DAD in Puglia, i genitori ricorrono al Consiglio di Stato

Foto: Ruben Rotundo

L’associazione “Scuole diffuse in Puglia” impugna la sentenza del Tar che ha dato ragione a Emiliano

 

“Questa mattina è stato depositato presso il Consiglio di Stato l’impugnativa contro il provvedimento di rigetto da parte del TAR Puglia dell’istanza di sospensione dell’Ordinanza della Regione Puglia n. 121, che identifica la “Dad a scelta” come strumento idoneo a garantire il controllo del rischio di contagio da COVID-19 nelle scuole.”.

A darne notizia l’Associazione di promozione sociale  “Scuole diffuse in Puglia” attraverso una nota ufficiale inviata ai giornali.

regione tavolo scuolaL’ordinanza è stata emessa quando la regione era in fase di passaggio da zona rossa a zona arancione e neppure oggi con la Puglia in zona gialla è stata soggetta a revisione.

Dallo scorso novembre in Puglia si sono susseguite ben 15 ordinanze regionali con cadenza mediamente quindicinale che hanno scoraggiato la normale attività didattica in presenza e incentivato la didattica a distanza persino in zona arancione e gialla. La DAD a scelta ha favorito la dispersione e l’abbandono scolastico soprattutto fra i preadolescenti di Scuola media e fra gli adolescenti della Scuola superiore alimentando ancor più le diseguaglianze sociali e il divario tra le famiglie, lasciando ai margini i nuclei più fragili e creando diseguaglianze di trattamento in ragione di appartenenza geografica.

«Riteniamo – dichiara la Presidente dell’APS Terry Marinuzzi – che il provvedimento del Tar Puglia non abbia dato il giusto peso al disagio minorile dei bambini e dei ragazzi che vivono nelle periferie urbane e sociali, dove la Scuola resta l’unico presidio per arginare il pericoloso fenomeno della devianza e dell’asservimento ai clan criminali. Riteniamo che il provvedimento del TAR Puglia abbia ignorato i disagi fisici e psichici degli adolescenti costretti ad una sovraesposizione da DAD da una campagna mediatica contro la Scuola in presenza che ha indotto intere classi a disertare la presenza con il colpevole silenzio delle istituzioni di ogni ordine e grado».

“L’obbligo scolastico non può essere evaso poiché rappresenta un pilastro del nostro ordinamento costituzionale a tutela di tutti quei minori che se non indotti ad assolverlo rischiano di perdersi, come sta accadendo al Sud, per sempre. Lo Stato italiano deve interrogarsi sulla vicenda pugliese che non appare più un modello emergenziale e certamente non può divenire un modello nell’organizzazione scolastica in tempo di pandemia, ma anzi è necessario che quanto accaduto apra una seria riflessione sulla Scuola che deve tornare ad essere luogo di crescita democratica e ascensore sociale per tutte e per tutti.”.

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