Coronavirus… qui Londra: “Gli italiani erano visti come quelli esagerati, poi è arrivato anche qui…”

londra scommette su idrogeno e auto elettriche
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Nuovo capitolo delle ‘Voci dal mondo’. Ecco una testimonianza su come si vive all’estero la pandemia da coronavirus e su come le comunità italiane la stanno affrontando.

Alessio De Marino racconta cosa sta succedendo nel Regno Unito. Originario della provincia di Avellino, ha studiato a Urbino per poi fare esperienze lavorative in giro per l’Europa, da Dublino a La Valletta (Malta) e ora…

L’intervista

Dove vivi e da quanto tempo?

“Vivo a Londra da poco più di due anni”.

Come state affrontando tu e le persone a te care l’emergenza COVID-19?

“Con interminabili sessioni di Call of Duty (una serie di videogiochi, n.d.r.) per ammazzare il tempo, principalmente. Lavorare sicuramente aiuta, impiega gran parte della giornata e contribuisce ad avere un minimo di ritmo, altrimenti i giorni sarebbero tutti uguali. Poi Netflix, Disney+, videochiamate…”.

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Qual è la percezione della città in cui vivi?

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“Vedere Londra vuota è stranissimo, solo quello già dà la percezione della gravita della situazione. Purtroppo gli idioti abbondano anche qua, i parchi continuano ad essere pieni di gente. In linea generale, anche perché i media non sono stressanti e catastrofici come in Italia, la sensazione è di una cosa grave e insolita, ma che passerà in tempi rapidi”.

Come viene vista la situazione italiana?

“All’inizio eravamo visti come quelli esagerati, sempre i soliti che non sanno come affrontare seriamente le cose e fanno solo casini. Poi il casino è arrivato anche qua e si sono tutti ricreduti. Eravamo anche additati come quelli che non rispettano mai le regole, poi si sono accorti che i parchi di Londra sono pieni e le spiagge italiane sono vuote”.

Adesso preferiresti trovarti in Italia o nella città dove attualmente risiedi? Perché?

“Sinceramente non lo so, qua sicuramente è più facile perché alcuni servizi sono garantiti, essendo una città organizzata (tipo le consegne a domicilio). Considerando che tutto quello che faccio qui potrei farlo anche a casa in Italia e in ogni caso non potrei uscire, non credo ci sarebbe molta differenza”.

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