«Il 1°Camp Terra d’Egnazia dal tema “Territorio e Cittadinanza”, evento organizzato anche per discutere di valorizzazione e salvaguardia del territorio in occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2013, paradossalmente si terrà in un luogo che facilmente può definirsi come uno tra i più vergognosi scempi nazionali: ArcheoLido Penna Grande. Un lido sorto su uno dei più importanti siti archeologici dell’Italia meridionale (di cui molti resti sono esposti al British Museum di Londra), che farebbe vergogna al più insensibile dei cittadini, farà da location a due giornate- evento dove anche i cittadini saranno invitati a fare proposte e porre quesiti relativi al territorio della “Terra di Egnazia”. Ma quale Egnazia? Cosa rimane di una tra le più importanti città durante tutta la durata dell’Impero Romano, che venne collegata con la Via Traiana e con un porto, citata spesso da Plinio, Orazio e Strabone?
Dell’area archeologica dell’antica città rimane ben poco.
Proprio sul terreno sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici e che si estende a ridosso dell’insenatura che costituiva l’antico porto di Egnazia e del muraglione che determinava l’estremo limite della città antica è nato il lido che farà da suggestivo scenario al sopracitato evento il 21 e il 22 settembre prossimo. Ombrelloni, lettini, gazebo, piano bar e parcheggi. Tutto fatto, come se non esistessero vincoli e obblighi di tutela, un affronto meschino che ha segnato un’ ulteriore ferita al nostro patrimonio archeologico.
Oggi, scenario di incoerenti occasioni di riflessione che invitano la cittadinanza e fare proposte per la salvaguardia del bene comune, quando ad essere salvaguardati sono gli interessi privati degli imprenditori che hanno portato avanti solo l’assalto al bene comune, col consenso dei politici locali e degli esperti e studiosi del territorio che hanno lasciato che tutto questo accadesse. E già, perché è stato proprio un archeologo fasanese ed esperto-studioso di Egnazia, Vito Bianchi, a coniare il paradossale nome del lido: Archeolido.
Vorrei invitare Vito Bianchi a spiegare pubblicamente, davanti alla comunità scientifica, cosa voleva che intendessimo con Archeolido: forse una nuova idea di valorizzazione delle aree archeologiche con la costruzione di lidi e parcheggi?
Come parte della serie di eventi che avranno luogo il 21 e 22 settembre prossimo ci sarà anche una conferenza dal titolo “Territorio e cittadinanza” durante la quale proprio Vito Bianchi (insieme ad altri esperti) ci illustrerà la storia delle forme di insediamento dell’antica città di Egnazia. Spero che questa possa essere l’occasione per fare chiarezza pubblicamente sulla sua idea di valorizzazione.
E allora questa iniziativa, i cui principi e scopi, in un contesto non corrotto e coerente, meriterebbe rispetto e attenzione, in questo luogo e con questi protagonisti sembra una presa in giro e fa parte dello stesso disegno che ha visto Egnazia di anno in anno essere oggetto di saccheggio e devastazione a vantaggio di pochi e a spese della comunità.
Infatti, la storia della mancata tutela di questo sito è molto più ampia e contestuale, non si limita alla vicenda dell’Archeo Lido ma interessa tutta l’area con la sua immensa ricchezza paesaggistica e storica. Sul tracciato della via Traiana ora c’è “San Domenico Golf Club”; sempre nei pressi dell’area archeologica è nato di sana pianta un villaggio turistico, enorme che, a parte il bianco accecante, tutto sembra tranne che ricalcare la tradizione costruttiva locale. Il più recente scempio ha visto sorgere, proprio quest’anno, un’enorme parco acquatico sempre a ridosso dell’area archeologica.
Così mentre si sono susseguiti la “presa” di Egnazia e la distruzione del nostro patrimonio architettonico rurale i politici sono rimasti silenti o favorevoli oppure soci, più o meno occulti, degli autori degli scempi. Per chi sostiene che l’Archeo Lido non rovini e distrugga come invece altre opere vicine fanno, io rispondo: è una VERGOGNA. Non esistono scempi buoni o cattivi. Gli scempi sono scempi. E’ una vergogna che in un paese con le leggi di tutela più antiche e detentore dell’80% del patrimonio storico-artistico mondiale si faccia un lido sui resti di un’acropoli romana e lo si renda location per attività che promuovono il territorio. A nessuno importa nulla. Ad accomunare tutti gli scempi materializzati in lidi, campi da golf, villaggi, borghi accecanti e parchi acquatici è la stessa e medesima indifferenza per l’etica e allergia alla cultura e alla coerenza che da sessant’anni avvelena questo paese senza memoria.
Come lo storico dell’arte Salvatore Settis ha evidenziato “l’assalto al patrimonio culturale, così come quello a diritti come la salute e il lavoro, insieme all’assalto alle proprietà pubbliche o al demanio fa parte di un disegno completamente illegale in quanto contrario alla costituzione e agli interessi dei cittadini”. Allora il mio invito è a non essere indifferenti, a non essere silenti di fronte a ciò che è sotto gli occhi di tutti mascherato da una retorica vergognosa e indegna.