Deforestazione del bacino del Congo: il WWF lancia un appello

Ogni anno in questa parte dell’Africa si perdono 700mila ettari di foreste tropicali

La deforestazione è un vero e proprio crimine contro l’umanità: i crimini forestali, anche se difficilmente quantificabili, secondo l’UNEP – United Nations Environment Programme – alimentano un mercato dai 30 ai 100 miliardi di dollari l’anno. Per esempio, nella guerra civile della Liberia, tra il 1989 e il 1996, l’industria del legno ha fruttato 80-100 milioni di dollari l’anno di cui solo il 10% è andato alle casse dello Stato e una perdita per il settore industriale di circa 10 miliardi di dollari l’anno.

Oggi il Bacino del Congo è uno dei luoghi del Pianeta dove la deforestazione e la distruzione delle risorse hanno raggiunto una pericolosa intensità: ogni anno in questa parte dell’Africa si perdono 700mila ettari di foreste tropicali. Tante le cause di questa devastazione: dalla trasformazione delle foreste in aree coltivate a pascoli del bestiame domestico; dal taglio illegale degli alberi alla costruzione di dighe e strade; dall’estrazione illegale delle risorse minerarie al bracconaggio. Inoltre, la caccia alle specie selvatiche della zona – come elefanti, scimpanzé, gorilla di pianura e di montagna, antilopi, pangolini e tanti altri animali– sta seriamente mettendo a rischio l’esistenza di molte specie, tanto che le stesse Nazioni Unite (UNEP) hanno sancito che, senza interventi mirati a limitare il bracconaggio in questa zona dell’Africa, entro il 2020-2025 gran parte delle popolazioni di grandi scimmie del Bacino del Congo potrebbero estinguersi.

Gli elefanti continuano a essere decimati dai bracconieri per il commercio dell’avorio: solo nella Repubblica Democratica del Congo sono passati, in meno di 60 anni, da 200 mila esemplari a meno di 20 mila

Stesso discorso vale anche per gli elefanti che continuano a essere decimati dai bracconieri per il commercio dell’avorio; purtroppo questi incredibili animali – solo nella Repubblica Democratica del Congo –  sono passati, in meno di 60 anni, da 200 mila esemplari a meno di 20 mila.

Per proteggere l’area di Dzanga Sangha il WWF vuole garantire sostegno alle popolazioni indigene che vivono nell’area – quelle comunità detengono, infatti, da millenni saperi fondamentali sugli ecosistemi forestali e rappresentano la principale custodia della ricchissima biodiversità del parco – formazione e sostegno alle eco guardie nelle loro attività antibracconaggio, monitoraggio dell’area e lotta alla deforestazione; oltre a sostenere le comunità locali in progetti di sviluppo sostenibile. Uno di questi è sicuramente volto alla promozione di un turismo sostenibile all’interno dell’area protetta, tramite la conservazione e l’abitudine alla presenza umana dei gorilla di pianura presenti all’interno del parco. L’esperienza di altre realtà africane come Tanzania, Kenia e Ruanda, ha dimostrato, infatti, come il turismo sostenibile possa realmente rappresentare una fonte di stabile finanziamento e di sviluppo dell’economia locale.

La caccia alle specie selvatiche della zona – come elefanti, scimpanzé, gorilla di pianura e di montagna, antilopi, pangolini e tanti altri animali – sta seriamente mettendo a rischio l’esistenza di molte specie

«La combinazione letale di deforestazione, caccia insostenibile e bracconaggio sta distruggendo il cuore verde dell’Africa – ha dichiarato Isabella Pratesi direttore Conservazione Internazionale WWF Italia – con un danno incommensurabile per le comunità che vivono in questi luoghi e per l’intera umanità».

“Le Foreste ci proteggono: difendiamole. Il loro futuro è nelle nostre mani”. Questo è lo slogan con cui il WWF ha avviato una grande Campagna per salvare le foreste del mondo e promosso con una raccolta fondi che culminerà il 24 maggio con la Giornata delle Oasi. Da oggi, invia un SMS o chiama il 45503: il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, TRE, PosteMobile e CoopVoce. Di 2 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45503 da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastweb.

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