Differenziata: bidoni mangia plastica in mare funzionano, ma sono pochi

Partito il progetto Plasticless. Bidoni galleggianti in alcuni porti italiani per la differenziata e raccogliere la plastica.

Differenziata: i bidoni in mare per raccogliere la plastica. Un’idea tanto semplice quanto efficace. Si chiamano “seabin” e sono stati inventati da due surfisti australiani, Andrew Turton e Pete Ceglinski, che, per commercializzarli in tutto il mondo, hanno creato una start up.

Differenziata: il progetto LifeGate PlasticLess

fonte: LifeGate – PlasticLess

Il network LifeGate ha investito nel progetto PlasticLess. In alcuni porti italiani sono stati installati bidoni in mare. Il porto è l’ambiente ideale perché con la sua conformazione raccoglie naturalmente la maggior parte dei rifiuti presenti nei mari. Il bordo del bidone è appena sotto la superficie dell’acqua. In questo modo, l’acqua penetra, spinta dal moto ondoso e dal vento, viene filtrata e viene rigettata in mare, mentre le impurità ed i rifiuti restano nel cestino. Ogni due settimane viene svuotato.

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Il sistema di raccolta differenziata filtra microplastica fino a 2 millimetri e microfibre fino a 0,3 millimetri. Ogni giorno può raccogliere circa 1,5 kg di plastica, che rimane intrappolata in una borsa, che contiene fino a 20kg di rifiuti. Questo sistema permette di raccogliere anche i mozziconi di sigaretta. Si stima che ogni bidone possa raccogliere circa 500 kg di plastica in un anno.

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Diffenziata: in quali porti è attivo il bidone per raccogliere la plastica

Al momento, il progetto è attivo nei porti di Santa Margherita Ligure e nell’Area Marina Protetta di Portofino , entrambi in provincia di Genova, nel Porto delle Grazie Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, e nel Venezia Certosa Marina, in provincia di Venezia.

Ci sono anche due multinazionali che hanno sponsorizzato il progetto. Volvo Car Italia ha installato 3 seabin, uno a Marina di Cattolica, in provincia di Rimini, uno a Marina di Varazze, in provincia di Savona, ed un secondo bidone a Venezia Certosa Marina. Whirlpool EMEA, invece, ne ha installati due, nel Porto turistico di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, e nel Circolo nautico Sambenedettese, in provincia di Ascoli Piceno.

Volvo ha deciso di eliminare entro il 2019 tutte le plastiche monouso dai propri uffici e mense ed utilizzare solo plastiche di materie riciclate sui propri veicoli, Whirlpool, invece, entro il 2025 utilizzerà componenti di plastica riciclata per lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie.

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Differenziata: i porti sono delle “discariche”

plastica rifiuti mare spiaggia pescaLe numerose attività portuali, le maree, il vento, le correnti marine ed il viavai di imbarcazioni trasformano gli scali portuali in vere e proprie discariche marine. Spesso, le Capitanerie di Porto, le Autorità Portuali, le associazioni, insieme alle istituzioni locali, organizzano periodicamente attività di pulizia dei fondali. Vengono ripescati oggetti di ogni genere, batterie per auto, fustoni, plastica e vetro, componenti elettrici ed elettronici, pneumatici, carretti, biciclette, scooter e barche. Vengono ripescati anche ordigni bellici dai pescherecci a strascico che, non potendo issarli a bordo, li scaricano in zone dove non si pesca, come i porti.

Il fishing for litter

pescatori retiUn’altra attività su cui si sta investendo è il “fishing for litter”, ovvero la pesca di rifiuti. Per le leggi italiane, i rifiuti pescati in mare non possono essere condotti in porto. L’Europa, invece, si affida alle marinerie per risolvere il problema, grazie a progetti pilota, che incentivano la raccolta della plastica in mare con i pescatori. In molti porti italiani, i pescherecci ne hanno recuperato complessivamente svariate tonnellate tra maggio e settembre 2018, che sono state poi inviate a centri di raccolta specializzati convenzionati. L’attività è proseguita anche durante il fermo biologico.

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Differenziata in mare: un ottimo risultato, ma…

Operazioni saltuarie e progetti occasionali risolvono il problema nell’immediato ma dopo qualche giorno si ripresenta come prima. Serve una normativa ad hoc che permetta il recupero e lo smaltimento dei rifiuti marini tutto l’anno, ogni anno. Ottimo il sistema dei seabin se funziona in tutti i porti, ma la risoluzione definitiva sarebbe quella di ridurre drasticamente la produzione della plastica. Si può fare, basta solo volerlo.

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