulla capacità autonoma delle regioni di pianificare gli interventi “con il contributo e  la  partecipazione  dei commissari  per  l’emergenza,  dei  commissari  straordinari  per  il dissesto e delle Autorità di Bacino Distrettuale”, come stabilito dal Decreto semplificazioni 76 del luglio 2020 confluito nella legge 120. La stessa legge attribuisce ai presidenti di Regione, che sono commissari straordinari del dissesto idrogeologico, poteri straordinari che riducono del 40% i tempi. Il Ministero dell’Ambiente ha anche previsto di anticipare ai comuni il 30% della spesa, in modo da permettere l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere. A sostegno di comuni e regioni per la progettazione dovrebbe agire la società in house del Ministero dell’Ambiente Sogesid.

A breve un apposito decreto legge andrà a perfezionare la strategia di difesa dal rischio idraulico per la difesa del suolo, semplificando procedure e tempi per la realizzazione degli interventi. Il prossimo DL inoltre dovrebbe rafforzare le strutture territoriali, cui l’ordinamento vigente assegna la titolarità della realizzazione delle opere. In pratica i commissari per l’emergenza, i commissari straordinari per  il dissesto idrogeologico (i presidenti  delle regioni) e le autorità di bacino distrettuale potranno decidere con più facilità modi e tempi dell’esecuzione dei lavori.

 

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