Coronavirus. 9 su 20 per Macron, in attesa della grande recessione

Ambient&Ambienti ospita un intervento dell’economista Alessandro Giraudo, che dalla Francia fa il punto della situazione economica e sociale della nazione d’oltralpe colpita dal coronavirus

9 su 20 per Macron, in attesa della grande recessione

di Alessandro Giraudo*

I francesi giudicano insufficiente la comunicazione del presidente Macron. L’ultimo sondaggio, dopo l’intervento di lunedì di Pasquetta, segnala un voto di 9/20…

Il presidente ha annunciato la data del «confinamento» : 11 maggio. Le scuole, tranne le università, riapriranno; è stato deciso l’uso sistemico delle mascherine nei trasporti pubblici; hotel, bar e ristoranti rimarranno chiusi. Entro un paio di settimane, il governo fornirà i dettagli del piano per uscire progressivamente dal confinamento e gli studenti isolati e le famiglie in difficoltà riceveranno degli aiuti… Non si parla più della riforma pensionistica che ha alimentato tanti dibattiti, manifestazioni e scioperi…

Tra mascherine mancanti e case di riposo dimenticate, mancano idee fresche

parigi montmartre
Una Parigi inedita quella di queste settimane, senza turisti e gente a passeggio ( Jacques GAIMARD da Pixabay )

Varie critiche sono state lanciate contro il presidente, accusato di aver reagito con lentezza e incertezza davanti alla crisi della pandemia che ha fatto all’istante più di 15 700 morti ed ha mostrato l’insufficienza degli investimenti nel settore sanitario, tanto che numerosi pazienti sono stati trasferiti dalle zone più colpite ad ospedali di zone meno penalizzate ed anche all’estero.

La vicenda delle mascherine è, purtroppo, diventata una barzelletta: inizialmente (perché non c’era uno stock sufficiente) le mascherine erano ufficialmente considerate inutili: ora sono essenziali… ma gli stock erano e sono ancora totalmente insufficienti. Questo fatto alimenta un forte malcontento nella popolazione che critica il governo attuale, ed anche i precedenti, per una gestione “troppo leggera” degli stock di materiale sanitario.

L’altro problema che pesa sull’esecutivo è la terribile mortalità (inizialmente “dimenticata o “taciuta”) nelle case di riposo per anziani. L’opposizione politica è molto silenziosa e si limita a proteste e critiche generiche, ma non presenta proposte alternative o idee fresche.

Cresce il disagio della popolazione

La popolazione è relativamente rispettosa delle misure drastiche decise dal governo e, tutte le sere alle 20, un concerto di applausi e di casseruole ringrazia simbolicamente il personale sanitario e tutti coloro che lavorano e agiscono per fare andare avanti il paese. Ma l’impazienza cresce con il passar del tempo e con le condizioni climatiche quasi pre-estive che penalizzano chi rimane rinchiuso a casa. Ancora una volta, il divario fra popolazioni “ricche” e “povere” diventa inquietante; nei quartieri popolari, sovente più colpiti dalla mortalità, numerosi bambini e giovani non dispongono di un computer per seguire le lezioni scolastiche e sono rinchiusi in spazi molto esigui con la famiglia.

Spesa pubblica e deficit del bilancio dello stato

Il governo ha deciso di aprire i rubinetti della spesa pubblica per evitare il collasso dell’economia.  Il rapporto deficit/PIL per il 2020, previsto inizialmente a 2.9%, salirà a più del 7,6%, secondo le stime ufficiali, e magari anche di più. Il presidente Macron ha affermato che la salute dei francesi è un bene comune e che l’incremento delle spese pubbliche per proteggerla non deve essere un vincolo. Intanto il PIL sta soffrendo dolorosamente la chiusura di numerose imprese e l’arresto delle attività in vari settori deciso dal governo.

Emmanuel Macron ((Credits: Official LeWeb Photos)
C’è una certa delusione sul fatto che il presidente Macron non sia riuscito a convincere la cancelliera Merkel sul tema dei corona-bonds(Credits: Official LeWeb Photos)

Nel corso del primo trimestre, il PIL dovrebbe scendere del 6%, secondo le stime ufficiali della Banca di Francia. Vari economisti indipendenti anticipano una caduta ancora più vertiginosa per il trimestre in corso. Molti cittadini temono di perdere il loro posto di lavoro, soprattutto quelli che lavorano nelle piccole imprese, nei negozi, bar, ristoranti o che vivono con l’attività del loro piccolo commercio. Il governo ha promesso aiuti ma questi, forse, arriveranno dopo il decesso dell’impresa… e le domande di fallimento sono già salite del 57%.

Il vero problema dell’economia francese

Il problema fondamentale è uno solo: più l’arresto delle attività dura, più sarà pesante la congiuntura et il tempo della ripresa dell’economia sarà ancora più lungo. Ma gli esperti che consigliano il presidente ed il governo attendono la conferma del picco della pandemia e temono una seconda ondata estiva che potrebbe mettere per terra l’economia francese, già penalizzata dall’evoluzione dello spread fra i buoni del Tesoro dell’Esagono (una maniera per definire la Francia, dalla forma vagamente esagonale: un po’ come “lo stivale” per l’Italia, n.d.r.) ed il Bund tedesco. Alla fine del mese di dicembre, valeva circa 20 punti; adesso, è prossimo dei 50 punti perché il governo dovrà emettere molti più buoni del tesoro: almeno 210 miliardi di euro, durante il 2020. Il rapporto fra il debito ed il PIL che oscillava intorno al 100% salirà ad almeno il 112% alla fine di quest’anno ed il Tesoro si chiede quale sarà il comportamento degli investitori stranieri che detengono il 53,6% del debito francese.

D’altro canto, c’è una certa delusione sul dialogo franco-tedesco pro-europeo e sul fatto che il presidente Macron non sia riuscito a convincere la cancelliera Merkel sul tema dei corona-bonds. Intanto, numerose imprese che hanno realizzato importanti investimenti all’estero si preparano a rimpatriare, in parte, la produzione dopo aver sofferto scottanti problemi nel loro ciclo di fabbricazione con l’interruzione delle catene di approvvigionamento.

(I grassetti sono a cura della redazione)

*Alessandro Giraudo (nella foto), piemontese, 72 anni, è un economista. Ha studiato a Torino, Genova, Berkeley (con lo storico Carlo Maria Cipolla) e Salisburgo; tra i suoi maestri anche Umberto Eco e Romano Prodi. Ha lavorato a Torino, Milano, New York, Ginevra, Zurigo, Amsterdam e Parigi, dove è Chief Economist del gruppo internazionale Tradition.
A Parigi insegna Finanza internazionale e Storia Economica della Finanza in una delle Grandes Ecoles di Parigi.

E’ autore di una ventina di libri tra saggi di storia economica e romanzi tradotti in diverse lingue, anche in cinese.  Nel 2019 è stato pubblicato per Add editori Storie straordinarie delle materie prime (prima edizione in francese nel 2017). E’ in corso di traduzione Nouvelles hostoires extraordinaires des matières premières, mentre sta per partire anche la traduzione italiana di Quand le fer coutait plus cher que l’ or.  In preparazione è anche un nuovo romanzo ambientato nel Piemonte del primo ‘900.  

Giraudo dal suo osservatorio parigino segue con molta attenzione quanto accade in Italia. Ogni giorno sulla sua scrivania, ha raccontato ad Ambient&Ambienti, già da prima mattina ci sono non meno di tre quotidiani italiani.

 

 

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