
Il Comitato VIA e la relazione dell’ing. Valenzano rimandano a settembre le verifiche perché ci sono criticità, ma ci sono altri interrogativi
La questione Costa Ripagnola si complica ulteriormente. La riunione del Comitato VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) della Regione Puglia, convocato dalla sezione Autorizzazioni ambientali, ha fermato tutto. I componenti del Comitato hanno riscontrato delle criticità. Perciò chiedono un riesame entro i primi di settembre per chiudere la fase istruttoria.
Questa decisione è stata prese a seguito della relazione dell’ing. Barbara Valenzano, direttore del Dipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio, richiesta espressamente dal governatore Michele Emiliano. Nella relazione emergono criticità e incongruenze che richiedono attente e specifiche verifiche ambientali, urbanistiche e paesaggistiche sul procedimento della società Serim.
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Costa Ripagnola: la relazione della Valenzano
“Dopo attenta analisi – dichiara Barbara Valenzano in una nota ufficiale della Regione Puglia – si è ritenuto necessario acquisire gli atti dell’intero progetto oggetto di istanza di finanziamento, le valutazioni ambientali di Arpa Puglia, il parere relativo alla conformità urbanistica dell’intervento, e quanto necessario ai fini dell’attuazione della legge regionale 19 del 1997, con cui la Regione identificava una serie di aree destinate a parchi, tra le quali era compresa anche quella di Costa Ripagnola.”.
È ovvio che questa decisione non piace a nessuno: la Serim rischia di perdere il progetto e il denaro, la comunità e le associazioni locali temono sorprese e la politica, che ha già fatto tanti danni, può definitivamente salvare o distruggere un patrimonio ambientale unico grazie alla burocrazia.
Il Comitato VIA su Costa Ripagnola
Il Comitato VIA, però, aveva già due volte deliberato a favore del progetto, lo dice chiaramente anche la relazione della Valenzano. Non tutti sanno, però, che questo Comitato non è quello che ha espresso il parere favorevole nel passato, in quanto questo organismo ha una durata prestabilita ed è stato recentemente cambiato in quasi tutti i suoi componenti. Perché non è stato convocato il vecchio Comitato per un riesame? Come può il nuovo Comitato esprimersi con serenità dopo le rilevanti pressioni e i condizionamenti di questi giorni? Altrimenti rimarrà di fatto un parere favorevole espresso dal “vecchio” Comitato ed uno espresso dal “nuovo” che, se la documentazione a supporto non cambia, non può essere differente, a meno delle valutazioni discrezionali che però assumono forza, in quanto discrezionali, solo in un’aula giudiziaria. In base a quali meccanismi, con assoluta obiettività, il nuovo Comitato potrà sconfessare i colleghi del precedente?
Il nuovo Comitato è in realtà “elastico” perché le pratiche vengono esaminate e discusse non da tutti i suoi componenti ma da una “porzione” di componenti scelti di volta in volta. In definitiva, mentre nel precedente Comitato c’erano tutte le professionalità, ora saranno inserite in un gruppo di lavoro solo alcune. I pareri saranno espressi di volta in volta da un gruppo di lavoro differente? Pertanto il parere potrebbe variare rispetto al “vecchio” Comitato in funzione dei componenti del gruppo di lavoro?
Abbiamo però, altri dubbi. Se nella relazione ci sono tutti i riferimenti normativi relativi all’iter burocratico, compreso l’istituzione del parco, perché quando hanno dato le autorizzazioni al progetto le norme non sono state correttamente considerate?
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La legge e il Parco

La legge regionale n. 19 del 1997 parla chiaro: la zona a valle della SS16 nel territorio di Polignano deve diventare un’area naturale protetta. In quella legge si parla anche di creare un’area protetta per i Laghi di Conversano che, peraltro, sono divisi da Costa Ripagnola da un tratto di circa 500 metri. Poi, sempre nella relazione della Valenzano, si fa riferimento alla possibilità di allargare l’area protetta da località Torre Incina a Monopoli fino a località Cozze, alle porte di Mola di Bari. Così, il parco si dovrebbe chiamare “Parco delle Grotte” (in quanto nella fascia costiera sussistono ipogei geologicamente e storicamente molto interessanti), ma negli incarti recenti, è diventato il “Parco dei Trulli”, che peraltro è il nome che ha dato la società Giem al mega progetto che insiste nel terreno a monte e a valle della SS16 confinante con il progetto di Costa Ripagnola della Serim. Questo terreno dovrebbe rientrare nel parco costiero. Ma nessuno parla della Giem.
Interpellati più volte i vertici della Giem, hanno dichiarato al telefono di non voler rilasciare dichiarazioni.
La posizione del sindaco Vitto

Per capire meglio la questione, abbiamo contattato anche il sindaco di Polignano a Mare Domenico Vitto che, dopo averci messo in contatto con il suo portavoce, ha preferito non rispondere a queste semplici domande: 1) un commento sull’esito della conferenza di servizi; 2) trasformare l’area di Costa Ripagnola in parco: quali sono i vantaggi e gli svantaggi?; 3) qual è ora la posizione del Comune, dopo aver concesso le autorizzazioni ai due progetti, Giem e Serim? L’area non era già vincolata?.
Intanto Vitto, che ricopre anche la carica di Presidente vicario del Consiglio Provinciale di Bari e presidente di ANCI Puglia, ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale di Facebook questo post, datato 30 luglio 2019: “Stamattina ho incontrato i rappresentanti delle categorie produttive che mi chiedevano un resoconto sulla conferenza di servizi. Pur essendo convinto che il Parco sia il modo migliore per tutelare il nostro paesaggio, penso che debba essere un’occasione di sviluppo e non debba rappresentare un blocco alla crescita. È già da un anno che stiamo lavorando sulla questione, ma l’accelerata di questi giorni mal si concilia con scelte razionali e ponderate, soprattutto quando parliamo di un’estensione di 12 km su 13 di costa polignanese.”.
“Il sonno della ragione genera mostri” (F. Goya)
Nel frattempo, la politica rimpalla le responsabilità. Un teatrino penoso che fa sorgere un’altra domanda: dov’era la politica quando doveva tutelare il cittadino e l’ambiente?
Insomma, altri dubbi, altre domande da porre inutilmente a tutti gli attori. Solo una certezza: che l’ambiente e la storia di un popolo e di un luogo soccombono sempre quando la logica e la regione dormono; è in quel momento che l’insipienza fa danni insieme ai suoi compagni.
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