
Secondo Coldiretti Puglia, la cucina tradizionale pugliese è il punto di riferimento fondamentale per le tavolate natalizie.
Il Natale in Puglia si gioca a tavola. Come tradizione vuole, i pugliesi si preparano ad un tour de force a tavola che inizia la Vigilia di Natale e termina il giorno dell’Epifania.
Ai pugliesi piace mangiare e cucinare, non è un mistero, per cui la corsa agli acquisti dei regali si volge in contemporanea con le prelibatezza per i pranzi e le cene. I residenti del Tacco d’Italia non si fanno mancare proprio nulla. Ogni leccornia della tradizione locale, spesso e volentieri, incontra anche prodotti esotici che poi diventano parte integrante della nostra tradizione. Un esempio per tutti: l’ananas. Oppure il salmone.
Cucicna tipica natalizia: i dati di Coldiretti
Coldiretti Puglia ha fatto qualche calcolo. Secondo le stime, i pugliesi spenderanno quest’anno per le tavolate natalizie circa 350 milioni di euro in prodotti agroalimentari. Una cifra enorme se si considera che stiamo parlando solo di una regione italiana. Ma si sa che in Puglia, nonostante la crisi economica e lavorativa, la tavola va imbandita con ogni bene, anche per scacciare i brutti pensieri.
La tradizione culinaria natalizia pugliese
Come tradizione vuole, alla Vigilia rigorosamente pesce: capitone, anguille, spigole, cozze, mazzancolle, scampi, canocchie, cannelli, seppie e polpi, gallinella e triglie. Per il Pranzo di Natale, carne, verdure locali e paste ripiene, il tradizionale brodo e agnello, ‘cappello del prete’ per la ‘brasciola’, salsiccia a punta di coltello per il ragù e gli ‘gnumareddi’, gli involtini, da cuocere rigorosamente alla brace. Per Santo Stefano, cambiano le tradizioni da città a città, ma gli ingredienti sono più o meno simili. Stessa cosa, Capodanno, l’Epifania e le domeniche tra le festività.
Gli avanzi, invece, di questi interminabili banchetti luculliani, si mangiano la sera o nei giorni feriali.
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I cestini

Non mancano i cesti natalizi, da regalare con prodotti rigorosamente locali e biologici, da comporre autonomamente, magari nei mercati di Campagna Amica, dove spopolano i prodotti locali, a chilometro zero e le produzioni artigianali. Dal Gargano al Salento, molti pugliesi hanno scelto questi mercati per aiutare a promuovere, tutelare e salvaguardare i nostri prodotti e la nostra tradizione.
Le eccellenze pugliesi
Da un punto di vista agronomico, secondo la Coldiretti, la Puglia ha 632 specie autoctone a rischio di estinzione, 276 prodotti tradizionali riconosciuti dal MIPAAF, 11 prodotti DOP (5 oli extravergini, patata novella di Galatina, Pane di Altamura, canestrato pugliese, mozzarella di bufala e oliva Bella di Cerignola, caciocavallo silano, mozzarella di Gioia del Colle), 9 IGP (lenticchia di Altamura, burrata di Andria, Cipolla Bianca di Margherita, Uva di Puglia, Carciofo Brindisino, Arancia del Gargano, Limone Femminello del Gargano e Clementine del Golfo di Taranto, e l’olio IGP Puglia) e 29 vini DOC. inoltre, è tra le prime 3 regioni produttrici di cibo biologico con 4.803 produttori e la prima per numero di trasformatori con 1.796 operatori.
Dulcis in Fundo

Ma dopo tante portate, non si può saltare il dolce. Lo dicevano gli antichi romani, “dulcis in fundo”. È il colpo di grazia, perché il dolce è fondamentale a Natale e in Puglia. Andiamo nell’ordine: cartellate, al vin cotto o al miele, purceddhruzzi, al miele e mandorle, pettole, ostie di Monte Sant’Angelo, biscotto cegliese, amaretti, nuvolette di mandorla, paste secche e bocconotti. E quest’anno, entra a far parte della nostra tradizione il Panettone all’extravergine di oliva.
I dolci tradizionali, rigorosamente fatti in casa, da soli o in comitiva, sono elementi fondamentali per il Natale in Puglia, perché indicano la fine delle “120mila portate”. Servono per “dare sollievo” ai nostri organi interni, si gustano con il caffè, preparato ovviamente con la Moka da “15 tazze” e più, e l’amaro o liquori fatti in casa, primo fra tutti: il limoncello.
Insomma, dalla ricerca della Coldiretti emerge che nonostante la crisi, il comparto agroalimentare genera ancora economia, è l’unico settore trainante soprattutto durante le feste. Ed è l’unico che, in qualche modo, ci dà qualche piacere e sollievo dopo le lunghe tribolazioni dei mesi scorsi.
Detto ciò, andiamo a prepararci, mentalmente e fisicamente. Alleniamo mandibole e stomaci.
Alla faccia di chi ci vuole male. Buon Natale e Buon 2020!