Coronavirus, cosa sta facendo l’ UE? Intervista all’eurodeputata Pina Picierno

Pina Picierno, campana (è nata a Santa Maria Capua Vetere 38 anni fa ma è sempre vissuta a Teano, per poi trasferirsi a Salerno dove si è laureata in scienze della comunicazione) è eurodeputata eletta nelle liste del PD. Cresciuta politicamente nel Partito Popolare e nella Margherita, viene eletta deputato nel 2009 nelle file del PD per il quale ricopre vari incarichi, tra cui quello di ministro-ombra per le politiche giovanili e attività sportive. Dal 2014 viene eletta europarlamentare per la circoscrizione Italia meridionale. Attualmente a Bruxelles fa parte delle commissioni Agricoltura, Cultura e Diritti delle donne e Uguaglianza di Genere.

All’On. Picierno  Ambient&Ambienti ha rivolto alcune domande che ruotano attorno al ruolo che l’Europa deve rivestire e degli aiuti concreti che deve fornire all’Italia e agli stati membri colpiti dalla pandemia da COVID-19.

 “Nelle prossime settimane il passo decisivo”

Onorevole Picierno, per parlare del rapporto tra Coronavirus ed Europa dobbiamo partire da una premessa. Abbiamo sognato l’Europa ma oggi c’è una forte reazione da parte dei nazionalisti per demolirne i valori fondanti. Ci può spiegare i diversi ruoli che in questa crisi possono assumere la Commissione Europea e il Consiglio europeo? Sembra che ci siano poteri differenti e sembra che non si muovano secondo una regia unica. Quali sono allora le prerogative e i compiti di ciascuna istituzione? Cosa possono fare?

europarlamentare Pina Picierno (PD)
Picierno: “Sarà necessario immettere nel tessuto produttivo grande disponibilità di liquidità per le imprese, con procedure il più possibile semplificate a beneficio delle nostre imprese”

«Il processo di integrazione europea è stato sempre segnato, direi per la sua unicità nel panorama istituzionale democratico, da continue accelerazioni e frenate. Cedere quote di sovranità da parte degli Stati membri in favore delle istituzioni europee è sempre stata la sfida che abbiamo avuto di fronte, e oggi lo è ancora di più se consideriamo che solo l’unione darà la forza a ciascun paese di risollevarsi e affrontare adeguatamente questa crisi, che è globale. I diversi ruoli di Commissione e Consiglio riflettono appunto questo processo di incompleta integrazione. La Commissione e il Parlamento sono istituzioni europee propriamente dette, il Consiglio è, di fatto, la camera di compensazioni dei governi nazionali. Finora nelle decisioni assunte vi è stata ampia convergenza di vedute, bisognerà fare il passo decisivo nei prossimi giorni e settimane. Confido che questa ampia convergenza possa confermarsi nel prossimo futuro e su scelte ancora più incisive».

“Disponibilità di liquidità e vantaggi fiscali per le aziende”

Sembra che la Commissione voglia sostenere con 100 miliardi di euro il lavoro garantendo la cassa integrazione o un contributo per riduzione dell’orario di lavoro. Ma è un soccorso immediato e non sostiene direttamente le aziende e la produzione. Cosa può fare per sostenere davvero e strutturalmente un paese membro contro la crisi?

«Questa è una crisi che avrà effetti innanzitutto sulla produzione, sul lavoro e sui consumi, a differenza della crisi del 2008 che fu essenzialmente crisi finanziaria e bancaria. Quindi, ed è ciò che sia la Commissione attraverso la Banca Europea di Investimenti che il Governo italiano stanno curando in queste ore, sarà necessario immettere nel tessuto produttivo grande disponibilità di liquidità per le imprese, con procedure il più possibile semplificate a beneficio delle nostre imprese. La modifica sostanziale delle regole sugli aiuti di Stato, voluta fortemente dalla Commissione Europea, consente a ciascun Stato membro di farlo rapidamente e con risorse economiche consistenti. L’altra leva prevista dalle nuove norme sugli aiuti di Stato è quella rappresentata dai vantaggi fiscali. Si sta lavorando ovviamente anche su quell’aspetto»

“Sostenere con decisione il Governo italiano a Bruxelles”

L’Unione Europea non si è mossa finché la crisi non è esplosa. I sovranisti sostengono che l’UE potrebbe finalmente agire solo perché diventano sempre più numerosi gli stati membri che sono aggrediti dal COVID 19. Per i sovranisti è tardi e con l’intervento tardivo oggi si vede snaturato lo spirito unitario. Rimangono solo i costi di una macchina europea incapace di individuare strategie di sviluppo. Quale è il suo pensiero? Cosa si può fare?

«I nazionalisti prima vogliono uscire dall’Europa e dalla moneta unica e poi ne invocano il salvifico intervento. Volendo ragionare seriamente dei problemi che abbiamo di fronte e delle possibili soluzioni, va innanzitutto detto che nessuna democrazia era pronta a quanto accaduto. Non è mai semplice fare i conti con l’inedito. Detto questo, non per giustificare ma per capire fino in fondo cosa abbiamo di fronte, nego che fin qui la “macchina europea” sia stata incapace di individuare soluzioni. Alcune sono state già prese, e hanno portata storica e un effetto immediato: le nuove norme già citate sugli aiuti di Stato; la sospensione del Patto di Stabilità, che consentirà agli Stati membri di fare deficit; il piano di acquisto della BCE dei titoli di Stato, oltre 1000 miliardi, che consentirà di non avere turbolenze sui mercati finanziari e reperire più agevolmente risorse per finalità di pubblico interesse; il già citato Sure, 100 miliardi per la protezione di imprese e lavoratori. Solo per citare le principali. Questo, in poche settimane. Bisognerà fare altro, non solo non lo nego, ma ho avuto modo di ribadirlo sia in sedi istituzionali che pubbliche. Il Governo italiano si sta muovendo in questo senso, insieme a molti altri paesi, ed è una posizione che va sostenuta con decisione. Ecco, se proprio i nazionalisti vogliono offrire un contributo, lo diano in tal senso».

La BCE del dopo Draghi ha iniziato con brutte dichiarazioni di Christine Lagarde, apparsa fredda burocrate e non europeista nel cuore, anche se ha poi corretto il tiro. Cosa può fare la BCE per l’Europa del futuro? 

«Non si tratta solo delle personalità che guidano le istituzioni. Ovviamente hanno il loro peso, ma non determinante al 100%. Il problema della BCE è nella sua funzione, che fu disegnata solo a metà, a suo tempo. Bisognerà dotare la BCE di tutti quegli strumenti che sono propri di una banca centrale, a partire dall’emissione di Bond. Ed è proprio in questo senso, seppur con le necessarie gradualità, che vanno le proposte che sono ora sul tavolo dell’Eurogruppo e che arriveranno a una definizione più precisa nei prossimi giorni.»

“Il Parlamento europeo istituzione fondamentale”

Bandiera UE
“Ciascun compionente del Parlamento europeo dovrà rendere quell’istituzione più vicina ai cittadini, ai loro bisogni e alle proprie capacità di risollevarsi da questa crisi.”

Per Einstein le crisi erano portatrici di cambiamento. Forse questa crisi può cambiare l’Europa: potrebbe sfaldarla oppure potrebbe generare quella spinta propulsiva verso un’Unione vera, fondata su valori comuni? Cosa si può fare per recuperare fiducia nell’Europa? Cosa state facendo voi parlamentari europei per favorire il dialogo e la crescita di un nuovo spirito europeo? Può veramente nascere uno Stato nuovo, una Europa nuova?

«Parto dalle ultime domande: non solo può, ma deve. Se questa crisi ci ha messo di fronte a un fatto storico enorme è che ciascuno, da solo, non ha la forza per affrontare sfide del genere. Vale per gli stati membri nei confronti dell’UE, vale per le regioni e i comuni nei confronti dello Stato, vale per ciascun individuo nei confronti della propria comunità. Sono convinta che sarà proprio questa spinta, di comunità di destino, di collaborazione istituzionale, di sussidiarietà ad accelerare il processo di integrazione europea in maniera decisiva. Il Parlamento Europeo sarà istituzione fondamentale per questo, soprattutto perché, val la pena ricordare, è l’unica istituzione europea eletta direttamente dai cittadini europei. Ciascun parlamentare di quel consesso, e io per prima ne sento la responsabilità, dovrà rendere quell’istituzione più vicina ai cittadini, ai loro bisogni e alle proprie capacità di risollevarsi da questa crisi.»

 

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