Coronavirus: Fase 2, tra resilienza e smart city. Siamo pronti?

Il rapporto di EY su come le città italiane si stanno preparando alla fase post emergenza. La ripartenza non sarà la stessa per tutti e la resilienza sarà un valore aggiunto

In tanti stanno aspettando la Fase 2. Il post emergenza sta diventando un chiodo fisso per gli italiani stremati dalla “reclusione”. Le imprese chiuse per il Dpcm iniziano a sentire il peso della chiusura, i lavoratori stanno patendo l’assenza  di lavoro e di guadagno e le paure e le pressioni sociali incominciano ad influire negativamente sulla vita delle persone. Insomma, questa situazione inizia a pesare per tutti e la pressione per una ripartenza immediata è ogni giorno più forte. Tutti i settori lavorativi stanno spingendo il governo per una Fase 2 che permetta alle aziende di riprendersi in fretta. Tra i più penalizzati, il settore turistico che sta cercando soluzioni immediate per salvare una stagione disastrosa che potrebbe permanere.

Per queste ragioni, la Fase 2 è ora necessaria per far ripartire il Paese, ma le 20 regioni e gli oltre 8mila comuni italiani non possono partire tutti nello stesso modo, perché ogni zona, ogni area, ogni città sono diverse, hanno problematiche e peculiarità differenti e sono state colpite in modo diverso dal Covid-19.

Il rapporto di EY, Ernst & Young network mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità, transaction e formazione, ha calcolato che più del 20% dei capoluoghi italiani ripartirà faticosamente perché non ha le infrastrutture e le tecnologie per ripartire al 100%.

ey report fase 2 coronavirus covid-19
EY_mappa geografica della ripartenza post-COVID-19 delle città italiane

Secondo EY, sono 4 le modalità della ripartenza: ripartenza facile, ovvero basso contagio e buona resilienza, sono soprattutto le città del Centro-Sud tra le quali Bari e Lecce; ripartenza lenta, ovvero basso contagio e scarsa resilienza, anche in questo caso ci sono le città del Centro – Sud, tra le quali Roma, Napoli, Palermo, Viterbo e L’Aquila; ripartenza frenata, ovvero alto contagio e buona resilienza, sono le città del Nord, considerate “smart”, come Milano, Bergamo, Brescia, Piacenza, Venezia, Torino, Firenze e Bologna; ripartenza critica, ovvero alto contagio e scarsa resilienza, sono città come Cremona, Lodi, Lecco, Alessandria, Verbania, Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.

Una ripartenza, dunque a macchia di leopardo che dimostra come l’Italia sia composta da variegate zone molto diverse tra loro, sia da un punto di vista tecnologico e sia da un punto di vista strutturale, che hanno criticità differenti ed esigenze, in alcuni casi, totalmente divergenti.

Il governo dovrà necessariamente tenerne conto di queste criticità, prima di passare alla Fase 2 ed a quella successiva. In questo momento, per una corretta ripartenza diventa fondamentale per il governo e per la politica il rapporto stretto con le Regioni e con realtà locali, perché solo lavorando insieme si potrà sconfiggere l’epidemia di Covid-19, ma soprattutto più in generale si potrà avere una maggiore consapevolezza dell’Italia e delle sue necessità.

Il rapporto completo e dettagliato è possibile visionarlo cliccando qui.

Articoli correlati