Coronavirus e PMI, malgrado la crisi resta la fiducia nell’ambiente

La pandemia azzera l’attività delle PMI. La fotografia di Repower e BVA Doxa. Scarsa la fiducia nelle istituzioni centrali, alta l’attenzione verso i temi ambientali

L’impatto del COVID su attività e consumi delle PMI è stato devastante e il futuro non è certo roseo, anche per la scarsa fiducia nelle istituzioni centrali. A dirlo, dati alla mano, è Repower, gruppo attivo da oltre 100 anni nel settore energetico, che ha commissionato all’istituto BVA Doxa una ricerca sull’impatto che l’emergenza Coronavirus ha avuto sulle attività e sulla percezione del futuro di un campione di PMI italiane. Il sondaggio, condotto nel periodo tra il 22 e il 28 aprile su circa 2700 clienti Repower, ha ricevuto 635 risposte.

PMI, fermo totale nella metà dei casi

La ricerca rimanda la fotografia di un tessuto imprenditoriale preoccupato (circa il 70%), con una scarsa fiducia nelle grandi istituzioni che migliora verso regioni, banche locali ecc. Le aziende hanno dichiarato di essersi fermate parzialmente o del tutto (quasi il 90% dei rispondenti, di cui il 50% completamente), mentre il 24% ha mantenuto in essere solo alcune funzioni; il comparto alberghiero/ristorativo si conferma tra i servizi più colpiti.

Più del 70% delle aziende ha visto una drastica riduzione del volume d’affari ed è dovuta ricorrere ad aiuti e sovvenzioni, e per circa l’80% dei rispondenti le misure messe in atto dalla propria azienda per proseguire l’attività sono efficaci. Ne deriva poi che il 58% di chi ha adottato per i propri dipendenti misure di smart-working crede che questa misura continuerà anche in futuro. Quanto alle forniture ai clienti, il forte e necessario aumento delle consegne a domicilio è dovuto per il 41% al desiderio di rispettare le esigenze dei clienti, oltre che per il rispetto delle norme.

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Ambiente osservato speciale

Più del 70% delle aziende intervistate ha visto una drastica riduzione del volume d’affari ed è dovuta ricorrere ad aiuti e sovvenzioni (foto Tatiana Tikhonova da Pixabay)

Quasi la metà degli intervistati (49% del campione) afferma che in futuro non cambierà il proprio atteggiamento verso le questioni ambientali, e quasi un altro 40% degli intervistati afferma che presterà ancora maggiore attenzione verso questi temi; a mostrare particolare sensibilità sono i comparti Alloggi e ristorazione (40%), agricoltura (36%) commercio (36%). Sempre a proposito di sostenibilità è interessante evidenziare come per il 36% i piani di efficienza energetica (basati in gran parte sull’illuminazione a led) in programma saranno portati a termine. Preoccupa la fetta di PMI che ridimensionerà (26%) o rimanderà (38%) i piani di efficienza energetica in programma, ma va considerato che nessuna PMI rinuncerà definitivamente a realizzarli. Questo conferma la fiducia nel Green Newdeal che potrebbe veramente cambiare il volto della produzione in Italia.

Una azienda su due ha dovuto modificare alcuni processi per poter continuare a servire i propri clienti e dichiara che, anche in caso di ripartenza, avrebbe delle difficoltà ad adeguarsi alle norme richieste.

In calo i consumi di energia

Per quanto riguarda i consumi, gli intervistati ne hanno registrato un drastico calo (il 76% degli intervistati per l’energia elettrica e l’80% per il gas) che si prevede rimarranno stabili o diminuiranno ulteriormente nei prossimi mesi, con il 37% degli intervistati che si aspetta nei prossimi mesi una riduzione dei consumi di energia elettrica e il 54% di gas.

Fabio Bocchiola, AD Repower Italia, commenta così i risultati della ricerca: «Tra i vari messaggi ricavati da questa elaborazione trovo particolarmente interessante il dato relativo alla sostenibilità, verso la quale la metà degli intervistati ha dichiarato di non prevedere cambi di approccio e quasi il 40% si immagina addirittura un aumento dell’attenzione verso questa tematica, segno che viene concepita sempre più come una leva di business nelle strategie delle PMI italiane.»

 

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