
La Spagna è davvero preparata ad affrontare la pandemia da coronavirus ? Ce lo racconta da Madrid il giornalista Michele Bungaro
Dal giornalista Michele Bungaro, Capo Dipartimento dell’Osservatorio mondiale dell’olio di oliva a Madrid, il quadro della situazione in Spagna in tempo di coronavirus, tra aumenti di prezzi incertezze sul fine lockdown e interminabili conferenze stampa
COVID 19. Nome regale, ma senza corona – Riflessioni di un italiano in Spagna
di Michele Bungaro*
Madrid – Sono le ore 20:00 di un venerdì sera ai tempi del Covid 19. Scrivo questo pezzo mentre tutta Madrid è affacciata ai balconi ad applaudire. E’ così da quasi tre mesi. Ogni sera, a quest’ora, parte l’applauso spontaneo dei madrileni di ogni ceto sociale, di ogni individuo del terzo settore di ogni uomo o donna appartenente alla forze armate e di polizia; di semplici cittadini: uomini, donne e bambini; degli infermieri, dei paramedici, dei medici di tutti gli ospedali di Madrid.
Quale normalità?

Tutto sembra ormai così normale. Questo applauso collettivo, accompagnato dalle sirene delle ambulanze, dalle luci roteanti delle autovetture della polizia, dei vigili del fuoco e degli altri mezzi di soccorso scandisce la vita di Madrid e da qui si estende a tutta la Spagna.
La televisione rilancia le immagini di questa catarsi collettiva giornaliera dalla contaminazione in diretta da Siviglia, Barcellona a Granada, Toledo, Malaga, Jaen; e poi riprende con gli interminabili dibattiti in televisione su come affrontare e superare la crisi da Coronavirus.
Qui il lockdown è stato decretato fino al 9 di maggio, ma si percepisce, a pelle, che un ritorno al normale svolgimento delle attività sarà più lungo di quanto annunciato, sempre che non vi sia ancora un’altra proroga per alcune misure necessarie di contenimento per contrastare l’emergenza.
“Un interminabile weekend, ma…”
Come si vive a Madrid ai tempi del Coronavirus? Ho la sensazione di essere, da circa tre mesi in un interminabile weekend. Gli spagnoli amano le loro feste, i loro weekend il loro modo di vivere non frenetico, ma despasito. Tutto ha un andamento lento, sopratutto di sabato e domenica. Se non arrivano le 11, vedi poca gente e poche auto in circolazione ed ora, ancora meno, molto di meno.
C’è un silenzio insolito che ti aiuta ad ascoltare. Si odono suoni, rumori e voci che prima erano coperti dai rumori di una vita che aveva un altro ritmo. Ecco, quindi, le voci dei bambini che giocano sui balconi, di uomini e donne che saltano con la corda (tutti i pugili?… Mah) e che fanno flessioni e ginnastica in casa. Alcuni hanno addirittura piazzato la loro ciclette davanti alla vetrata e lì giù a pedalare nel tentativo di bruciare più grassi, catturare un raggio di sole e godere di un’effimera illusione: pedalare all’aria aperta, ma guardando dalla finestra,
Il Corona ci sta regalando anche qualche chilo in più da smaltire e l’affanno psicologico di non riuscire a recuperare in tempo per l’estate il fisico scolpito e asciutto da palestrati.
Se esci per fare la spesa e incroci qualcuno per strada, questi è capace di cambiare direzione pur di non passarti accanto, tanto è il terrore del contagio. Nei supermercati si entra a turno. Fuori le code disciplinate senza capannelli di gente che discute e commenta su tutto, ma ognuno si fa i fatti propri.
Nei supermercati…
Tutto si svolge in silenzio e nel silenzio fotografo anche lo stupore dei consumatori che nei supermercati guardano attoniti gli aumenti, anche del 20% o 30% di alcuni prodotti freschi. Mi chiedo: che aumentino le insalate e ogni tipo di ortaggi ci può anche stare; ma che aumentino pure i prezzi di alcuni marchi di scatolette di tonno, questo non riesco a spiegarmelo.
…e alla televisione
In Spagna, ai tempi del Covid 19, in tre mesi ho visto più conferenze stampa di generali e di rappresentanti di governo e di partiti che in tutta la mia vita. Ogni giorno, nel pomeriggio, la televisione trasmette in diretta una sorta di “sindacato ispettivo”. Un question time che dura…. ma quanto dura e in linea unidirezionale con domande dei giornalisti in remoto ed uno speaker che le rivolge a forze armate, esperti anti Corona virus e politici. Durano, in certi casi, più delle messe di Papa Francesco che qui trasmettono, tutte in diretta, da Santa Marta o da San Pietro.
Tutto chiuso tranne che farmacie e supermercati come in Italia. Un solo manifesto per tutta la Spagna, a Madrid affisso in ogni dove anche negli ascensori. Ho cercato subito un antivirus, ma non nelle farmacie. Mi son chiesto in questo clima pandemico, qual è il lato positivo del Covid 19?

Mi ha sorpreso sentire personaggi pubblici in televisione affermare con una certa contentezza che durante questo periodo sono aumentate tra il 40% e il 50% le connessioni internet e l’uso del WI-FI casalingo. Devo dargli atto che certe connessioni qui funzionano meglio che in altre parti del mondo.
“Il mio antivirus”
Io il mio antivirus l’ho trovato a Km0, in me stesso. Ho avuto ancor più tempo per riflettere su certe situazioni e comportamenti, sul modo di relazionarmi con il mondo; di apprezzare certi gesti come la semplice telefonata di un amico che non sentitivi da tanto tempo; il desiderio di ricongiungersi alla propria famiglia in Italia, delle passeggiate con il proprio cane. Ecco, mi ero quasi dimenticato di loro. Credo che gli unici che ci abbiano guadagnato, in questa situazione pandemica, siano stati proprio i cani. I loro padroni, pur di uscire a turno, e di giustificare il loro star fuori di casa, hanno moltiplicato le passeggiate più di quanto non abbiano fatto prima dell’arrivo del Covid 19.
“Senza permesso di soggiorno”
Questo virus ci ha cambiato la vita, ma ci ha anche aiutati a riflettere su certi comportamenti assurdi. Non servono i muri per preservare le nostre ricchezze. E’ bastato un virus. Un essere invisibile, che è entrato senza permesso di soggiorno nei nostri corpi, e ha devastato le nostre abitudini e annullato le nostre mille certezze. Dobbiamo sì sconfiggerlo, ci riusciremo certo; ma dovremo cambiare il nostro modo di relazionaci con gli altri ad ogni livello: sociale, politico, governativo, intergovernativo.
Il nostro WI-FI deve essere la condivisone del bello e il nostro antivirus deve servire a isolare l’egoismo di questo mondo. Credo che il motore del mondo stia facendo il tagliando. Dovremmo approfittarne. Tertium non datur!
*Michele Bungaro (nella foto), giornalista, pugliese di Modugno (Bari), è stato collaboratore della redazione servizi speciali della Gazzetta del Mezzogiorno. Capo ufficio stampa della Coldiretti in Puglia fino al 1996, dal 1997 ha assunto l’incarico di capo ufficio stampa e in seguito anche di responsabile delle relazioni istituzionali dell’Unaprol a Roma. Vicepresidente del comitato consultivo mondiale del COI dal 2012 al 2017 poi anche direttore aggiunto della Filiera Olivicola Olearia italiana. Dal 2017 ricopre l’incarico di Capo Dipartimento dell’Osservatorio mondiale dell’olio di oliva e dei servizi di informazione dello stesso organismo intergovernativo, di stanza a Madrid. Il COI e’ un organismo costituito sotto l’egida delle Nazioni Unite.