Accordo della Regione Puglia per la rilevazione di antigene Sars-Covid-19, ad un costo non superiore ai 20 euro
Test rapidi in farmacia per individuare la positività al Covid. In una nota ufficiale della Regione Puglia, la Giunta regionale informa di aver approvato “l’accordo regionale che riguarda l’esecuzione di test antigenici rapidi, mediante prelievo di tampone per la rilevazione qualitativa dell’antigene SARS-CoV-19 aventi marcatura CE-IVD, su persone che non appartengono a categorie a rischio, per esposizione lavorativa o per frequenza di comunità chiuse, e non siano contatto di caso sospetto, con oneri a totale carico del richiedente, ad un costo che non potrà superare i 20 euro.”.
“È necessario dare la possibilità agli assistiti che non appartengono a categorie a rischio, di potersi recare in tutte le farmacie convenzionate pubbliche e private per l’esecuzione del test antigenico rapidi.”.
“L’accordo sottoscritto da Regione Puglia con Federfarma, Assofarm e Ordini provinciali dei farmacisti, spiega in dieci punti gli obiettivi fondamentali, tra i quali:
- l’esecuzione dei test antigenici rapidi è ammessa solo per soggetti che non appartengano a categorie a rischio per esposizione lavorativa o per frequenza di comunità chiuse e che non siano “contatti di casi sospetti” Covid-19, secondo le definizioni del Ministero della Salute;
- se il saggio antigenico eseguito in farmacie dovesse risultare negativo, non sarà necessario effettuare ulteriori approfondimenti;
- se il saggio dovesse risultare positivo si deve procedere alla conferma con test antigenico rapido di terza generazione o con test in biologia molecolare e, pertanto, tali casi dovranno essere presi in carico dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta.”.
“L’adesione delle farmacie pubbliche e private convenzionate all’espletamento delle attività dell’Accordo è prevista su base volontaria, previa registrazione sulla apposita sezione dedicata. Successivamente, le farmacie aderenti dovranno essere profilate sul sistema informativo regionale “GIAVA-COVID-19” per gli adempimenti connessi agli obblighi informativi nazionali e regionali, relativi al conferimento giornaliero dei dati sui soggetti e sui test eseguiti.”.
È senza dubbio un’opportunità in più per individuare la positività al coronavirus nelle strutture più vicine al pubblico. Infatti, l’assenza rilevata da molti pazienti dei medici di famiglia in questo momento difficile, dovuta a numerosi fattori, ha costretto gli utenti a rivolgersi alle farmacie per qualunque malanno, diventando sempre più centri di primo intervento sanitario, indispensabili per ogni tipo di cura. Così, le farmacie hanno sostituito i medici di base, i CUP e i pronto soccorso, proprio perché sono i centri sanitari di quartiere che rispondono proprio a tutti, per qualunque esigenza, in tempi rapidissimi, se paragonati a quelli degli ospedali e dei medici generali. Si tratta solo di aspettare in fila il proprio turno. Questa soluzione permette anche di snellire le attese dei poliambulatori e delle cliniche che effettuano tamponi.
Aver la possibilità, dunque, di poter effettuare tamponi è una grande responsabilità per i farmacisti, ma anche una grande necessità. Questo accordo regionale diventa fondamentale per la gestione non soltanto del Covid ma per qualunque emergenza medica. Speriamo che tutte le farmacie possano essere abilitate ai test e possano inviare immediatamente i dati alle ASL.
L’invio della comunicazione delle positività dai medici di famiglia e dagli ospedali, è stato ampiamente accertato, non è avvenuto sempre in maniera corretta e a volte è saltato. Introducendo l’obbligo di comunicare immediatamente il risultato del test nelle farmacie potrebbe ora anche evitare la terza ondata del virus e dare respiro al sistema sanitario. Potrebbe anche velocizzare il tracciamento. Infine, offrire questo servizio ad un prezzo onesto, è anche un incentivo a farlo, se ci sono dei sintomi sospetti.