
La proposta: permettere alle aziende biologiche presenti nelle aree protette di non essere vincolate alla obbligatorietà dell’uso di pesticidi non naturali. I risultati del tavolo tecnico alla Regione
Si sono incontrati, hanno esposto ognuno le proprie ragioni, si sono lasciati con la promessa di arrivare a una soluzione. Si può sintetizzare così il tavolo tecnico organizzato oggi 25 marzo dall’assessore all’ambiente della Regione Puglia Annagrazia Maraschio per capire come proceder nella lotta alla Xylella, in modo da dare una sterzata netta e estirpare definitivamente questo flagello degli ulivi pugliesi.
Gestione biologica o chimica dell’emergenza Xylella?
Il tavolo tecnico ha messo insieme oltre all’assessore Maraschio e il suo omologo all’agricoltura Donato Pentassuglia per la contiguità degli ambiti di intervento, anche i rappresentanti del mondo accademico, della regione, di Federparchi e delle associazioni ambientaliste. Tra queste il WWF Puglia, che pochi giorni fa aveva lanciato l’allarme su un documento da parte della Direzione del Dipartimento Agricoltura Sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia che proponeva, per fronteggiare la mai bloccata avanzata della Xylella Fastidiosa all’interno delle aree delimitate come da Reg UE 1201/2020 (circa 6000kmq), l’obbligo di due trattamenti a “calendario” utilizzando pesticidi non ammessi in agricoltura biologica. A questo documento il WWF Puglia rispondeva con una nota che indicava come indispensabile, soprattutto nelle aree protette, l’impiego di trattamenti naturali in sintonia con lo sviluppo sostenibile del territorio. Il rischio più grande è, aveva ribadito il WWF Puglia, che le aziende biologiche insediate sul territorio e nelle aree protette, vedano vanificati i loro sforzi nella direzione delle produzioni sostenibili.
Ma ci sono altri motivi, secondo il WWF, per bloccare la bozza di piano della regione, primo fra tutti l’evidente contrasto con le norme che regolano l’uso sostenibile dei pesticidi, definite in Italia dal Piano di Azione Nazionale del 2012, che prevede l’utilizzo di metodi di contenimento basati su lotta biologica e integrata e che esclude l’ipotesi di trattamenti a “calendario”, dando priorità alla gestione biologica.
La proposta del WWF Puglia
Fin qui i fatti. Oggi, spiega Lara Marchetta, intervenuta all’incontro in rappresentanza del WWF Puglia, «è stata rimarcata la linea dell’associazione a tutela delle aziende biologiche e delle aree protette, ma non solo». In particolare, il Considerato 10 del Regolamento UE 1201/2020 evidenzia la necessità di privilegiare soluzioni alternative ai pesticidi chimici. E quindi, continua l’avvocato Marchetta, «la scelta di soluzioni non chimiche e, coerentemente col PAN, non obbligare a trattamenti chimici se non necessari e sempre dopo accurato monitoraggio». La proposta fondamentale fatta dal WWF Puglia agli assessori Maraschio e Pentassuglia è questa: «Fare in modo che le aziende biologiche presenti nelle aree protette non siano vincolate alla obbligatorietà dell’uso di pesticidi non naturali».
Domani arriveranno sui tavoli degli assessori all’ambiente e all’agricoltura le note tecniche con proposte concrete. E ne sapremo qualcosa in più.